Ammortizzatori sociali: incontro Parrini, Grieco, Poletti

Mirko Lami (Cgil Toscana): “Inaccettabile che l’Inps blocchi i 30 milioni di euro destinati ai lavoratori di Livorno e Piombino. Si tratta di dare 500 euro al mese a chi non sa di come sopravvivere dopo aver perso un lavoro onesto”. Sinalunga: Rocchi chiede il concordato liquidatorio. Malo: riunito il tavolo in Regione

Redazione Nove da Firenze
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02 agosto 2017 15:04
Ammortizzatori sociali: incontro Parrini, Grieco, Poletti

Firenze, 2-8-2017- Faccia a faccia oggi tra il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, l’onorevole e segretario Pd Toscana Dario Parrini e l’assessore regionale Cristina Grieco. Al centro del colloquio la questione dei 30 milioni di euro utilizzabili per il sostegno al reddito e per politiche attive del lavoro a beneficio di lavoratori disoccupati nelle aree della Toscana a crisi industriale complessa. “Abbiamo ancora una volta sottolineato al ministro – affermano Parrini e Grieco - che è necessario sbloccare urgentemente queste risorse.

Ci sono le norme per usarle. Sulla disponibilità dei fondi non esiste dubbio alcuno. Ogni residuo ostacolo burocratico va pertanto superato il più celermente possibile, perché ci sono centinaia di lavoratori che hanno bisogno di un segnale concreto e che non possono attendere oltre la soluzione di un problema che si trascina già da troppi mesi”. Il ministro Poletti, che ha seguito fin dalle prime battute questa iniziativa, ha assicurato che continuerà ad interessarsene personalmente e con grande attenzione e che si adopererà al massimo affinché la convenzione tra Ministero e Inps possa essere firmata al più presto.

Nei giorni scorsi la Cgil Toscana ha partecipato ad un incontro con la Regione Toscana sul tema degli ammortizzatori sociali derivanti della la normativa “Trattamento di mobilità in deroga per i lavoratori che operino in un'area di crisi industriale complessa”. Lì, abbiamo fatto notare gli aspetti che penalizzavano e tutt'ora penalizzano i lavoratori.

Esperta nella costruzione ed allestimento di cabine elettriche ed impianti ad alta tensione, l'azienda ha deciso di presentare richiesta di concordato liquidatorio. La scelta è stata comunicata stamani e la Regione, assieme al sindaco, esprime rammarico. Era stato infatti proposto ed ipotizzato un percorso che attraverso l'uso di ammortizzatori sociali per crisi ed un supporto nella ricerca di eventuali nuovi investitori avrebbe potuto verificare la possibilità , in tutto o in parte, di dare continuità all'azienda, oltre che ridurre il costo sociale e anche i costi economici a carico dell'impresa. Da tempo la Rocchi viveva momenti di difficoltà e l'ultimo incontro con il consigliere per le politiche del lavoro del presidente Rossi, Gianfranco Simoncini, c'era stato il 4 luglio.

L'azienda invece ha deciso altrimenti. Adesso, dopo la formalizzazione dell'istanza da parte aziendale, si attende la nomina del commissario, che dovrà a quel punto dar corso alla richiesta di concordato liquidatorio.

Garantire subito risorse fresche per consentire la piena produzione per la prossima stagione e tenere aperte le prospettive produttive anche per quelle successive, in modo da favorire futuri assetti proprietari. E' stato questo l'invito che il consigliere del presidente Rossi per il lavoro, Gianfranco Simoncini, ha rivolto ai rappresentanti della Malo di Campi Bisenzio dal tavolo riunito ieri in palazzo Strozzi Sacrati. Alla riunione, oltre a sindacati e azienda, erano presenti anche l'assessore allo sviluppo economico di Campi Eleonora Ciambellotti e un rappresentante della Regione Emilia-Romagna, dove si trova l'altro stabilimento della Malo. L'incontro era stato chiesto dalle organizzazioni sindacali in previsione della riunione, prevista a fine mese al Ministero del lavoro, per esaminare la richiesta della Malo di accedere alla cassa integrazione per crisi.

I rappresentanti dell'azienda hanno spiegato che così si intende favorire l'ingresso di nuovi investitori in Malo. Ed è proprio su questo aspetto che Simoncini ha chiesto a Malo l'impegno a dare certezze ai lavoratori determinando, attraverso un progetto industriale sostenuto da una compagine proprietaria rafforzata, le condizioni perché i sindacati possano firmare l'accordo per la cassa integrazione e garanzie per il futuro produttivo dell'azienda.

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