Amianto nell'acqua: polemica sulle quantità, ma le fibre non si sciolgono

Bramerini risponde in aula all’interrogazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2015 20:21

 L’assessore Bramerini: “In Toscana, su 33mila km di condotte acquedottistiche il cemento amianto è su 1.900 km; per rete gestita da Publiacqua su 7.100 km, il cemento amianto è su 247 km”.Poi la rappresentante della Giunta toscana parla di un caso in cui sono state rilevate 22.500 fibre per litro e scoppia la polemica. La soglia - secondo Bramerini - è quella di 7milioni di fibre per litro. I Comitati insorgono "Lei dunque berrebbe quel litro d'acqua?".Ricordiamo che - in base alle dichiarazioni dei tecnici che nei mesi scorsi si sono occupati dell'argomento - il problema dell'Amianto non resta nel bicchiere. Le fibre non si sciolgono e si disperdono nell'ambiente, ad esempio attraverso l'asciugatura di piatti e stoviglie, ma anche dello stesso corpo umano. Per quanto riguarda le fibre disperse nell'ambiente, la medicina sostene che la soglia di sicurezza è Zero.

 “Fibre di amianto assenti in quasi la totalità delle analisi effettuate, in una prima campagna di indagini e campionamenti, realizzati dai gestori del servizio idrico integrato” così l’assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini ha risposto in aula ad un’interrogazione del consigliere del gruppo misto Mauro Romanelli sulla presenza di tubature in cemento amianto nella rete di Publiacqua.

“Apprezzo la notizia positiva che non ci sia rischio amianto immediato su cui produrre allarmismo – ha detto il consigliere regionale Romanelli – ma per precauzione, questa sarebbe l’occasione per portare avanti opere di svecchiamento delle tubature che hanno perdite consistenti”.

Bramerini ha precisato che l’Autorità idrica toscana ha completato il censimento delle reti di acquedotto realizzata in cemento amianto e che su 33mila chilometri di condotte acquedottistiche in Toscana il cemento amianto è poco più di 1.900 Km (il 6 per cento); nel caso relativo al territorio gestito da Publiacqua spa si parla di 247 Km di condotte in cemento amianto su 7.100 complessivi. In un solo caso si è avuto il massimo valore di 22.500 fibre/litro, a fronte di un limite massimo precauzionale stabilito dall'Epa (unico riferimento mondiale, secondo la Giunta) di 7 milioni/litro".Bramerini ha precisato “il rappresentante dell’ISPO ha riferito che l’istituto superiore di sanità ha costituito un gruppo di lavoro che ha definito metodica e metodologia dei campionamenti e controlli per la ricerca di fibre di amianto nelle acque. Questo porterà a risultati confrontabili”.

Alla richiesta di confermare l’impegno all’utilizzo di risorse interne da parte del gestore senza aggravio in bolletta per i cittadini, Bramerini ha precisato che la modalità di organizzazione dei controlli è facoltà dei gestori e che “i costi possono essere solo ricompresi in costi gestionali e da imputarsi a tariffa”.

“Gli oneri a carico dei cittadini per rifare le tubature – ha concluso Romanelli – segnano un passo indietro, dovrebbero essere a carico dei gestori e non in bolletta".

Alla Campagna No Amianto Publiacqua la risposta dell'Assessore Anna Rita Bramerini non è piaciuta, "Questa risposta preoccupa molto, perché palesa un'evidente frattura tra la realtà e la classe politica della giunta guidata da Enrico Rossi."

"L'assessore regionale all'ambiente, o chi la consiglia, ignora, ad esempio, la recente classificazione compiuta dall'Agenzia Internazione Ricerca sul Cancro (IARC) che si concentra e analizza tutte le forme di asbestosi sicuramente cancerogene per l'uomo (Gruppo 1) compresa quella derivante dall'amianto ingerito. I cancerogeni del gruppo 1 IARC, infatti, non hanno soglia: l'unica soglia possibile per la sicurezza dei cittadini è zero. Pertanto nell'acqua 'potabile' la concentrazione deve essere zero.

Un ragionamento facile facile che però non si riesce ancora a far passare. Bramerini cita infatti un limite EPA ormai obsoleto e anacronistico (7 mln fibre/litro). L'assessore regionale dovrebbe però sapere che se in Italia la ricerca è frustrata da anni di tagli voluti anche dal suo partito, nel resto del mondo i ricercatori continuano a fare il loro dovere di scienziati capaci di mettere gli interessi dell'umanità al primo posto (e solo quelli). Per ammalarsi e morire di cancro è bene che Bramerini ricordi che può bastare una e una sola fibra di amianto.

Sarebbe inoltre gradito sapere per un dovere di trasparenza a cui sono tenuti tutti gli amministratori pubblici dove sono stati fatti i prelievi dell'acqua con le fibre di amianto. Allo stesso modo un'amministratore della cosa pubblica corretto dovrebbe immediatamente applicare il principio di precauzione e responsabilità e di conseguenza predisporre l'immediata eliminazione dei tubi di cemento amianto in tutta la rete idrica toscana.

Qui è possibile scaricare e leggere la ricerca IARC  che mette nero su bianco la pericolosità dell'amianto ingerito. Purtroppo è in inglese, ma traduciamo, per semplicità e per favorire una lettura consapevole agli esperti della Regione Toscana, le conclusioni: “Esistono prove sufficienti per la cancerogenicità di tutte le forme di amianto per l’uomo. Le fibre in amianto provocano il mesotelioma, il cancro del polmone, della laringe e delle ovaie. Inoltre sono state osservate associazioni positive tra l’esposizione a tutte le forme di amianto e cancro della faringe, stomaco, colon-retto. Tutte le forme di amianto sono cancerogene per l’uomo (gruppo 1).”

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