Alluvione del 4 novembre 1966: la maratona commemorativa

Domani ai Georgofili, "Arno 1966: 50 anni di innovazioni in meteorologia". Alle 18, si inaugura la video installazione alla Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi. Alle ore 21, al Parterre lo spettacolo “L’acqua cheta che rovinò i ponti” della compagnia “Attouno”. Al Niccolini prima nazionale di "Sotto una gran piova d'acqua". Museo Novecento: "Beyond Borders", esposizione per il 50esimo anniversario. Presentata un'interrogazione al ministro dell'Ambiente sulla paralisi autorità di bacino Arno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 novembre 2016 22:35
Alluvione del 4 novembre 1966: la maratona commemorativa

Firenze, 2 novembre, 2016- L’intera città di Firenze ricorda in questi giorni la tragica alluvione di cinquant’anni fa. Era il 4 novembre 1966 quando l’Arno tracimò, invadendo strade, vicoli e case.

Giovedì 3 novembre alle ore 17,30 in Piazza Poggi, al Monumento agli Angeli del Fango, opera del Maestro Galeazzo Auzzi, scomparso lo scorso 6 gennaio, cerimonia della deposizione di una corona d’alloro del Comune di Firenze in ricordo degli Angeli del Fango che non ci sono più. Alla cerimonia interverranno i Gonfaloni di Regione Toscana e Comune di Firenze. Il Monumento sarà illuminato da quel momento, e per tutta la serata, da 50 fiaccole messe a disposizione gratuitamente dalla Cereria Migone, che festeggia 130 anni di fondazione e che fu alluvionata nella sede che all’epoca si trovava in piazza Pier Vettori/Via Pisana. La cerimonia è promossa dagli Allievi del 59° Corso Sottufficiali Carabinieri (1966) in collaborazione con Associazione Firenze Promuove. Interverranno le principali autorità militari e civili, il Presidente Firenze Promuove giornalista Franco Mariani, il Portavoce del 59° Corso Liberatore Francesco Memoli.

Dopo gli Angeli del Fango, protagonisti nel 1996 e nel 2006, di due Raduni, rispettivamente nel 30° e 40° dell’Alluvione di Firenze del novembre 1966, per le nozze d’oro, in occasione del 50°, a tornare da protagonisti a Firenze per rivivere tutti insieme l’impegno profuso da giovani in aiuto alla città e alla popolazione colpita dall’alluvione saranno 100 giovani Allievi Sottufficiali Carabinieri del 59° corso della scuola di Piazza Stazione. A lanciare l’appello a ben 700 loro colleghi (che all’epoca avevano tra i 18 e i 26 anni), per farsi vivi e iscriversi al raduno, sono stati quattro veterani dell'Arma, con in testa l’ideatore e portavoce nazionale, Liberatore Francesco Memoli. 700 baldi giovani che all’epoca non solo si misero ad aiutare la popolazione alluvionata, ma anche, come in qualche caso, salvarono vite umane dalla furia delle acque.

Due di loro per questo sono stati insigniti della Medaglia d’Argento al Valor Civile. Per circa 3 anni questi Carabinieri in pensione, grazie all’impegno particolare di Liberatore Francesco Memoli, si sonoorganizzati sfruttando "facebook", senza trascurare quello classico sempre valido del "passa parola", ciò pur di tornare a Firenze per il 50 Anniversario. In questo loro ritorno alle “origini” sono stati aiutati dall’Associazione Firenze Promuove, presieduta dal giornalista Franco Mariani – ente che dal 1994 organizza le cerimonie annuali dell’alluvione – che ha dato loro aiuto logistico ed organizzativo al fine di poter tornare a visitare il chiostro e gli stanzoni in cui vivevano nel 1966, e che oggi fanno invece parte del museo comunale di Santa Maria Novella, oltre a partecipare alle cerimonie ufficiali che saranno organizzate per il Cinquantenario.

“Nei precedenti decennali dell’Alluvione – ha dichiarato il coordinatore Liberatore Francesco Memoli – noi Allievi Sottufficiali di allora non siamo stati mai ricordati dalle Istituzioni e per questo, in vista del 50mo, quando ormai potrebbe essere l'ultima occasione per molti di noi, abbiamo sentito forte il desiderio di esserci, in quanto, avendo vissuto per un anno nella storica Scuola di Piazza Stazione, ci siamo sentiti fiorentini anche noi, sia pure pro tempore, e per questo siamo stati, e ci sentiamo, anche fiorentini alluvionati. In più, abbiamo assicurato aiuto alla popolazione, vigilato sulla città, specialmente di notte, oltre a rimettere in sesto anche la stessa Scuola, che subì notevoli danni. Noi, torniamo a Firenze non da Sottufficiali, ma da allievi alluvionati, con la specifica intenzione di rivivere e rigustare quei momenti che abbiamo vissuto in maniera molta intensa”.

Sarà importante questo loro ritorno – ha dichiarato il Presidente di Firenze Promuove , Franco Mariani – perché servirà a mettere a fuoco che oltre all’ “esercito” degli Angeli del Fango, già ricordati nel 30 e 40 anniversario, ci fu un vero e proprio esercito di soldati, carabinieri, avieri, che di stanza nel capoluogo toscano, sia per il servizio militare, sia per motivi di studio, da subito furono impegnati nell’aiuto dell’inerme popolazione. Il loro ritorno permetterà di avere nuove notizie e racconti su eventi che ancora oggi non sono mai stati raccontati, e che sono stati vissuti da loro in prima persona, con la spregiudicatezza di chi all’epoca aveva poco meno di vent’anni. Nella mostra fotografica ufficiale organizzata dalla nostra Associazione, fino al 6 novembre visibile nell’atrio della Basilica della Santissima Annunziata, alcuni pannelli raccontano quanto da loro vissuto”.

Domani, giovedì 3 novembre 2016, alle ore 9 nella sede dell'Accademia dei Georgofili si svolgerà il convegno: "Anno 1966. 50 anni di innovazioni in meteorologia", organizzato da Consorzio LAMMA, Regione Toscana, Consiglio Nazionale delle ricerche, Progetto Firenze 2016 in convenzione con l'Ordine dei Geologi della Toscana. L'incontro fa parte delle iniziative legate al cinquantenario dell'alluvione di Firenze del 1966, nell'ambito del progetto Firenze 2016.

L'assessore regionale all'ambiente Federica Fratoni interverrà all'apertura dei lavori. Con lei, Bernardo Gozzini (LaMMA), Massimo Inguscio (Presidente CNR), Alessia Bettini (Comune di Firenze) e Giampiero Maracchi (Accademia dei Georgofili). Il seminario si propone di fare il punto sui progressi della ricerca meteorologica negli ultimi 50 anni, proprio a partire da quali erano le previsioni meteo disponibili il giorno prima dell'alluvione di Firenze del 4 Nov 1966, che oggi appaiono estremamente lontane rispetto alle capacità di previsione attuali. Ma la giornata vuole essere anche un'occasione per capire cosa possiamo aspettarci dall'evoluzione della meteorologia nel prossimo futuro, se la grande crescita che ha segnato il suo sviluppo recente è destinata a continuare. Anche le istituzioni sono coinvolte in questo processo, e la Regione Toscana lo è in particolare attraverso il LaMMA, consorzio costituito in partnership con il CNR, le cui competenze di ricerca scientifica maturate in quasi venti anni di attività hanno contribuito all'avanzamento delle conoscenze nel settore della meteorologia e allo sviluppo operativo delle sue applicazioni. La mattinata si concluderà con una tavola rotonda dedicata alle sfide cui, da qui ai prossimi 10 anni, centri di ricerca e servizi operativi sono chiamati a rispondere per il miglioramento delle previsioni meteo e per venire incontro alle richieste delle istituzioni e dei cittadini.

Alla tavola rotonda, oltre ai relatori della mattinata, parteciperanno anche rappresentanti di Protezione civile regionale, Autorità di Bacino dell'Arno, Comune di Firenze.

Fondazione Sistema Toscana partecipa alle celebrazioni del 50° dell’alluvione di Firenze e della Toscana con una serie di eventi di forte impatto realizzati nell'ambito del programma di investimenti pubblici in cultura Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema con l’obiettivo di raccontare ciò che accadde in quel novembre del ’66 in alcuni luoghi chiave della città: Palazzo Medici Riccardi, Ponte Vecchio, la Biblioteca Nazionale Centrale e il Museo Novecento.

Il 3 novembre alle ore 18 verrà inaugurata ARNO66, la videoinstallazione alla Galleria delle Carrozze di Palazzo Medici Riccardi. Un percorso in 6 tappe che spiega attraverso foto, video e testimonianze, il rapporto tra uomo e fiume nei secoli. Un tour nell’arte, nella storia ma anche nella tecnologia e nell’architettura, che mostra quali furono i danni dell’alluvione e quali le misure adottate in questi 50 anni per la messa in sicurezza dell'Arno. Riflettori, quindi, non solo su Firenze ma su tutte le grandi e piccole città coinvolte nell’alluvione.

Il viaggio termina con la visione contemporanea dell’Arno grazie al progetto Terzo Giardino di Studio++. ARNO66 offre una quadro di sintesi di respiro regionale del rapporto tra la comunità toscana e il suo fiume, valorizzando i temi della tutela ambientale e la cultura della resilienza che rappresentano uno degli elementi centrali del programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema. La videoinstallazione, realizzata in collaborazione con Cinecittà Luce e Rai Teche e il “Comitato Toscana Firenze 2016 - l’alluvione, le alluvioni”, è a cura di Luigi Formicola con la regia di Tobia Pescia.

Si ringrazia l’Associazione Firenze Promuove e il suo presidente, il giornalista Franco Mariani, da oltre 20 anni impegnati nella memoria storica sull’alluvione, che hanno contribuito al progetto con oltre tre ore di filmati, molti inediti e a colori. Ingresso libero, visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 18 fino al 30 novembre 2016.

Altro evento clou è l’installazione di videomapping su Ponte Vecchio che verrà inaugurata venerdì 4 novembre alle ore 21. Dalla sera del 4 fino al 19 novembre, direttamente sull'architettura del Ponte più famoso di Firenze, verranno ricostruite con una video installazione le tappe cruciali della sua storia con un approfondimento sulle drammatiche ore del novembre 1966. L’installazione racconterà per immagini cosa successe quando le acque dell’Arno strariparono invadendo la città. Il progetto, curato da Fondazione Sistema Toscana, oltre ad essere un evento spettacolare, darà visibilità al ricco Archivio Fotografico Locchi, partner del progetto. L’installazione sarà visibile tutti i giorni dal 4 al 19 novembre dal lato Ponte alle Grazie/Balaustra degli Uffizi, dalle ore 19 alle 23, con una proiezione ogni mezz'ora circa.

BEYOND BORDERS è il titolo dell’esposizione che inaugura il 3 novembre ore 19 al Museo Novecento. La mostrache raccoglie una selezione originale di documenti e di opere d’arte, donate alla città di Firenze da artisti stranieri o italiani residenti all’estero come segno di solidarietà.Le opere giunsero in risposta all’appello lanciato da Carlo Ludovico Ragghianti per la costituzione di un Museo Internazionale di Arte Contemporanea che risarcisse simbolicamente le ferite inferte dall’alluvione al patrimonio storico-artistico cittadino.

Il progetto, realizzato in collaborazione con istituzioni quali l’Archivio Storico del Comune di Firenze, la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti, l’Opificio delle Pietre Dure, l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, Advancing Women Artists Foundation, è finanziato dalla Fondazione Sistema Toscana attraverso il programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema, promosso dall’Agenzia per la Coesione Territoriale in collaborazione con il MiBACT. La mostra sarà visitabile dal 4 novembre all’8 gennaio 2017 (l’ingresso è incluso nel biglietto del museo; ingresso solo mostra: intero 4€, ridotto 2€).

Direzione Scientifica: Valentina Gensini. Comitato Scientifico: Luca Brogioni, Paolo Bolpagni, Eva Francioli, Valentina Gensini. Direzione restauri: Antonella Nesi. Inaugurazione su invito 3 novembre, ore 19.00 – 21.00.

Infine, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana e i partner di Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema, hanno recuperato un patrimonio di circa 3500 fotografie che documentano i giorni dell’alluvione. Le immagini, in parte provenienti dall’Archivio Foto Locchi, oggi digitalizzate e catalogate, sono esposte nella mostra “Arno66: La Macchina del Tempo”. Per valorizzare il patrimonio recuperato e renderlo accessibile al pubblico è stato allestito, grazie a Nanof srl, un percorso di “realtà aumentata” che consentirà di vedere attraverso tablet/smartphone le immagini immortalate nelle fotografie, nel punto esatto da furono state scattate.

Utilizzando, poi, l’App “Arno66-TimeTravel” si potrà esplorare la mappa di Firenze e “camminare in città” come nei giorni del 1966. Infine, il “Tour Virtuale della BNCF” permetterà, indossando un apposito caschetto, di rivivere i giorni dell’alluvione scegliendo in quale luogo andare e in quale situazione “immergersi”. Sia i tour che la app sono realizzati in collaborazione con Cinecittà Luce e Rai Teche. I tour guidati, della durata di circa 1 ora, sono aperti al pubblico solo su prenotazione al numero 3346606716 (telefonando dal 29 ottobre al 25 novembre nelle fasce orarie 10.00 – 13.00 e 14.00 -17.00 dal lunedì al sabato) o per email a bnc-fi.urp@beniculturali.it.

Questi gli orari del tour: il 4 novembre alle ore 10,30 e alle ore 16.00. ll week end del 5 e 6 novembre: alle ore 10.00, alle ore 12.00, alle ore 15.00 e alle ore 17.00. Dal 7 al 26 novembre (esclusa la domenica): dal lunedì al venerdì alle ore 10,30 e alle ore 16.00, il sabato alle ore 11,30. Per saperne di più sul progetto: arno66ar.it.

Per ricordare quel tragico evento l’Indire (Istituto Nazionale della Ricerca e Documentazione Educativa), riapre i propri archivi e pubblica online, in una mostra virtuale, le foto e i documenti che raccontano i danni che lo straripamento del fiume provocò anche a Palazzo Gerini, centralissima e storica sede dell'Istituto. In quell'anno, Palazzo Gerini ospitava il Centro Didattico Nazionale di Studi e Documentazione, punto di riferimento per studiosi e insegnanti, e custode di un importante patrimonio storico-librario, eredità del Museo della scuola.

Le foto scattate all'indomani dell’alluvione mostrano i danni causati dalla violenta invasione di acqua, fango e nafta che abbatté il grande portone principale e allagò e devastò il primo piano dell’Istituto, superando i 3 metri di altezza. Gli scatti raccolti nella galleria mostrano la devastazione, ma testimoniano nel contempo anche la cura e l’impegno dei tanti volontari che dal giorno dopo si misero al lavoro per recuperare quello che era rimasto dopo il passaggio dell'alluvione.

Alcune lettere testimoniano inoltre la vicinanza e la solidarietà di altri enti culturali per il recupero della biblioteca. Tra i documenti riscoperti negli archivi, anche una serie di disegni realizzati dagli alunni delle scuole elementari e medie di Firenze, che offrono un punto di vista inedito del dramma vissuto dalla città. La rivista Forma ed espressione, dedicata all'educazione artistica nella scuola dell’obbligo, dedicò il numero di marzo del 1967 in ricordo dell’alluvione avvenuta l'anno precedente.

In collaborazione con il Centro Didattico di Firenze, le scuole furono invitate a partecipare a questo numero speciale e numerosi studenti inviarono quelli che l'allora sindaco di Firenze Piero Bargellini definì come «I documenti più nuovi e imprevisti sull'alluvione»I disegni furono oggetto di una mostra, «I ragazzi e l’alluvione», allestita nel Centro Didattico riaperto il 22 aprile 1967 dopo un intenso lavoro di restauro.

Le illustrazioni regalano ancora oggi una visione semplice e sincera di quello che avevano vissuto i ragazzi di allora, con la sensibilità, la fantasia e l’intuito propri della loro età. Questi straordinari documenti dimostrano come la scuola fu - e rimane - un fondamentale strumento di sensibilizzazione agli eventi della vita.

Biglietti esauriti per la prima nazionale di Sotto una gran piova d’acqua… il 4 e il 5 novembre al Teatro Niccolini di Firenze, evento inaugurale della rassegna “Alluvione. 50 anni dopo” promossa dalla Fondazione Teatro della Toscana. Diretta su Radio3 a cura di Marino Sinibaldi. La narrazione di Sotto una gran piova d’acqua… è sotto il segno dell’Accademia degli Infuocati, storico e redivivo soggetto iniziatore del cammino del Teatro Niccolini, che promuove con la Fondazione Teatro della Toscana un dialogo a tre voci, declinate nei ricordi e nelle memorie di allora: quella di Piero Bargellini, allora sindaco di Firenze e animatore per autorità morale di quei giorni difficili, Enrico Mattei, che dirigeva ‘La Nazione’, e di un sedicenne dell’epoca, il giornalista Massimo Sandrelli, che ha fatto del suo diario dei giorni del diluvio una traccia narrativa poi condivisa con Sandro Bennucci e Marcello Mancini. In scena gli attori della Compagnia delle Seggiole Fabio Baronti, Luca Marras, Andrea Nucci, Sabrina Tinalli.

“L’Arno a cinquant’anni di distanza fa ancora paura e per questo vogliamo lanciare un momento di riflessione con uno spettacolo teatrale”. Miriam Amato e Samuele Segoni, esponenti di Alternativa Libera, presentano lo spettacolo teatrale “L’acqua cheta che rovinò i ponti”, che si svolgerà giovedì 3 novembre, alle ore 21 al Parterre, a Firenze. Uno spettacolo che vedrà protagonista la compagnia d’improvvisazione teatrale “Attouno”, dove prenderanno parte anche la consigliera comunale Miriam Amato e il deputato Samuele Segoni, membro della Commissione Ambiente della Camera, che interverrà anche nella veste di geologo. “L’obiettivo di questo appuntamento – sottolineano i promotori – è quello di coinvolgere i cittadini e il mondo della cultura, a quello scientifico e istituzionale per trovare tutti insieme le forme per una corretta convivenza con l’Arno. Una convivenza che non può limitarsi a costruire qualche cassa di espansione”.

Venerdì 4 novembre 2016, a cinquant’anni esatti dall’alluvione che colpì Firenze e la Toscana, verrà inaugurata l'esposizione fotografica Notturno Fluviale [Arno 1966-2016] di Marco Castelli. L’appuntamento è per le 19:00 alla OnArt Gallery, in via della Pergola 57/61r a Firenze. In mostra una selezione di 25 scatti che immortalano i ponti dell’Arno dal Falterona a Pisa attraverso una prospettiva notturna, collocandosi al livello dell’acqua ed evocando dei paesaggi quasi sospesi in se stessi (ingresso gratuito). Il progetto indaga l’emblema primario del rapporto tangibile tra uomo e fiume: l’elemento architettonico diviene così veicolo di narrazione storico-ambientale e si configura talvolta come cornice degli ecosistemi già presenti lungo le acque, talaltra come un vero e proprio scenario urbano (indelebile traccia dell’attività umana).L’analisi fotografica acquista così una duplice valenza: da un lato quella di documentazione territoriale, come mappatura del principale fiume toscano e dei suoi ponti, dall’altro quella di un meno convenzionale studio visivo sui luoghi vissuti nell’esperienza quotidiana, strutturati in modo da ribaltare, fino ad arricchire, la percezione comune. Durante l'inaugurazione verranno inoltre proiettate immagini e video d'archivio gentilmente fornite da Enrico Ciabatti.

Sarà presentato domani, giovedì 3 novembre, alle 18 nel salone consiliare di Prato il libro curato da Aurora Castellani "L'altra Alluvione, il 4 novembre 1966 a Prato, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Quarrata". Il volume raccoglie documenti inediti, interviste e fotografie dell'alluvione che 50 anni fa colpì Firenze e i comuni limitrofi e per quanto riguarda Prato principalmente le frazioni di Tavola e Castelnuovo, nella zona sud della città. A moderare sarà la giornalista del Tirreno Ilenia Reali. In Palazzo comunale sarà allestita anche una mostra fotografica. Inoltre sabato 5 novembre, alle 11,30, il sindaco Matteo Biffoni deporrà una targa commemorativa di quanto accadde in via Braga all'ex casa del fascio.

I deputati di Alternativa Libera Massimo Artini e Samuele Segoni presentano un’interrogazione parlamentare sulla fase di stallo che sta attraversando l’autorità di bacino del fiume Arno. “Mentre governo ed amministratori locali celebrano il cinquantennale dell’alluvione del 1966 e ci ripetono incessantemente che siamo tutti più sicuri, ci è sembrato doveroso segnalare al Ministro Galletti e alla cittadinanza che l’organo tecnico, che ha il compito gestire e programmare in maniera unitaria ed integrata a scala di bacino le opere di difesa idraulica e di assetto del territorio e che ci dovrebbero mettere al sicuro dai rischi idrogeologici, sta andando alla deriva, in balia della corrente, in attesa di un intervento governativo che tarda a giungere”, dichiarano Segoni ed Artini. “Più di un anno fa – sottolineano i due parlamentari toscani - il Parlamento procedeva alla riorganizzazione della governance del rischio idrogeologico, sancendo il passaggio da autorità di bacino a Autorità di Bacino Distrettuali.

Il passaggio è rimasto sulla carta, perché mancano ancora i decreti attuativi che riallocano il personale e rendono pienamente operative le nuove strutture. Nel caso dell’Arno la situazione è poi paradossale. Questa fase di transizione, coincidente tra l'altro con il cinquantesimo anniversario della devastante alluvione dell'Arno del 1966, non è guidata da nessuno: l’ex Segretario Generale dell'autorità di Bacino Gaia Checcucci non è più operativa da quando è stata chiamata a ricoprire l’incarico di direttore generale per la Salvaguardia del territorio e delle acque al Ministero dell’Ambiente”. "La politica e la stampa italiana continuano a dare la colpa delle continue alluvioni a bombe d’acqua e fragilità del territorio, ma – conclude Segoni, che oltre che Parlamentare è anche un geologo specializzato in rischi idrogeologici - la nostra tesi è che ci sono molte altre concause di natura prettamente umana: dalla mancanza della cultura del rischio, alla gestione dissennata del territorio, fino al caos amministrativo.

A tal proposito è emblematica la vicenda delle autorità di bacino, che mette in evidenza le responsabilità dei grovigli burocratici che la politica italiana è bravissima a creare”.

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