Alluvione a Firenze: le nuove tecnologie per le emergenze a 50 anni dalla tragedia

Mostra di foto inedite sul 4 novembre 1966 alla biblioteca Thouar. Ingresso libero

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 settembre 2016 16:16
Alluvione a Firenze: le nuove tecnologie per le emergenze a 50 anni dalla tragedia

La città di Firenze, assieme ad Atene, in Grecia, è stata scelta come città pilota del progetto europeo Horizon 2020 Resolute, per migliorare la gestione del sistema di trasporto urbano a seguito di eventi catastrofici e predisporre delle linee guida di comportamento utili accrescendo l’efficienza operativa complessiva delle operazioni dei soccorsi, ottimizzando l'assegnazione e l'utilizzazione delle risorse disponibili, riducendo al minimo incidenti, infortuni e danni ecologici. Il progetto Europeo “Resolute” (RESilience management guidelines and Operationalization appLied to Urban Transport Environment) intende sviluppare e condividere strategie di adattamento dei sistemi di trasporto urbano e di comunicazione alla città a seguito di eventi catastrofici nelle odierne città europee.

La resilienza consiste nella capacità di rispondere - riadattando il proprio funzionamento - ad un determinato cambiamento (quale è ad esempio un evento alluvionale). Durante un nubifragio, l’esondazione di corsi d’acqua, un’abbondante nevicata – tutti eventi già verificatisi nella nostra città - così come anche durante periodi estremamente caldi, altissimo è il rischio di interruzione di corrente elettrica e di blocco del sistema di alimentazione e comunicazione della rete dei trasporti pubblici in città, così come dei sistemi di comunicazione o gestione di varie strutture importanti, come ospedali, forze di polizia, scuole, ecc.

Secondo uno studio l’impatto dei fenomeni meteo estremi sulle infrastrutture dei trasporti solo in ambito urbano costano all’Europa più di 15 miliardi di euro. Per questo motivo è stato lanciato il progetto triennale europeo “Resolute” finanziato con 3,8 milioni di euro dalla Commissione Europea, che vede come capofila l’Università di Firenze, che ha ottenuto un finanziamento di 651mila euro. Capofila è il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DINFO) dell’Ateneo fiorentino con il laboratorio DISIT, assieme al Comune di Firenze come città pilota.

Gli altri partner sono: Thales, AttikoMetro (GR), il Centre for Research and Technology Hellas (GR), il Fraunhofer Institute (DE), HUMANIST (FR), SWARCO Mizar (IT), il Consorzio Milano Ricerche. Da luglio, assieme all’Associazione Firenze Promuove, alla mostra fotografica ufficiale del 50° dell’alluvione del '66 - se si vuole la prima alluvione multimediale raccontata grazie a tantissime foto e video - vengono organizzati incontri dove il gruppo di lavoro di Resolute ha modo di raccontare come dopo 50 anni le nuove tecnologie permettano di comunicare alla città, di conoscere il territorio, e di riorganizzare i sistemi che gestiscono la mobilità cittadina. Il tema della resilienza in relazione ai sistemi di trasporti rappresenta una priorità nell’agenda politica europea perché la circolazione di persone, mezzi e informazioni è un fattore sensibile per risolvere emergenze e criticità. In particolare, nel capoluogo fiorentino, le aree interessate sono quelle coinvolte dall’alluvione del ’66, il centro con particolare riguardo ai tratti percorsi dalla tramvia, e la zona di Firenze sud, che ha subito la recente disastrosa bomba d'acqua. Il Comune di Firenze porta in dote la sua esperienza derivante dai progetti avviati negli anni passati, a partire dal supervisore del traffico, dalle attività relative alla Centrale di Controllo della Mobilità, all’esperienza di apertura di dati sugli Open Data, fino alle iniziative di “gioco educativo” già avviate dalla Protezione Civile negli scorsi mesi.

Tra le principali attività previste nel progetto vi è la identificazione e classificazione di eventi che possano bloccare i sistemi di trasporto urbano (disastri naturali ma anche attacchi terroristici, errori di sistema, etc), la modellazione di sistemi di trasporto urbano durante eventi naturali avversi, lo sviluppo delle Linee Guida Europee di Gestione della Resilienza, e la realizzazione di app e sistemi di game-based training per educare addetti ai lavori e cittadini alle buone pratiche in caso di emergenza.

I sistemi e le linee guida saranno poi implementati a Firenze ed Atene e validati attraverso scenari realistici ed esercitazioni sul territorio.Per tutto questo RESOLUTE rappresenta una nuova frontiera europea per sviluppare e condividere strategie sostenibili di trasporto pubblico in grado di reagire positivamente alle mille sollecitazioni poste dall’ambiente urbano nelle odierne città europee.

“Come Amministrazione siamo impegnati a 360 gradi nella tutela del territorio e dei cittadini – ha evidenziato l’assessore alla sicurezza urbana Federico Gianassi – e il progetto RESOLUTE va appunto in questa direzione. Ovviamente diventa molto importante far conoscere ai cittadini gli strumenti e le procedure predisposti in caso di emergenza. E per questo le iniziative promosse dall’Associazione Firenze Promuove in occasione del 50° anniversario dell’alluvione del 1966 rappresentano una preziosa occasione di divulgazione”.Oltre alla divulgazione di materiale informativo durante gli eventi celebrativi e al progetto dedicato alle scuole inserito all’interno delle Chiavi della Città, è in programma una serie di incontri a cui parteciperanno tecnici del Comune che seguono RESOLUTE, professori di Ingegneria dell'Università di Firenze impegnati nello sviluppo delle tecnologie alla base del progetto e operatori della Protezione Civile.

“Sarà un'occasione anche per conoscere quali nuovi servizi innovativi il Comune sta offrendo già, o sta costruendo nei prossimi mesi, per i cittadini” ha concluso l’assessore Gianassi.“La nostra mostra – ha dichiarato il Presidente di Firenze Promuove, Franco Mariani – in sole 4 esposizioni fino ad oggi ha già avuto 100 mila visitatori, mentre alle 3 videoproiezioni organizzate alle Oblate sono stati oltre 200 i fiorentini al quale è stato sottoposto per primi l’esperimento di metterli al corrente, da parte dei responsabili dei Servizi Informatici del Comune e dell’Università, di cosa si propone il progetto Resolute e quali sono i nuovi canali che il progetto mette a disposizione della cittadinanza grazie alle nuove tecnologie, per la loro messa in sicurezza.

Con grande sorpresa le domande più interessanti e intriganti sono venute dalle persone di una certa età, che generalmente si pensa poco avvezze alle nuove tecnologie. Siamo quindi sicuri che questa nostra nuova compartecipazione con il Comune potrà portare buoni frutti per buona parte della popolazione nella fascia dagli 8 ai 90 anni”.

"A pochi giorni dal sisma di Amatrice e a ridosso del 50° anniversario dell’alluvione dell'Arno, è doveroso riflettere sullo stato delle cose ma anche proporre soluzioni. La Regione Toscana ha fatto bene a fare una verifica sulle procedure di sicurezza dei 279 comuni toscani, adesso un programma di azione deve essere prioritario: sapere cosa fare e dove andare in caso di calamità naturale può fare la differenza tra vivere e morire" lo dichiara il geologo e deputato di Alternativa Libera, Samuele Segoni a seguito dell'audizione del Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio alla Camera dei Deputati commentando l'iniziativa della Regione Toscana che ha fatto luce sull'assenza di un piano di protezione civile per ben 42 comuni della regione Toscana. "Rossi potrebbe prendere spunto da una mia proposta, inserita nel disegno di legge di riordino della Protezione Civile approvata già alla Camera e in discussione al Senato - aggiunge - per istituire un programma di verifica e validazione dei piani comunali di emergenza per individuare e colmare eventuali lacune.

Il Presidente potrebbe sfruttare i poteri sostitutivi che gli consentono di ottemperare agli obblighi dei sindaci inadempienti e sfruttare l’ottimo tessuto che abbiamo in Toscana, mettendo in rete centri di competenza della Protezione Civile, professionisti e settore accademico. In questo modo - conclude il deputato - sarebbe possibile validare i piani di emergenza comunale (ovvero verificare se sono veramente efficaci o se sono solo poche righe scopiazziate e disconnesse dalla realtà) ed eventualmente andare a fornire aiuto tecnico per revisionarli e aggiornarli se alcuni comuni mancano delle risorse umane e finanziare per provvedere in prima persona".

Oltre 100 nuove foto inedite dell’alluvione di Firenze del 1966 da oggi sono esposte nella mostra fotografica ufficiale per il 50° anniversario che, dal 10 al 22 settembre, fa tappa nel chiostro della Biblioteca Comunale Thouar, in Piazza Torquato Tasso 6. L'ingresso è gratuito. La mostra, curata dai giornalisti Franco Mariani e Mattia Lattanzi – tra l’altro premiati martedì scorso con il Torrino d’Oro 2016 proprio per questo loro impegno – è organizzata dall’Associazione Firenze Promuove assieme al Comune di Firenze Consigli di Quartiere 1 2 3 4 5 e vede, su 80 pannelli, esposte oltre 800 foto, di cui 400 foto inedite.Ad oggi, in sole 4 esposizioni, la mostra è stata visitata da oltre 100 mila visitatori. Questi gli orari di apertura:

LUNEDI: dalle ore 14 alle ore 19Dal MARTEDI al VENERDI: dalle 9 alle 19 (orario continuato)SABATO: dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 18,30DOMENICA: dalle 15 alle 19

Le nuove foto sono il frutto dell’appello lanciato esattamente un anno fa dal Presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci, appello a cui hanno risposto in particolar modo Sergio Cipriani, che con le sue foto permette di documentare l’alluvione nella zona che va da Piazza Puccini a Porta a Prato, e Todaro Enrico che ha ritirato fuori tutto il materiale sapientemente archiviato nei giorni dell’alluvione dalla madre Maria Carta; tale materiale permette di vedere diverse foto particolari tra cui quelle del sottosuolo delle Basiliche di San Lorenzo e di Santa Croce. Tra le nuove foto anche 16 scatti di Pulman, lo storico fotografo di Scandicci, il cui negozio ad aprile scorso ha cessato definitivamente l’attività, e che quel 4 novembre scattò diverse foto di Firenze sommersa dall’acqua.“Siamo felici di poter oggi raccontare con le foto dei cittadini il dramma vissuto dal quartiere 1 – ha detto il Presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci –, che non è solo centro storico, come documentano bene le foto del Signor Sergio Cipriani; grazie poi alla documentazione raccolta dalla signora Maria Carta, ritirata fuori dopo 50 anni dal figlio Enrico Todaro, abbiamo invece modo di renderci conto del dramma vissuto nel centro storico, con foto veramente particolari ed uniche, spesso mai più viste dopo che sono state scattate.

Non solo foto, ma anche volti, attraverso i quali si rivive lo spirito che rianimò i fiorentini nel voler risorgere dal fango fin dal giorno dopo l’alluvione”.“Dopo la tappa delle Oblate, dove i visitatori sono stati tantissimi, nonostante il periodo estivo – ha detto il Presidente della Commissione Cultura del Quartiere 1 Mirco Rufilli – lì, come anche qui alla Biblioteca Thouar, continuiamo, grazie a Franco Mariani e a Mattia Lattanzi, e ai cittadini del quartiere, a raccontare le storie vere dell’alluvione, quelle dei fiorentini che si sono rimboccati le maniche, hanno spalato il fango, hanno ripulito cantine, negozi, abitazioni per riprendere a far rivivere quella parte della città andata sott’acqua.

Per ricordare, a distanza di 50 anni, abbiamo creato tutta una serie di eventi concatenati che abbracceranno tutto il quartiere: mostre, eventi musicali, visite guidate, per far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni cosa accadde 50 anni fa e, contemporaneamente, per realizzare anche iniziative legate all’acqua ed al rischio idrogeologico”.“Ci avviciniamo al grande evento del prossimo 4 novembre e lo facciamo come sempre, da ben 22 anni - ha tenuto a sottolineare il Presidente di Firenze Promuove Franco Mariani – raccontando attraverso nuove foto, il dramma vissuto 50 anni fa dai fiorentini.

Per me è stata una sorpresa ricevere dal Quartiere di San Frediano il premio Torrino d’Oro 2016 proprio mentre la mostra viene esposta nel rione. Non è facile a Firenze raccontare l’alluvione come la raccontiamo noi, perché c’è chi vorrebbe che l’alluvione fosse solo l’intervento degli Angeli del Fango, fatti passare come i salvatori della città. Ma questo non è vero. I primi salvatori di Firenze sono stati i fiorentini, aiutati poi da quelle poche Forze Armate – rispetto alle necessità – che erano in città, primi fra tutti i Carabinieri della Scuola di Piazza Stazione, i Lupi di Toscana, e i soldati di stanza a Rovezzano.

Così come i morti: per le autorità l’alluvione di Firenze non deve avere morti, e infatti non c’è un monumento o lapide che gli ricordi, mentre c’è da ben 40 anni un Monumento agli Angeli del Fango. La mostra racconta tutto questo. Davvero visitandola si rivive i due mesi dell’emergenza vissuta da Firenze la quale, solo grazie all’impegno del Sindaco Piero Bargellini, riuscì a superarla, imponendosi anche contro il Governo, che voleva costruire alle periferie della città due baraccopoli per ospitare gli sfollati.

Bargellini invece si impose e furono costruite nuove case. Altrimenti oggi sicuramente avremmo ancora, dopo 50 anni, le baracche, con dentro i fiorentini, come accaduto in altri catastrofi italiane, dove non si è ricostruito dopo l’emergenza”.

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