Abusivismo e concorrenza sleale: Benvenuti in Toscana

​Federalberghi e Cgil-Cisl-Uil Toscana di categoria uniti 

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2016 15:33
Abusivismo e concorrenza sleale: Benvenuti in Toscana

La stagione turistica estiva 2016 sta per concludersi. Come è andata nel 2016? Bene, ci racconteranno e vi diremo nei prossimi giorni.Ma gli operatori non intendono festeggiare ed anzi mettono le mani avanti sui facili entusiasmi: "è innegabile che nei mesi di luglio ed agosto si è registrato un incremento degli arrivi e delle presenze, in ogni zona della Toscana, ma non saranno due mesi di overbooking a modificare una situazione generale che, nel settore alberghiero, non vede crescere né l’occupazione né i fatturati aziendali".

Secondo gli addetti ai lavori siamo semplicemente "Favoriti da una situazione internazionale che rende le nostre destinazioni più appetibili e soprattutto sicure". All'orizzonte c'è la nuova Legge quadro sul Turismo attesa in Consiglio regionale. Resta il problema. Quale? "Un diffuso abusivismo ed un mancato rispetto delle regole". Insomma, nella Bella Toscana al tavolo del Turismo si mangerebbe tanto e bene, ma anche di nascosto.

E come può una economia occulta essere un volano per la crescita? Possibile che le nuove forme di accoglienza turistica non offrano alcuna garanzia dal punto di vista fiscale? Eppure in questi mesi abbiamo letto dei grandi elogi ai privati che hanno saputo aggredire il mercato attraverso cortesia, stile toscano e piattaforme multimediali. Abbiamo letto anche delle nuove professioni che sono nate come ad esempio quella dei gestori di immobili altrui dati in affitto ai turisti per non parlare dell'indotto fatto di società di servizi.Una bolla di sapone, una zona franca, una bufala?Federalberghi ha più volte denunciato che "Non è possibile che in Toscana solo il 52% dei non residenti pernotti in albergo, contro l’84,1% del Lazio ed il 79% dell’ Emilia Romagna, solo il Veneto è nella nostra stessa situazione: non si tratta di contestare le nuove forme di ricettività, che evidentemente sottraggono clientela agli alberghi, ma piuttosto di sottolineare che in questo modo sarà molto difficile utilizzare lo strumento turismo come volano di rilancio della economia regionale".

Le forme di ricettività alternativa, secondo i numeri dell’INPS, dell'ISTAT, della Agenzia regionale delle Entrate, non produrrebbero né occupazione né ricchezza: "altrimenti non si capirebbe come quel citato 52% possa da solo garantire oltre l’85% della forza lavoro occupata con contratto di lavoro regolare; coprire Il 70% di quanto l’intero settore turismo apporta al PIL regionale quasi l’ 8,5%, con un indotto moltiplicatore, “stimato”, pari a 3 sulle attività artigianali e di piccola e media industria utilizzati come fornitori di servizi o semilavorati; versare il 73% “stimato“ delle entrate tributarie dell’intero settore dell’accoglienza" sostengono i sindacati.

Un Avviso Comune. Le Organizzazione Sindacali dei lavoratori (Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Toscana), come Federalberghi sono di gran lunga le più rappresentative nel settore ed hanno sottoscritto un testo che si presenta come un impegno a monitorare il fenomeno dell’abusivismo e della sleale concorrenza; a contrastare le forme di lavoro non regolare; a garantire regole di sicurezza per il consumatore.

Alla vigilia del dibattito in Consiglio Regionale sulla nuova legge quadro per il turismo: l’avviso siglato è anche un reciproco impegno a far si che la Regione: "approvi norme che contrastino nel settore ricettivo le irregolarità, che sono sempre più spesso occasione di lavoro dipendente irregolare, evasione fiscale, inserimento di soggetti potenzialmente pericolosi per la collettività; legiferi tenendo conto che il turismo può essere uno strumento di rilancio della economia regionale solo tenendo ben presente quali sono gli assett aziendali utili al sostegno della occupazione e della produzione di ricchezza collettiva; vincoli le attività di impresa turistica all’utilizzo del Contratto Collettivo Nazionale del Turismo, a garanzia di chi nel settore opera; aggiorni i suoi obiettivi di istruzione e formazione, garantendo a lavoratori ed imprese opportunità fino ad oggi negate, anche in ragione di una scarsa attenzione al settore ed alle effettive rappresentanze e competenze specifiche delle parti sociali che il settore alberghiero esprime, sia sul fronte datoriale che dei sindacati; promuova iniziative e politiche per favorire l'allungamento del periodo di stagionalità con il duplice obiettivo di ottimizzare l'uso delle strutture e incrementare i risultati aziendali fino a consolidare l'occupazione".

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