La telecardiologia sbarca nel carcere di Sollicciano

Al via un progetto sperimentale unico in Italia. L’assessore Saccardi: “Uno strumento che consentirà di curare i detenuti in tempo reale”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2009 17:49
La telecardiologia sbarca nel carcere di Sollicciano

Sta tutto una valigetta tipo 24 ore. Si tratta del kit per il monitoraggio cardiaco portatile che, a breve, sarà sperimentato nel carcere di Sollicciano. Un nuovo sviluppo della telemedicina che si innesta nel sistema già in funzione a Firenze e che, primo caso in Italia, vede il coinvolgimento di un istituto di pena. Il progetto, sperimentale, è stato presentato oggi dall’assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Stefania Saccardi, dal direttore generale dell’Azienda sanitaria di Firenze Luigi Marroni, dal direttore del carcere di Sollicciano Oreste Cacurri e dal direttore dell’Asp Montedomini Anna Laura Abbamondi.

Erano presenti anche il direttore della Società della Salute Riccardo Poli, il direttore dell’Unità terapia intensiva cardiologica dell’ospedale Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio Maurizio Filice e il dottor Matteo Lex in servizio presso il carcere. “Questo progetto è importante perché applica la telemedicina a un contesto peculiare come un carcere dove vigono, per ovvie ragioni, particolari standard di sicurezza – ha esordito l’assessore Saccardi –.

Si tratta di una sperimentazione che non ha eguali nel nostro paese e che consentirà di monitorare e, quando serve, curare le patologie cardiache dei detenuti in tempo reale superando quindi le difficoltà proprie della situazione carceraria”. Anche il direttore di Sollicciano Cacurri ha sottolineato la peculiarità del progetto che, oltre ad essere all’avanguardia, consentirà un intervento sanitario più efficace e tempestivo e un risparmio a livello di risorse. Obiettivo del progetto, infatti, è ridurre gli spostamenti di pazienti detenuti con patologie cardiache presso le strutture ospedaliere esterne.

Con l’ausilio della telemedicina, infatti, è possibile rilevare l’elettrocardiogramma direttamente in carcere, inviarlo a una centrale di refertazione abilitata ed ottenere il referto ricevendo un file in PDF. In questo modo il medico del carcere può valutare la necessità del ricovero del paziente sulla base di un effettivo referto elettrocardiografico e, se necessario, con l’ausilio del collega dell’ospedale. Il sistema è stato appositamente sviluppato e progettato sulla base delle specifiche esigenze del carcere di Sollicciano e risponde a precise direttive di sicurezza.

Non vengono infatti attivate linee telefoniche: tutto avviene attraverso schede SIM GSM dedicate e reti private per la trasmissione dei dati. Dal punto di vista tecnico il kit è composto essenzialmente da un mini computer portatile, la cui funzionalità è limitata alle sole attività legate al monitoraggio cardiaco, da un dispositivo medico in radio frequenza (con ovviamente i cavi dotati di elettrodi) e da un modem GSM. L’operatività del servizio è garantita da Montedomini, che presso la centrale operativa del Telecare monitorizza e coordina l’attività, e dal Nuovo Ospedale San Giovanni di Dio (struttura di riferimento per il carcere di Sollicciano), cui è affidata la refertazione degli elettrocardiogramma.

Qui, come ha spiegato il responsabile dell’Utic di Torregalli Filice, sarà sempre reperibile (24 ore su 24 per tutto l’anno) un medico, che una volta ricevuto il referto, può decidere l’intervento necessario per il caso. “Questo sistema – ha aggiunto Lex – consentirà una rilevante riduzione dei tempi di attesa tra l’insorgenza del problema e l’intervento. E nel caso di necessità di un ricovero, attiveremo una ambulanza interna al carcere per portare il paziente all’ingresso dove sarà in attesa in mezzo per il trasferimento in ospedale.

Stiamo inoltre studiando la possibilità, grazie a una scheda, di poter aggiungere anche la funzionalità defribillatore in modo da avere una ulteriore possibilità di intervento nei casi di urgenza”. Ecco come funziona Il paziente viene sottoposto ad elettrocardiogramma presso il carcere: viene quindi registrato un file che può essere visualizzato, salvato e inviato a distanza anche come PDF. Il file è quindi inoltrato, mediante modem gsm/gprs, alla centrale di archiviazione e controllo a Montedomini.

Il file inviato è registrato sul server presso la centrale operativa. A questo punto il file viene inoltrato all’ospedale di Torregalli per la refertazione e da qui rinviato a Sollicciano, utilizzando lo stesso percorso a ritroso. Il tutto per un tempo stimato di 4/5 minuti. Per il primo step di sperimentazione i kit a disposizione del personale sanitario di Sollicciano sono tre, in una seconda fase passeranno a cinque in modo da dotare ogni sezione del carcere di un apparecchio. Il progetto viene finanziato dalla Società della Salute (costo 11-12mila euro) si inserisce in quello più complesso della telemedicina e telecare già in funzione a Firenze.

In particolare si tratta di una estensione del monitoraggio sperimentale già attivo (in collaborazione con l’Asp Montedomini e i quattro presidi ospedalieri cittadini) per quanto riguarda lo scompenso cardiaco. Utilizza quindi la piattaforma già in funzione a Montedomini modificata per far fronte alle esigenze di sicurezza del carcere. (mf)

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