Berlusconi e la sindrome di Ognissanti

Il Presidente del Consiglio non è andato all'Aquila, mentre il caso Feltri-Avvenire fa saltare il vertice con il cardinale Bertone

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 agosto 2009 22:03
Berlusconi e la sindrome di Ognissanti

di Montecristo Confessiamo: a giugno, quando durante la campagna elettorale per le amministrative, il presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, fu oggetto a Firenze di una pesante contestazione popolare durante un comizio del suo partito in Borgo Ognissanti, non demmo molto peso all'evento, considerandolo comunque nell'alveo della comune dialettica politica. Berlusconi era reduce dalla prima puntata della querelle sulle sue frequentazioni sessuali, ed era immaginabile che qualcuno non gradisse molto la sua presenza in una città che il voto ha confermato di centro-sinistra.

Poi ci fu la contestazione a Viareggio, dove il Presidente si reco' con il suo consueto stile all'indomani della tragedia ferroviaria, raccogliendo sonori fischi e grida di biasimo. Infine arriva la processione dell'Aquila, in occasione della quale nemmeno la Chiesa Cattolica è in grado di garantire l'immunità dai fischi di una popolazione terremotata che vede avvicinarsi l'autunno nelle tende allestite dal Governo. Forse allora il segnale fiorentino di Borgo Ognissanti andava considerato maggiormente? Berlusconi comincia ad avere un problema «visibilità pubblica»? Sta di fatto che la stampa internazionale è tornata a occuparsi in modo capillare delle vicende italiane: "Il Vaticano umilia Berlusconi dopo l'attacco del suo giornale" è il titolo a sei colonne del Wall Street Journal, con un'evidenza insolita.

Lo "schiaffo" è arrivato direttamente dal Vaticano, anche se Berlusconi, smentendo le ricostruzioni giornalistiche, rinnega l'assalto perpetrato dal Giornale che alludeva a informative giudiziarie nei confronti del direttore di Avvenire Boffo, che invece ha annunciato querela per diffamazione contro il collega Vittorio Feltri. Resta comunque qualche dubbio. Invece di gridare ai complotti della Sinistra, del Vaticano, dei giornali, o dei governi stranieri, il capo di Forza Italia farebbe bene a chieder conto a chi gli sta vicino e alle strutture istituzionali delegate alla sua sicurezza.

In tutte le vicende elencate, da Noemi in poi, passando per le contestazioni di strada, per le rivelazioni sessuali di Villa Certosa, fino al finto dossier contro il direttore di Avvenire, sono i sistemi di sicurezza che sono mancati nella propria funzione di protezione del capo del Governo. Il Ministro dell'Interno Maroni (Lega Nord) sconfessa l'origine istituzionale del dossier contro Boffo, ma non si puo' nemmeno affermare che in Italia esista un supermercato dei dossier. Si tratta invece di un mercato gestito da un operatore monopolista.

Berlusconi, se sente aria di complotto, dalla lettera della moglie in poi, farebbe bene a rovistare intorno a se.

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