Da lunedì in Palazzo Vecchio la 'bacheca del cittadino'

Il presidente del consiglio comunale Giani: "Un nuovo strumento per dialogare anche con chi non usa l'informatica"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 agosto 2009 22:15
Da lunedì in Palazzo Vecchio la 'bacheca del cittadino'

Lunedì prossimo nasce in Palazzo Vecchio la ‘bacheca del cittadino’: uno spazio nel cortile dell’Anagrafe dove i cittadini potranno lasciare suggerimenti, richieste o giudizi che poi saranno valutati e smistati dall’ufficio di presidenza del consiglio comunale. “Credo che si tratti di un positivo strumento per il consiglio e l’amministrazione – spiega il presidente Eugenio Giani, ideatore dell’iniziativa – Non sarà tanto un ‘ufficio reclami’ anche se naturalmente ci saranno anche le proteste, ma un modo per dialogare e per rendere un servizio utile.

E’ vero che questa è l’era della tecnologia e dell’informatica ma sono ancora tanti i cittadini, che per ora costituiscono la maggioranza e sono soprattutto anziani, a non utilizzare internet e magari a non avere neppure il computer: abbiamo voluto pensare anche a loro. E qui basta scrivere, sfilare il vetro della bacheca e lasciare il messaggio". Tutte le sere i messaggi saranno raccolti e Giani il giorno dopo li esaminerà. “Ci sono molte materie che non sono di stretta competenza del consiglio comunale o della giunta - spiega il presidente - e quindi credo sia utile svolgere anche una funzione di filtro, indirizzando le segnalazioni verso altri soggetti; come il difensore civico, ad esempio per le questioni che riguardano la sanità, o le società partecipate, che gestiscono i servizi al cittadino”.

Eugenio Giani sarà anche a disposizione per colloqui diretti ogni venerdì dalle 10 alle 12, nel suo ufficio di Palazzo Vecchio: per prendere un appuntamento basterà telefonare (055 2768520) o inviare una mail all'indirizzo presidenza.consiglio@comune.fi.it. L’iniziativa, che è stata concordata con il sindaco Matteo Renzi, vuole “avvicinare il consiglio comunale al cittadino – spiega Giani - secondo anche quanto recita lo statuto che sia all’articolo 21 e che all’articolo 81 invita il Comune a diffondere gli atti del consiglio con le opportune e idonee misure.

E l’esempio è un po’ quello dei paesi anglosassoni dove ci sono spazi appositi dove i cittadini possono dire la loro”. (ag)

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