Cresce la richiesta di credito di piccole e micro imprese

Per Gianna Scatizzi, presidente Confartigianato, c’è ancora molto da fare per un rapporto simmetrico tra banca e impresa. Ciò che occorre è una presa di posizione del Governo netta e “non ridimensionabile” nel corso dell’iter istituzionale.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 luglio 2009 19:09
Cresce la richiesta di credito di piccole e micro imprese

Continuano a crescere, anche per il secondo trimestre del 2009, le richieste di credito in provincia di Firenze: +18,7% rispetto al primo trimestre 2009 e +102,4% rispetto allo stesso periodo del 2008. A renderlo noto l’Osservatorio Permanente sul Credito che Confartigianato Imprese Firenze ha istituito per monitorare costantemente il rapporto tra mondo bancario e piccola e micro imprenditoria artigiana e commerciale dell’area fiorentina. In peggioramento anche la qualità del credito finalizzato, sempre più, a far fronte ad esigenze temporanee delle attività.

Le micro e piccole imprese richiedono infatti credito per liquidità nel 61,8% dei casi (57,7% nel primo trimestre 2009) e per investimenti nel restante 38,2% (42,3% nel primo trimestre 2009). Nello specifico, il 32,9% delle domande riguarda nuovo credito per elasticità di cassa (anticipo fatture, fido di cassa e così via), mentre il 28,9% finanziamenti a medio-lungo termine (consolidamento a medio/lungo termine di passività a breve). In diminuzione, invece, il numero delle richieste ridimensionate (rifiuto della pratica, diminuzione dell’importo concesso rispetto alla richiesta, richiesta di ulteriori garanzie) da parte degli istituti bancari (1/4 del totale contro 1/3 del primo trimestre) ed il tempo di risposta medio (dai 45-60 giorni dei primi tre mesi del 2009 agli attuali 35-50). Calano anche l’importo medio (da 48.200 euro a 42.400) e la durata (60,8 mesi contro i 67 del primo trimestre) dei finanziamenti richiesti. “Dati che dimostrano un parziale ammorbidimento dei rapporti tra banche e imprese, visto che, a fronte di una crescita (tanto numerica che nella peggiore qualità) della domanda, il mondo bancario sta rispondendo con tempi relativamente più brevi e minore rigidità.

E’ un trend che deve continuare ad essere alimentato dalle istituzioni - dichiara Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato Imprese Firenze -. Abbiamo apprezzato iniziative di livello locale, come quelle della Camera di Commercio di Firenze sul contributo sui finanziamenti e della Regione Toscana sulla sospensione delle rate dei mutui, ma adesso occorre fare di più anche a livello nazionale. E’ necessaria una presa di posizione netta del Governo nei confronti delle banche e dell’eccessiva onerosità dei rapporti, senza che decisioni assunte e già messe nero su bianco in atti, possano poi essere ridimensionate e ammorbidite a scapito delle imprese nel loro iter di approvazione istituzionale.

Insomma, c’è ancora molto da fare e ciascuno deve impegnarsi per le proprie competenze a superare questo momento di crisi. Come Confartigianato, per esempio, stiamo predisponendo apposite convenzioni con alcuni istituti bancari al fine di agevolare l’accesso al credito a costi contenuti”. I settori che chiedono più credito sono il manifatturiero (26,8% del totale di richieste), l’artigianato alimentare e i pubblici esercizi (14,6%), l’autoriparazione (12,5%), l’edilizia (12,3%) e il commercio (12,1%).

L’area che, invece, avanza meno richieste è quella del Terziario Innovativo (pmi dell’Information e communication technology) con il 2,4% delle domande. La città di Firenze è quella con maggiori esigenze di credito (52,6% delle domande), seguita dall’area della Piana Fiorentina (27,4%). “I dati confermano un leggero miglioramento dei rapporti banche-imprese. Apprezziamo lo sforzo con cui gli istituti hanno ridotto i tempi di risposta, ma rimangono drammaticamente irrisolti i nodi dei costi accessori applicati alle imprese.

Esiste ancora una forte esigenza di maggiore trasparenza delle condizioni applicate e un rapporto meno asimmetrico tra i colossi-banche e le piccole imprese, che troppo spesso si vedono recapitare lettere di modifica unilaterale delle condizioni cui non possono rispondere con adeguato potere contrattuale” spiega Giovanni Guidarelli, responsabile Credito per Confartigianato.

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