Crisi: cassa integrazione più lunga contro i licenziamenti

Redazione Nove da Firenze
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27 giugno 2009 12:32
Crisi: cassa integrazione più lunga contro i licenziamenti

Preoccupazione per l'approssimarsi della scadenza degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità) per i lavoratori di molte aziende toscane da più tempo investite dalla crisi. Una volta esaurito il percorso previsto dalla legge, infatti, questi lavoratori rischiano di essere espulsi definitivamente dal processo produttivo. A lanciare l'allarme è l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro della Regione Toscana, Gianfranco Simoncini, che, in una lettera al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sostiene la richiesta avanzata dalle organizzazioni sindacali di misure che privilegino la cassa integrazione ordinaria rispetto alla straordinaria e, in particolare, la necessità di un prolungamento della durata della cassa ordinaria con il raddoppio delle 52 settimane attuali (sostenuto anche da Confindustria e parti sociali).

L'obiettivo, per la Regione, deve essere quello di non interrompere il rapporto di lavoro e di mantenere aperte le prospettive di ripresa per l’apparato produttivo. La fine degli ammortizzatori sociali è un rischio, scrive l'assessore Simoncini, "presente in molte realtà produttive toscane, dove a breve termine si avrà l’esaurimento del periodo di cassa integrazione consentito dall’attuale normativa". Il settore più a rischio – ma non il solo – è quello della componentistica auto, dove molte aziende stanno arrivando al limite delle 52 settimane di Cassa integrazione ordinaria e dove, come sottolinea l'assessore, occorre evitare che lo strumento della cassa straordinaria sia preludio alla perdita dei posti di lavoro. L’estensione della Cassa integrazione ordinaria oltre il limite delle 52 settimane consentirebbe "di evitare il ricorso a strumenti straordinari di sostegno al reddito e del resto lo stesso Presidente del Consiglio, nel corso del suo intervento di saluto all'assemblea annuale di Confindustria, ha rilevato che le disponibilità finanziarie permettono di poter pensare di allungare l'attuale periodo di cassa integrazione". "La profondità della crisi - si legge ancora nella lettera - e il suo continuo aggravarsi determinano il rischio di un’espulsione definitiva dal processo produttivo con l’apertura di interrogativi pesanti sulle condizioni di vita dei lavoratori, delle lavoratrici e delle loro famiglie, oltre che sulle possibilità delle aziende di poter avere un futuro al momento in cui si prospetterà l’uscita dalla crisi.

La situazione impone l’adozione immediata di misure di salvaguardia dell’occupazione e del reddito dei lavoratori con ulteriori interventi mirati sugli ammortizzatori sociali, sulla loro estensione e capacità di copertura". di Barbara Cremoncini

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