Ronde e Cie: risorse per le forze dell’ordine e il rispetto dei diritti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2009 23:32
Ronde e Cie: risorse per le forze dell’ordine e il rispetto dei diritti

di Claudio Martini
L’Italia è un paese impaurito. Certo, i recenti fatti di cronaca hanno suscitato preoccupazione in gran parte dell’opinione pubblica. Ma credo che per garantire la sicurezza non ci sia bisogno di provvedimenti eccezionali, come le ronde di cittadini o la costruzione di nuovi Centri di identificazione ed espulsione per gli immigrati (Cie). Anche perché gran parte dei reati sono in diminuzione. I dati parlano di un calo dei reati: i procedimenti penali son diminuiti in un anno del 10,8%, i furti del 12%, le rapine di circa il 9%, le violenze sessuali del 25,5%, i reati di pedofilia sono dimezzati (-51,2%).

Aumentano invece del 7,2% le denunce, a testimonianza del fatto che i cittadini hanno fiducia nelle forze dell’ordine e non si sentono abbandonati. Il governo invece, approvando il nuovo decreto sicurezza, finisce per alimentare la paura e l’insicurezza, e prende provvedimenti inefficaci e sbagliati sia nel metodo che nel merito. È di questi giorni l’annuncio della volontà di creare nuovi Cie in tutte le regioni. Tutto questo senza mai coinvolgere le istituzioni locali. È evidente che in questo modo diventa difficile costruire la necessaria collaborazione tra governo e territori per gestire questo genere di problemi.

Abbiamo sempre sostenuto che i Cie sono inefficaci, mortificano la dignità delle persone e non risolvono il problema dell’immigrazione clandestina. Per questo insistiamo nel chiedere al governo, da un lato, un forte impegno verso politiche che affrontino l’immigrazione rispettando i diritti delle persone e favorendo l’integrazione fra le diverse culture; e dall’altro, di essere severi verso tutti quelli che violano le leggi. È sbagliata la decisione di istituire le ronde di cittadini per vigilare sulla sicurezza del territorio, poiché potrebbero portare ad esiti opposti, aumentando la conflittualità sociale e la confusione di ruoli tra istituzioni, polizia e milizia privata, con il rischio di snaturare i caratteri dello Stato democratico.

Il sindacato di polizia ha addirittura affermato che “oltre ad essere inutili, le ronde costituiranno un ulteriore appesantimento per il lavoro delle forze dell’ordine”, che già si trovano a dover fare i conti con i tagli del governo che costringono gli agenti a lavorare in condizioni di estrema difficoltà. È un paradosso: mentre da un lato si dice di voler aumentare la sicurezza dei cittadini, non si mettono polizia e carabinieri in condizione di fare bene il proprio lavoro, e si inventano le ronde, che sono solo una trovata mediatica, a costo zero per lo Stato, mentre ci sarebbe bisogno di fondi per aumentare organici e mezzi a disposizione delle forze dell’ordine.

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