Piano di sviluppo rurale: 9500 domande presentate in 3 mesi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 settembre 2008 18:52
Piano di sviluppo rurale: 9500 domande presentate in 3 mesi

Il futuro dell’agricoltura è nello sviluppo rurale, cioè in tutte quelle politiche capaci di valorizzare il territorio rurale nel suo insieme, creando le condizioni perché le aziende agricole possano continuare la loro attività e rimangano competitive. E’ su questo concetto di fondo che si è sviluppato il colloquio tra il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e Loretta Dormal Marino, direttrice generale aggiunto della direzione generale agricoltura della Commissione europea. L’incontro è avvenuto a Terricciola (Pisa), nei locali dell’enoteca comunale, durante la visita di due giorni in Toscana dell’alta dirigente comunitaria, nel corso della quale ha potuto vedere di persona alcuni degli interventi realizzati nel territorio toscano (in particolare in provincia di Pisa) grazie ai contributi comunitari.
«Il nostro punto di vista sulla centralità dello sviluppo rurale per l’agricoltura, e quindi sull’esigenza di dare sempre più centralità agli interventi legati non solo alle produzioni, ma a una visione più allargata del mondo rurale, e quindi al paesaggio, all’ambiente, alla vita nei comuni montani, è stato apprezzato da parte della direttrice Dormal Marino, che ha mostrato piena attenzione per le nostre posizioni»,0 ha commentato il presidente.

All’alto dirigente comunitario sono stati evidenziati anche i segnali concreti di grande interesse della Toscana rurale verso le opportunità di investimento trainate dai fondi comunitari: in poco più di tre mesi dall’avvio dei bandi per il piano di sviluppo rurale 2007-2013 sono state circa 9.500 le domande presentate, per interventi capaci di rendere più moderna, funzionale e efficiente sia la rete delle aziende sia l’intero sistema rurale toscano. Segno questo, si è sottolineato nell’incontro, di una capacità di guardare il futuro con slancio e senso di prospettiva, senza fermarsi alla difficile congiuntura economica attuale.

Nel corso della riunione, presidente della Regione e direttrice Ue si sono confrontati su vari aspetti delle politiche comunitarie in relazione ai ruoli di Regione e Unione Europea. Tra i temi al centro del confronto anche la questione Ogm: Martini ha ribadito la posizione della Toscana e quella della rete europea Ogm-free di cui è stata co-fondatrice evidenziando le preoccupazioni per una regione che fa della biodiversità il segno distintivo delle sue produzioni. Sul tema, attualmente sul tappeto a livello comunitario, della possibile coesistenza tra prodotti tradizionali e Ogm, il presidente ha dunque indicato l’esigenza di prendere concretamente in esame la situazione e l’organizzazione dei territori per comprendere come, in certe aree, la scelta non dovrà avvenire su base aziendale: in un territorio come quello della Toscana, basato su un tessuto di aziende piccole, i rischi di contaminazione del transgenico sarebbero altissimi.
Ma la prima applicazione dei bandi del PSR 2007-2013 delude le attese degli imprenditori agricoli under 40, che, in questo strumento, avevano riposto la speranza di poter aprire nuove aziende o di potenziare quelle già avviate.

“La Regione Toscana – spiega Luigi Fanciulli Del Casino, delegato di Coldiretti Giovani Impresa – non ha dato seguito agli impegni assunti a suo tempo. Con enormi difficoltà Coldiretti era riuscita a far inserire all’interno del nuovo PSR un “pacchetto giovani”, un punto qualificante rispetto al precedente programma e che si poneva due obiettivi ambiziosi: favorire il ricambio generazionale, da un lato, e dunque contribuire al “ringiovanimento” dell’agricoltura toscana; dall’altro, stimolare la creazione di nuove imprese e, dunque, garantire un futuro al settore.

In realtà, questo provvedimento è rimasto lettera morta nei bandi. Il giovane che si insedia oggi non ha alcuna certezza di ottenere anche il finanziamento per gli investimenti, necessari ad ammodernare e sviluppare l’azienda, a differenza di quanto accade in altre realtà italiane”, conclude polemico il rappresentante dell’imprenditoria giovanile di Coldiretti. Ma la debacle per gli agricoltori che non hanno ancora compiuto i quarant’anni non finisce qui. La peggio tocca a chi ha scelto la strada della società, una strada tutta in salita per i giovani toscani, dato che vedono sfumare sia l’accesso alla misura specifica, sia l’attribuzione del punteggio di priorità nelle misure di investimento.

“Abbiamo casi eclatanti – dice il direttore di Coldiretti Toscana, Prisco Lucio Sorbo –. La Toscana penalizza le società agricole, forma imprenditoriale di recente introduzione, varata dal governo Prodi, su forte sollecitazione di Coldiretti, che rappresenta una conquista importante per lo sviluppo e l’ammodernamento dell’agricoltura. Ci attendevamo che anche la Regione la considerasse strategica, ma non è stato così”, aggiunge Fanciulli. “Tra l’altro le scelte adottate dalla Toscana rischiano di scatenare una sorta di inaccettabile “guerra di settore”, generano grandi incertezze tra coloro che intraprendono l’attività agricola, sviluppano contraddizioni pesanti tra le politiche e gli ordinamenti nazionali e la loro applicazione a livello regionale”, dice ancora Sorbo, annunciando battaglia: “Alla luce di quanto emerso in questa prima fase di applicazione del PSR, non consentiremo che, con i prossimi bandi, si ripetano le distorsioni e le ingiustizie che hanno caratterizzato la prima fase.

Non faremo sconti a una Regione che non ha mantenuto fede alle attese e non ha saputo rispondere alle esigenze delle imprese, impegnate in un percorso di modernizzazione dell’agricoltura”.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza