DVD – Dovresti vederli Davvero – 28 Settimane dopo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 luglio 2008 16:17
DVD – Dovresti vederli Davvero – 28 Settimane dopo

Un film di Juan Carlos Fresnadillo. Con Robert Carlyle, Rose Byrne, Jeremy Renner, Harold Perrineau, Jr.. Genere Horror, colore 99 minuti. - Produzione Gran Bretagna, Spagna 2007. - Distribuzione 20th Century Fox
“28 Giorni Dopo” di Danny Boyle si era segnalato come una piccola chicca per gli amanti del cinema di zombie, facendo spendere parole di lode da più parti nel globo. Questo sequel , girato dal regista spagnolo di “Intacto” , Juan Carlos Fresnadillo (anche sceneggiatore con Rowan Joffe, figlio di Roland ) si inserisce in scia, arrivando forse a vette ancora più alte. Anzitutto la direzione presa dalla regia : più che un film horror, più che un film “di contagio”, si ha la netta sensazione che si parli di altro.

Già l’inizio non è dei più rassicuranti : un gruppo di persone sopravvivono in una casa isolata di campagna, cercando di mantenere la calma e di tirare avanti come se niente fosse. Ma c’è un pericolo, e di lì a poco, sarà ben evidente a tutti. Il disagio e l’inquietudine sono presenti insomma sin dai primi istanti dell’assalto dei “contagiati” al tranquillo cottage immerso nella campagna inglese, da cui il solo ad uscirne vivo sarà Donald Harris ( un Carlyle veramente vile e codardo ) che abbandona la moglie alle grinfie dei mostri ( Catherine McCormack , sempre più bella via via che gli anni passano).

28 settimane dopo, dopo la quarantena, l’ Inghilterra è “invasa” dalle truppe americane che controllano e proteggono il Distretto di Londra nel tentativo di debellare il virus cannibalizzante. Là Harris ritrova i figli, scampati alla moria perché in gita scolastica ; ma soprattutto, ritrova la moglie, sopravvissuta al contagio grazie ad un’anomalia genetica ( occhi di colori diversi ) che ne fa di fatto una “portatrice sana” del virus.
E sarà l’amore e il senso di colpa dell’ uomo a scatenare la nuova ondata del morbo assassino : baciando la moglie, diventa il nuovo “untore “ che scatena l’armageddon.

Alla fine, i soli superstiti, i due figlioletti, (il maschietto è portatore dello stesso difetto salvifico della madre) verranno portati oltreoceano da un elicottero….solo per diffondere anche negli States la nuova peste, come ci mostrano le ultime, desolanti, senza speranza alcuna, inquadrature finali. Un film dal velato sapore politico ( qualcuno ci ha visto una critica alla politica estera degli Stati Uniti) come da sempre la figura dello zombie ispira ; a tal riguardo, significativa la sequenza in cui i cecchini incaricati di abbattere gli infetti non riescono a distinguere i bersagli e fanno una carneficina.

Non c’è speranza, non c’è redenzione nel film di Fresnadillo : l’amore non basta, anzi, cede di fronte alla codardia e al senso di colpa ( e la povera donna che ignara riattiva l’ecatombe viene straziata come prima vittima sacrificale dal neomutato marito ); non c’è salvezza, non c’è un solo raggio di luce. L’angoscia dilagante e la cupezza delle atmosfere fanno di 28 Settimane dopo qualcosa di più del solito film pauroso che ti fa scattare in piedi per un trucco già visto e rivisto : anzi, direi che non si scatta proprio mai.

Si assiste, impassibili, ad una storia dal finale già scritto, ma che con tutto te stesso non vorresti vedere. Un’elegia della morte, non beatificata, non amplificata, ma raccontata nuda e cruda con tutto l’orrore di cui la mente umana è spietatamente capace.
Marco Cei

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