L’Artigianato artistico di Firenze: a rischio il patrimonio di conoscenze del distretto della pelletteria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 maggio 2008 22:21
L’Artigianato artistico di Firenze: a rischio il patrimonio di conoscenze del distretto della pelletteria

Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, in collaborazione col centro ricerca “Arti e mestieri” attivo presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, presenta la ricerca “La grande Europa dei mestieri d’arte. L’artigianato artistico d’eccellenza nei Paesi dell’Unione Europea”.
Pubblicata da Vita e Pensiero, questa mappatura dei mestieri d’arte più prestigiosi d’Europa mette in evidenza il ruolo di particolare rilievo a livello internazionale della pelletteria nel distretto di Firenze Lo studio affronta l’importanza culturale del settore dell’artigianato, mettendone in luce la forza economica e fornendo, all’interno dei dati europei, anche i dati specifici dell’Italia: oltre 1.400.000 imprese (34,8% del totale UE), più di 3,5 milioni di addetti, un contributo alla ricchezza generata in Italia di quasi 148 miliardi di Euro pari al 12,5% del valore aggiunto nazionale.
Questi dati evidenziano la vocazione artigiana del nostro Paese e il peso di questo settore per l’economia italiana.

In particolare, in Toscana risultano attive circa 400.000 piccole e medie imprese artigiane che si occupano di pelletteria.
Il lavoro di queste imprese è riconosciuto internazionalmente come di straordinario pregio. Al cliente viene garantita l’unicità del prodotto, certificandone la realizzazione secondo i dettami del mestiere d’arte e attraverso i suoi strumenti tradizionali come il ditale a due aghi per la cucitura a “sellaio”, il coltello a mezzaluna e il “marcapunti”.
La maggior concentrazione di laboratori pellettieri si trova sul territorio di Firenze, considerato vero e proprio polo dell’artigianato artistico di eccellenza italiano.

Si tratta di circa 1500 piccole imprese formate da tre o quattro dipendenti e concentrate nelle zone di Scandicci, Lastra di Signa e Val di Sieve.
Seguendo la tendenza della riscoperta del “fatto ad arte” da parte del mondo delle griffe internazionali, molte case di moda hanno stretto collaborazioni con i piccoli laboratori artigiani della pelletteria fiorentina.
Le modalità sono diverse a seconda dell’importanza riconosciuta al savoir faire dei maestri artigiani. Si va dai contratti di esclusiva, attraverso i quali i piccoli laboratori arrivano a coprire anche il cento per cento delle produzioni in pelle delle collezioni, fino ad esempi di grandi maison che hanno riorganizzato interamente le proprie linee produttive per operare in sintonia con i Maestri d'Arte e le loro botteghe.
Questo patrimonio di conoscenze e di savoir faire è, ancora oggi, poco apprezzato dalle nuove generazioni e a rischio di estinzione, nonostante l’interesse suscitato nelle principali griffe internazionali del lusso.
Emerge, infatti, da uno studio del Centro di Formazione Professionale di San Colombo che l’unica professione in questa realtà considerata realmente interessante dai giovani è quella dello stilista, mentre il settore pellettiero e conciario registra una percentuale di adesioni molto bassa e in continuo decremento negli ultimi anni.
Ed è proprio la tutela e la valorizzazione dei mestieri d’arte della tradizione uno degli scopi che la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte ha voluto perseguire attraverso questa ricerca, avviando un processo di riscoperta del “fatto ad arte” italiano che stimoli e coinvolga le nuove generazioni.

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