Cambiamento climatico: soluzioni per fronteggiare gli effetti nefasti del clima sul mondo del vino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 giugno 2007 14:09
Cambiamento climatico: soluzioni per fronteggiare gli effetti nefasti del clima sul mondo del vino

26 giugno- Anche il mondo del vino sarà al centro del dibattito nel convegno “Agricoltura toscana e mutamenti climatici: scenari, contesti locali, strategie”. Il cambiamento della temperatura, gli scenari che si prospettano e le possibili strategie d’intervento saranno le tematiche centrali dell’incontro in programma venerdì 29 giugno a Firenze, Palazzo dei Congressi di piazza Adua. Il convegno è promosso dalla Regione Toscana e dall’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo – forestale (ARSIA).

All’incontro parteciperà, in qualità di relatore per il settore vitivinicolo, l’enologo e direttore di Aprovito (Associazione Produttori Vitivinicoli Toscani) Roberto Bruchi, insieme a illustri personaggi del mondo universitario, politico e giornalistico. “Niente allarmismi per i cambiamenti climatici in corso, l’eccellenza toscana non corre nessun pericolo”, spiega Roberto Bruchi, facendo riferimento allo studio di alcuni climatologi che alcuni mesi fa gettò scompiglio nel mondo del vino annunciando la possibile scomparsa di Brunello, Chianti e Nobile entro un secolo.
“Lo scenario pessimistico – continua Bruchi - danneggia senza formulare vere previsioni.

Ci sono, infatti, tutti gli strumenti necessari per adattarsi ai cambiamenti climatici, sia per quello che riguarda le tecnologie sia per quello che riguarda le tecniche di coltivazione e di lavorazione”.
“La vite – continua Bruchi – ha una elevata capacità di adattarsi, di modificarsi e di plasmarsi nel tempo. Le zone di coltivazione si trovano quasi esclusivamente fra il 30° ed il 50° grado di latitudine nord e sud, e ad un’altitudine compresa tra il livello del mare ed i 1000 metri circa.

E’ quindi una pianta che si adatta a climi molto differenti e ogni vitigno si adeguata più o meno bene ad un terroir”.
“E’ importante comunque –conclude Bruchi – proteggere il vigneto toscano non solo dal clima che cambia ma anche da altri rischi potenziali. Per questo la sinergia tra gli operatori del settore, i ricercatori e chi governa il territorio deve essere sempre più salda ed efficace. Dobbiamo dare merito all’assessore regionale all’Agricoltura Susanna Cenni di tenere sempre in grande considerazione le necessità dei vitivinicoltori toscani”.

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