Un lupo adulto di circa tre anni, trovato morto dagli uomini della Polizia provinciale appena poche ore fa sulle colline di Calenzano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 febbraio 2007 22:20
Un lupo adulto di circa tre anni, trovato morto dagli uomini della Polizia provinciale appena poche ore fa sulle colline di Calenzano

Gli avvelenamenti di animali domestici e selvatici sono in lieve flessione, ma la loro frequenza e il loro numero sono tali da suggerire che è necessario mantenere alta l’attenzione e la vigilanza.
Lo conferma il rapporto annuale sul fenomeno degli avvelenamenti reso noto oggi dalla Polizia provinciale.
Gli avvelenamenti segnalati nel 2006 sono stati 241. L’anno scorso erano stati dieci in più, 251. Il maggior numero dei casi a Firenze (32), Fiesole (16), Marradi (12), Pontassieve (11) e Lastra a Signa (11).

296 gli animali avvelenati, 219 quelli morti, soprattutto cani (57) e gatti (32) ma pure volpi, maiali, polli, rapaci - fra i quali un’aquila reale - e, come si è visto, anche lupi (3 i casi nel 2006).
87 i sopralluoghi fatti; 128 le analisi tossicologiche; 8 le perquisizioni, 6 seguite da sequestri di veleni (i più usati: fosfuro di zinco, metaldeide, crimidina, endosulfan e stricnina), armi e cartucce detenute irregolarmente, tagliole, animali imbalsamati o abbattuti illecitamente. Le persone indagate sono state 11, contro le 15 del 2005.

24 infine gli interventi a seguito di denunce di maltrattamenti di animali.
Fra le operazioni più importanti quella condotte in giugno a Vinci a seguito di un avvelenamento all’interno di un allevamento; quella che ha portato all’identificazione di tre persone e ad importanti sequestri nella Valle del Mugnone ed a Monteloro; le perquisizioni della scorsa settimana a Marradi alla ricerca dei responsabili dell’avvelenamento dell’aquila reale. Nelle operazioni antiavvelenameno gli agenti del Gruppo antibracconaggio antiveleni del Nucleo di Polizia Giudiziaria della Polizia provinciale, guidate dall’Ispettore Capo Alessandro Quercioli, ha operato avvalendosi della collaborazione dei vigili volontari di Libera Caccia, Enalcaccia, Federcaccia, Wwf, Ente produttori di selvaggina, Enpa e di Carabinieri, Forestali e Polizia municipale.

Hanno inoltre collaborato l’Istituto zooprofilattico sperimentale per Lazio e Toscana, il Dipartimento di tossicologia veterinaria dell’Università di Pisa e il Museo di Scienze Naturale della Specola.
La presenza costante degli agenti sul territorio è stata un elemento fondamentale per la sensibilizzazione della popolazione, che può essere ulteriormente coinvolta e tutelata attraverso nuovi strumenti che sono ora allo studio, come l’apposizione di una specifica segnaletica nelle zone più colpite.

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