Colle Val d’Elsa: vandalismo anche sul presepe

Redazione Nove da Firenze
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29 dicembre 2006 22:34
Colle Val d’Elsa: vandalismo anche sul presepe

29 dicembre 2006- Da settimane un poco in tutta Italia vandali devastano i presepi. Era successo sul sagrato della chiesa parrocchiale dei Sette Fratelli Martiri di Ranica (Bergamo), come a Borgomanero (Novara) dove quello allestito dal Comune è stato addirittura distrutto da un incendio doloso. Ma se la stessa cosa accade a Colle Val d’Elsa, l'evento diviene di interesse nazionale, dopo quel che è successo intorno alla erigenda moschea.
“Un ennesimo atto di vandalismo da condannare. Un atto completamente estraneo alla cultura della nostra città e ai valori di democrazia, civiltà ed uguaglianza che hanno sempre contraddistinto la comunità colligiana”.

Questo è il commento di Paolo Brogioni, sindaco di Colle di Val d’Elsa in merito alla distruzione del presepe, realizzato dai cittadini, nel quartiere de La Badia. “Gli oltraggiosi episodi che sono avvenuti nelle ultime settimane a Colle di Val d’Elsa – continua Brogioni – dimostrano ancora una volta la volontà esterna di creare un clima di forte intolleranza e di diffidenza. Gli atti di vandalismo non colpiscono soltanto la città di Colle di Val d’Elsa, ma offendono gravemente il senso di civiltà di tutta la società colligiana.

L’amministrazione comunale, insieme alla Comunità islamica locale, stanno lavorando, da anni, a un percorso di conoscenza, di solidarietà e di integrazione che si è costruito e arricchito con azioni quotidiane, come l’attivazione di uno sportello di consulenza e di supporto ai cittadini stranieri con la presenza di mediatori linguistico-culturali; la collaborazione con associazioni di volontariato locali per l’attivazione di corsi di lingua e cultura italiana per adulti. Il Comune di Colle di Val d’Elsa lavora in stretta collaborazione con tutte le associazioni presenti sul territorio ed è aperto al confronto con tutti i cittadini senza però perdere di vista l’obiettivo di costruire nella nostra città una sempre più armonica integrazione, mantenendo al tempo stesso la nostra identità”.

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