Gravi e ripetuti atti di bracconaggio in Valdinievole

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 dicembre 2006 23:47
Gravi e ripetuti atti di bracconaggio in Valdinievole

Con lo sparviero recuperato nei giorni scorsi sale a cinque il numero degli uccelli rapaci feriti da arma da fuoco negli ultimi mesi: le altre vittime sono due poiane, un gheppio e un raro gufo di palude.
Gli animali sono stati recuperati, su segnalazione di privati cittadini, dal Centro di Ricerca del Padule di Fucecchio e trasportati in una struttura specializzata per la cura e la riabilitazione gestita dalla LIPU - Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli.
Il dato risulta molto preoccupante, in quanto un numero così elevato di recuperi in un periodo così limitato non si era mai verificato; si tenga conto che statisticamente gli animali recuperati in vita rappresentano solo una piccola parte di quelli abbattuti, ed ancor più limitata è la percentuale di quelli che possono tornare a volare in libertà.

Nell'immagine lo sparviero ferito

Inoltre fra gli uccelli recuperati vi è una specie molto rara, il gufo di palude, di cui esistono pochissime segnalazioni per il Padule di Fucecchio (si tratta di una specie migratrice che nidifica nelle paludi dell’Europa Settentrionale).
Lo stato di conservazione relativamente buono di un paio di specie (gheppio e poiana) non deve trarre in inganno: purtroppo la situazione degli uccelli rapaci in Europa è assai critica.
Recentemente uno studio commissionato dal Governo britannico su proposta della Commissione Scientifica del Segretariato della Convenzione di Bonn ha evidenziato che l’80% delle specie europee di rapaci presenta uno stato di conservazione sfavorevole e ben 7 sono globalmente minacciate, vale a dire a rischio di estinzione in tempi brevi.


Le cause del declino di questi animali, di fondamentale importanza per gli ecosistemi (dove rivestono il ruolo di predatori e di spazzini), sono da ricercarsi essenzialmente nella perdita di habitat e nella caccia illegale.
In Italia i rapaci figurano fra le specie “particolarmente protette”, ma nonostante che negli ultimi due decenni si sia verificata una consistente diminuzione degli abbattimenti illegali, il fenomeno non è affatto scomparso e periodicamente si assiste a fasi di recrudescenza.
Il Centro invita tutti coloro che fossero in possesso di informazioni utili all’identificazione degli autori di questi gesti inqualificabili a mettersi in contatto con la Polizia Provinciale o il Corpo Forestale dello Stato.

Notizie correlate
In evidenza