Partecipazione: ieri sera l'intervento del Presidente di Comunicazione Democratica al convegno organizzato dall'Assessorato del Comune di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2006 16:06
Partecipazione: ieri sera l'intervento del Presidente di Comunicazione Democratica al convegno organizzato dall'Assessorato del Comune di Firenze


di Nicola Novelli*

Credo sia necessario affermare con chiarezza iniziale che la partecipazione è una grande risorsa per la democrazia italiana, per evitare che essa declini sospinta nei prossimi anni da una pericolosa deriva plebiscitario-elettoralistica. Ed è una prezionsa risorsa sopratutto per la politica, per gli amministratori, che orfani dei grandi partiti di massa padri costituzionali, hanno bisogno del contributo della collettività per sostenere la responsabilità delle scelte amministrative.
Per ottenere e mantenere la disponibilità dei cittadini a contribuire con impegno e fatica ai percorsi di condivisione del governo sociale è necessario offrire loro garanzie che questo loro apporto verrà gestito con intelligenza e a fini costrittuvi.

Guai a ripetere gli errori della democrazia di base dei consigli di quartiere, o dei decreti delegati della scuola degli anni '70: i nuovi Percorsi di Partecipazione potrebbero costituire l'ultima spiaggia della democrazia italiana.
Come conquistare la fiducia dei cittadini, "imbrigliando senza vincoli" la loro energia vitale in una direzione costruttiva? Proviamo a vedere, sulla base delle recenti esperienze toscane, quali elementi funzionali hanno suscitato le maggiori perplessità dei partecipanti:
 Non è possibile selezionare, o discriminare per materie i percorsi di partecipazione (argomenti innnocui politicamente oggetto dei percorsi/temi scottanti no).

O i percorsi si applicano potenzialmente a tutte le materie, oppure appariranno strumentali e inutili;
 Non è possibile selezionare, o discriminare gli strumenti di partecipazione in funzione delle materie (argomenti innnocui politicamente oggetto di strumenti permanenti di partecipazione/strumenti di partecipazione occasionale su temi scottanti). E' opportuno ad esempio valorizzare gli strumenti di partecipazione esistenti da tempo, ma pressoché inutilizzati: si rendano finalmente accessibili alla cittadinanza attiva le commisioni tematiche delle assemblee elettive (con pubbliche audizioni e contributi scritti);
 E' necessario offrire garanzie di terzietà nella gestione dei processi.

Verbalizzazione, calendarizzazione, comunicazioni pubbliche devono essere gestiti dalla pubblica amministrazione e non dagli eletti, o dalle giunte;
 Pur lasciando la decisione politica finale nelle mani degli amministratori, è necessario garantire ai partecipanti che eventuali decisioni divergenti, rispetto ad alternative emerse nel percoro, saranno motivate pubblicamente, come oggi si fa per le interrogazioni consiliari.
Raccordando queste considerazioni al contemporaneo Percorso per una Legge regionale sulla Partecipazione, mi domando se una legge sia davvero necessaria per garantire simili elementi di democraticità nei Percorsi di partecipazione.

La risposta è che per far crescere consapevolezza e cultura della partecipazione nella classe politica potrebbe forse essere sufficiente il coinvolgimento del Consiglio delle Autonomie (organismo riconsciuto dalla Regione Toscana) che potrebbe facilmente far proprie queste istanze con un documento di raccomandazione indirizzato agli enti locali toscani. Qualcosa di simile è stato realizzato dal Consiglio lo scorso anno in tema di tutela del diritto di accesso. Si tratterebbe cioè di un documento con cui affermare una nuova Cultura dei doveri della Partecipazione, sottolineando la necessità di garantire alla cittadinanza accessibilità, comunicazione e partecipazione informata.

Fondamentale offrire ad esempio una reale accessibilità alle reti civiche, un problema che da almeno un decennio in Italia attende ancora una cultura delle soluzioni: senza e-democracy la partecipazione non ha gambe.
Quanto al tema dei meccanismi premiali per i processi, in termini di erogazione di risorse economiche, o sistemi di valutazione, credo che il costo politico che le amministrazioni decidono di assumersi avviando seri processi di partecipazione non possa essere bilanciato da remunerazioni economiche.

Chi decide di impegnarsi davvero in questa esperienza lo fa indipendentemente da qualche migliaio di euro in più, magari sottratto a monte a qualche altro capitolo di spesa.
Concludo sottolineando con preoccupazione che, trascorsi otto mesi dall'avvio del percorso per la legge regionale, e in mancaza di un pubblico dibattito che coinvolga in prima fila le forze politiche toscane e i gruppi consiliari di maggioranza e opposizione, la Partecipazione è un tema di reale emergenza che chiama al contributo suppletivo la società civile.

Grazie per l'occasione offerta stasera: ma non c'è dubbio che sia necessario trovare ulteriori occasioni per dare voce, su un tema così importante, ai rappresentanti della cittadinanza attiva.

* Direttore di Nove da Firenze

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