Pillola abortiva: somministrazioni stabili in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 luglio 2006 13:35
Pillola abortiva: somministrazioni stabili in Toscana

"Nei primi cinque mesi di quest'anno, le interruzioni farmacologiche di gravidanza sono state 190: 83 a Pontedera, 38 nell'Asl 11 e 56 nell'azienda ospedaliera senese. Non si registra, quindi, nessuna tendenza in aumento". I dati sono stati forniti dall'assessore per il Diritto alla salute, Enrico Rossi, rispondendo ad un'interrogazione del consigliere Marco Carraresi (Udc). L'assessore ha precisato che la Regione non ha, né avrebbe potuto, dare disposizioni particolari per la segnalazione di reazioni avverse dopo la somministrazione, essendo la materia regolamentata da tre devreti legislativi.

Rossi ha anche sottolineato che non è stata effettuata alcune rilevazione specifica sulle dimissione volontarie, perché, anche in questo caso valgono, le stesse disposizioni che regolamentano il ricovero ospedaliero. Carraresi si è dichiarato insoddisfatto della risposta. A suo parere, nel caso della pillola Ru 486, occorre "un monitoraggio attento e rigoroso, non per una battaglia ideologica, ma a tutela della salute della donna", visto che autorevoli riviste scientifiche segnalano rischi molto più elevati rispetto all'intervento chirurgico.

Una richiesta, quella del monitoraggio, contenuta anche in una mozione presentata insieme ad alcuni consiglieri e consigliere di Forza Italia.
Sulla mozione ha annunciato voto contrario Rosanna Pugnalini (Ds), perché, a suo parere, si utilizzano in modo strumentale alcuni elementi, come le dimissioni volontarie o i rischi di effetti non prevedibili, che tutti i farmaci presentano.
Anna Maria Celesti (Forza Italia) ha ricordato che la legge 194/78 non nasce per "legalizzare l'aborto", dal momento che l'interruzione di gravidanza "è solo l'extrema ratio di un percorso difficile, che dovrebbe coinvolgere anche il padre".

Un percorso nel quale i consultori dovrebbero svolgere un ruolo più incisivo. "Una legge dello Stato - ha affermato - deve essere applicata a 360 gradi".
"La decisione finale spetta alla donna. La legge 194/78 garantisce questo ed è giusto che sia cosi" ha dichiarato Giancarlo Tei (Sdi), secondo il quale l'uso della pillola RU 486 è diventata l'occasione per "un'aggressione alla legge", che è un'aggressione "ad una responsabilità ed una coscienza ormai diffuse".
"Nessuna aggressione alla legge o alla scelta autonoma della donna - ha replicato Rossella Angiolini (Forza Italia) - C'è un aspetto etico: l'uso della pillola può rendere più semplice la decisione di abortire, visto che non si ricorre all'intervento chirurgico.

Ed i consultori non seguono le indicazioni della 194/78". L'assessore Rossi si è impegegnato a riferire presto in Consiglio sugli interventi per potenziare i consultori, con un notevole impegno finanziario da parte della Regione. "Un monitoraggio solo sulla pillola RU 486 e non sul complesso delle interruzioni volontarie di gravidanza - ha affermato - ha un chiaro intento polemico. Per questo siamo contrari alla mozione".
"La difesa della vita è un principio non negoziabile. Vale per l'aborto e vale per le cellule staminali" ha dichiarato Luciano Ghelli (Comunisti italiani), intervenendo a titolo personale.

Una posizione condivisa dal capogruppo della Margherita Alberto Monaci, il cui gruppo ha optato per il voto di astensione. Voto favorevole è invece stato annunciato da Roberto Benedetti (An). L'aula ha così respinto il documento. (dp)

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