Ciatti, Matec, Elettrolux-Zanussi: il capitale industriale che non c'è più

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 dicembre 2005 11:04
Ciatti, Matec, Elettrolux-Zanussi: il capitale industriale che non c'è più


di Rizzo Roberto
Resp. Lavoro Segreteria Regionale PRC


Dall’inizio dell’anno i provvedimenti annunciati (in parte già realizzati) da questi gruppi industriali nei loro impianti produttivi di Scandicci danno la misura della gravità della Crisi economica, e le conseguenti ricadute occupazionali che sta attraversando la regione.
A gennaio il sindaco Gheri invitava a non leggere il ridimensionamento della Ciatti come “la punta di un iceberg” Oggi i casi Zanussi e Matec mostrano il contrario e cioè che la tendenza ad abbandonare la produzione nelle nostre zone è il dato dirimente da cui partire per poter contrastare efficacemente la situazione.
Dopo la chiusura delle vertenze Ciatti e la Zanussi, che hanno visto la perdita di più di 200 posti di lavoro, due sere fa, alla fine di una riunione fiume in provincia, il sindacato ha giustamente rifiutato di firmare l”accordo che prevedeva la cassaintegrazione per cessazione di attività della Matec.
Ieri, la proprietà ha risposto con la serrata dell’azienda: un atteggiamento intollerabile, da padrone ottocentesco, in barba al futuro e la professionalità dei 270 lavoratori/rici.
Un atteggiamento arrogante che ha voluto escludere qualsiasi confronto su ipotesi di riconversione, possibili, così come chiesto dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali, che proponevano altri 30 giorni di discussione per dare un futuro a 270 lavoratori.
In questa vicenda come in altre (Manetti e Roberts, Giotto) di fatto, le istituzioni hanno svolto un ruolo del tutto inadeguato, con atteggiamenti a volte anche “codini”: sottovalutazione delle vertenze in atto, ritardo nei tempi, inefficacia delle azioni.

Il gruppo Lonati ha annunciato la chiusura dell’impianto a Scandicci dal mese di luglio e nonostante la mobilitazione permanente da parte dei lavoratori/rici, solo nel mese di dicembre le istituzioni locali hanno concretizzato il loro agire in un incontro al ministero delle attività produttive, concludendo comunque in ritardo con un accordo improntato alla genericità, senza strappare impegni concreti nemmeno a medio termine per una riconversione che escludesse la cessazione di attività. La REGIONE, si è mossa solo negli ultimissimi giorni a prendere atto evidentemente della fine di una realtà produttiva ed umana che scompare.

purtroppo troppo spesso siamo a rilevare i ritardi della politica e delle istituzioni sulle questioni del mondo del lavoro,le sue vicende e le sue tragedie. per le vertenze aziendali che si stanno aprendo in questi giorni,sarebbe forse il caso di cambiare strategia,evitando di assumere il ruolo di chi non trova altra strada che quella di recitare requiem.
Qui in gioco oltre alla prospettiva di occupazione ci sono il presente e il futuro della nostra regione.
Il PRC rinnova il sostegno e la solidarietà ai lavoratori/rici in lotta della Matec.

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