I Circoli di Firenze, Prato e Pistoia di Sinistra Ecologista l'associazione ambientalista che fa capo ai DS, hanno definito un poprio documento comune sulla questione dei rifiuti nell'area fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 novembre 2005 20:11
I Circoli di Firenze, Prato e Pistoia di Sinistra Ecologista l'associazione ambientalista che fa capo ai DS, hanno definito un poprio documento comune sulla questione dei rifiuti nell'area fiorentina

Eccone il testo redatto dai tre portavoce/coordinatori dei Circoli sinistra Ecologista, Antongiulio Barbaro – Firenze, Chiara Recchia – Prato, Piero Dini – Pistoia:

In attesa dei nefasti decreti attuativi della Legge delega di riordino delle norme ambientali ad opera del governo di centrodestra, che rischiano di farci arretrare di anni e di farci “precipitare” fuori dall'Europa anche in questo campo, i Circoli di Sinistra Ecologista di Firenze, Prato e Pistoia intendono esprimere una posizione condivisa sul dibattito riguardante la questione della corretta gestione dei rifiuti nell'area che va da Firenze a Pistoia e che si è, purtroppo, concentrata sul tema della costruzione di uno o più nuovi termovalorizzatori.E' opportuno ricordare che, nel contributo di Sinistra Ecologista all’elaborazione del programma di Prodi, il rifiuto non può essere considerato fonte energetica rinnovabile, come invece sostenuto dall'attuale Governo, cioè alla stessa stregua dell'eolico e del solare, magari riconoscendogli analoghe sovvenzioni economiche.

La termovalorizzazione dei rifiuti va assimilata più ad una modalità di smaltimento del rifiuto che ad una forma di recupero energetico. Quindi, per ragioni ambientali, appare necessario porre un limite massimo alla potenzialità dell’incenerimento, seppure con recupero energetico.

In altre parole, Sinistra Ecologista ritiene ambiguo e sbagliato il principio che mira ad equiparare il recupero energetico, che scaturisce dalla termovalorizzazione, ad una forma di energia rinnovabile.

Perciò dovrebbe essere evitata qualsiasi concorrenzialità tra un costante impegno per la crescita della percentuale di raccolta differenziata, e quindi del conseguente recupero di materia, e la “necessità” di una quantità minima di rifiuti destinati all'incenerimento.

Perciò i Circoli di Sinistra Ecologista di Firenze, Prato e Pistoia sottolineano con forza che la scelta della termovalorizzazione nella Piana può essere accettata esclusivamente alle seguenti condizioni:
 che via sia una decisa ed immediata accelerazione verso forme di raccolta differenziata spinta, con l’obiettivo di superare la soglia minima del 35% fissata dal D.Lgs.

n. 22/1997 "Ronchi" e raggiungere percentuali comprese tra il 60% ed il 70% entro il 2007/2008, contestualmente incentivando e moltiplicando le misure di riduzione dei rifiuti a monte. In tale contesto è necessario che la Regione incentivi o renda obbligatorio l'acquisto del 30% di prodotti riciclati e eco-sostenibili da parte degli Enti pubblici, come indicato del Decreto n. 203/2003;
 che vi sia in particolare una forte accelerazione sulla raccolta differenziata "a monte" dei rifiuti organici, necessaria sia per la produzione di compost di qualità utile come ammendante e come materiale di arricchimento dei terreni posti a coltivazione, ma anche per avviare ai futuri impianti di termovalorizzazione rifiuti selezionati in grado di tenere intrinsecamente bassa la nocività delle emissioni in atmosfera.

In tale contesto occorre anche accelerare la realizzazione degli idonei impianti di compostaggio;
 che si predispongano tariffe (TIA) omogenee in tutto il territorio dell'Area vasta, basate sulla quantità di rifiuti indifferenziati conferiti dai cittadini, dai commercianti e dalle imprese, facendo leva su di esse per favorire il circolo virtuoso del conferimento differenziato presso le stazioni ecologiche, a loro volta da moltiplicare e potenziare;
 che gli ATO delle tre province trovino, tramite il coordinamento della Regione (articolo 25 della L.R.

n.25/1988), un accordo di Area vasta sul numero, sulla tipologia, sulle potenzialità massime e sull'ubicazione degli impianti, anche al fine di coordinare utilmente i flussi di materiale da avviare a termovalorizzazione e quindi i rispettivi Piani industriali;
 che il bilancio ambientale complessivo, comprensivo del contributi alle emissioni in atmosfera del trasporti dei rifiuti e delle discariche, sia pressoché nullo.

L’effetto dell’azione combinata di tutti questi elementi deve scongiurare la possibilità che sorgano stabilmente nella Piana più di due impianti di termovalorizzazione con la potenzialità di smaltire oltre il 30% dei rifiuti dell'area, compromettendo non solo la salute degli abitanti, ma anche opzioni future di smaltimento e di produzione di energia che siano più compatibili sia con l’ecologia che con l’economia.

In prospettiva, i Circoli di Sinistra Ecologista di Firenze, Prato e Pistoia ritengono che sia necessario porre in essere le misure più idonee per evitare che lo smaltimento tramite termovalorizzazione si trasformi da modalità residuale di gestione dei rifiuti in un affare economico appetibile per le società di gestione.

A tal fine caldeggiano la Regione Toscana, le Province e Comuni coinvolti affinché sia rapidamente avviata un seria riflessione sulle norme più utili per superare l'attuale frammentazione nelle gestioni (ad esempio ipotizzando un gestore unico per ogni ATO, come avviene nel caso della risorsa idrica; ovvero incentivando tutte le sinergie operative tra tutti i gestori pubblici dell'Area), con particolare riferimento proprio agli impianti di termovalorizzazione.

Occorre cioè evitare una negativa concorrenza tra gestori per accaparrarsi fette di "mercato" dai territori contermini: a tal fine pare auspicabile la fissazione in sede regionale di tariffe omogenee di conferimento agli impianti e alle discariche pubbliche, onde ridurre l'attuale tendenza a lasciarle alla mercé della dinamica domanda/offerta, nonché una decisa azione politica affinché sia quanto meno costituito un consorzio unico tra le aziende per la gestione di tutti gli impianti pubblici dell'area.

Non ultimo, preme osservare come mostri la corda la scelta operata dal legislatore regionale di far coincidere le Comunità di Ambito con i territori delle Province (a parte l'assurdo caso dell'ATO 5 che ricomprende i Comuni della Provincia di Pistoia e quelli del Circondario Empolese-Valdelsa).

Pur mantenendo fermo il principio dell'autosufficienza dei territori, una modifica dell'articolo 24 della L.R. n. 25/1988 appare ormai ineludibile, almeno se si vuole gestire in modo unitario un'area come quella della Piana di Firenze, Prato e Pistoia che si presenta omogenea dal punto di vista ecologico, morfologico e climatico, con caratteristiche peraltro di forte antropizzazione e uso intensivo dei suoli tali da imporre cautela e oculatezza nell'uso delle risorse naturali disponibili, assai ridottesi dal dopoguerra.

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