Crocifissi negli edifici pubblici: l'intervento di Perini (Margherita)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 novembre 2005 14:06
Crocifissi negli edifici pubblici: l'intervento di Perini (Margherita)

Questo il testo dell'intervento del capogruppo della Margherita Nicola Perini, dei consiglieri Marco Carrai, Lavinia Balata Orsatti e dei consiglieri di quartiere Mugelli, Turis, Orsatti, Brutini, Fratini, Sacconi, Saccia, Ceccarelli e Marmugi: «Sul tema del Crocifisso nei luoghi pubblici si assiste a un dibattito surreale, dove pare prevalere la ricerca forzata di uno scontro tra laicismo e valori religiosi. Questa deformazione si è accentuata in occasione del referendum sulla procreazione assistita, quando da più parti è emersa la volontà di rinverdire antiche battaglie anche a costo di andare fuori tema.

Da una parte si assiste alla nevrosi anticlericale di certa sinistra; dall'altra si scatenano gli opportunisti della destra che un giorno espongono i vessilli "liberal" e il giorno dopo si scoprono clericali. Gli interventi strumentali della destra non ci riguardano, ma nel centrosinistra si rischia di sprecare l'occasione di un confronto serio sui temi etici e religiosi. La Chiesa cattolica non ha bisogno di particolari privilegi. Il suo profondo senso ecumenico le ha consentito di farsi battistrada per la libertà delle altre confessioni.

Gli elementi virtuosi del cattolicesimo democratico hanno saputo mettere in pratica l'alto concetto della laicità politica. Date queste premesse e assunto che nessuno vuole imporre la propria fede, non riusciamo a comprendere questa rabbia, questa nevrosi quasi dogmatica nei confronti dei simboli della religione cattolica, negazione del tanto sbandierato valore della tolleranza. Allo stesso tempo ci pare fuori luogo che una parte della sinistra si erga a giudice di ciò che è giusto che i vertici della Chiesa debbano dire, pretendendo di zittire l'azione pastorale quando non si è d'accordo.

Peggio ancora, si predica tolleranza nei confronti delle altre confessioni religiose e si è intolleranti nei confronti della dottrina e dei simboli della religione cattolica. La libertà religiosa è la pietra di paragone per misurare in termini di tolleranza il grado di integrazione delle minoranze. Integrazione non è assimilazione, ma pacifica convivenza nel rispetto delle radici culturali del popolo ospitante. L'assessore Siliani ha accolto l'interrogazione di alcuni consiglieri dei Ds e del Pdci per far togliere i Crocifissi dai locali del Comune.

La decisione finale spetta al Sindaco: auspichiamo che sappia agire con equilibrio culturale e rispetto istituzionale. Oltre a ciò riteniamo non sia corretto il giudizio che i firmatari dell'interrogazione hanno espresso nei confronti della dirigente che ha apposto i crocifissi nei locali dell'anagrafe; a lei vogliamo esprimere rispetto e stima. L'argomentazione "tecnica" dell'assessore alla cultura Siliani sulla laicità dello Stato, non tiene conto di argomentazioni politiche e "culturali".

I motivi sono essenzialmente due: 1) La religione cattolica non è la religione dello Stato. Ciò non significa che cessi di essere la religione storica del popolo italiano, tanto è vero che l'insegnamento della religione cattolica continua ad essere assicurato - benché (opportunamente) facoltativo - nelle scuole di Stato, riconoscendo così che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano. 2) Lo Stato laico è chiamato a tutelare la libertà religiosa in regime di pluralismo confessionale e culturale; deve rispettare perciò le esigenze della coscienza religiosa dei cittadini.

Il Crocifisso appartiene al patrimonio storico del popolo italiano e come tale ha titolo di stare in un ufficio pubblico. Il Comune non può vietare l'affissione in un ufficio perché questo sarebbe un atto ostile verso la comunità dei cittadini credenti e contrario alla forma costituzionale della laicità. Il Crocifisso è un punto di riferimento per i credenti, ma non solo. Fa parte della storia e come tale può essere accettato anche da chi non crede. Ci auguriamo che il Sindaco di Firenze tenga conto di queste considerazioni, assumendo una decisione saggia: niente si può imporre in uno Stato laico e tollerante, tantomeno si può imporre la rimozione dei Crocifissi dagli uffici pubblici».

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