Inchiesta rifiuti: la magistratura indaga 3 dirigenti Arpat

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 ottobre 2005 19:41
Inchiesta rifiuti: la magistratura indaga 3 dirigenti Arpat

Firenze, 24 Ottobre 2005- I carabinieri del nucleo ambiente hanno eseguito la notte scorsa 31 arresti nell'ambito di un'ampia operazione contro il traffico illecito di rifiuti. Lo hanno reso noto le forze dell'ordine questa mattina. Dopo 13 mesi di indagini, coordinate dalla procura di Massa Carrara, in Toscana, sono finiti in manette imprenditori, funzionari pubblici, professionisti ed esponenti delle forze dell'ordine con le accuse, a vario titolo, di associazione a delinquere, disastro ambientale, turbativa d'asta, peculato, truffa aggravata e traffico illecito di rifiuti.

Gli indagati complessivi nell'inchiesta sono 68. L'indagine ha coinvolto 400 carabinieri tra Toscana, Lombardia, Veneto e Liguria e ha portato anche al sequestro di 12 aziende, hanno aggiunto le forze dell'ordine. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'organizzazione avrebbe smaltito illegalmente almeno un milione 200.000 tonnellate di rifiuti, per guadagni di almeno 90 milioni di euro. Le aziende di bonifica coinvolte nell'inchiesta si aggiudicavano appalti per lo smaltimento di rifiuti pericolosi per poi usare questo materiale in opere private e pubbliche di riempimento attraverso altre società edili e di movimento terra appartenenti all'organizzazione criminale.

Alcuni organi amministrativi avrebbero inoltre coperto le attività illecite fornendo falsi certificati per il trasporto di materiali pericolosi.
Il Presidente di Alleanza Nazionale in Consiglio regionale Maurizio Bianconi interviene sul coinvolgimento di tre dirigenti Arpat: «Da anni denuncio questo problema per cui l'Arpat svolge il doppio ruolo di controllore e controllato su più questioni, ma soprattutto su quella dei rifiuti. Nella vicenda particolare di oggi, non posso che auspicare che si arrivi a verificare l'estraneità dei dirigenti dell'Agenzia regionale.

Tuttavia, debbo purtroppo ribadire che le condizioni e i presupposti per un contesto fertile alle infiltrazioni criminose esistono, e che in questi anni la Regione ha sempre fatto orecchie da mercante alle nostre segnalazioni. Così, adesso la polizia e la magistratura si trovano a dover intervenire a colmare le mancanze della politica».

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