I ragazzi dell’Istituto Penale Minorile “Meucci” di Firenze nell’isola del Signore delle Mosche

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2005 14:11
I ragazzi dell’Istituto Penale Minorile “Meucci” di Firenze nell’isola del Signore delle Mosche

Dal 2 al 9 ottobre i ragazzi ospiti del I.P.M. Meucci di Firenze metteranno in scena uno spettacolo tratto dal famoso romanzo di William Golding.

La rappresentazione è il risultato finale di un laboratorio teatrale svolto dagli operatori dell’ O.S.A. Teatro negli ultimi tre mesi. Questo atto unico racconterà, attraverso una forte componente corporea e i codici del teatro di ricerca, la storia di un gruppo di ragazzi dispersi su un’isola deserta mentre il resto del mondo è sull’orlo della guerra atomica.



Lo spettacolo racconta la vicenda di un gruppo di ragazzi che, evacuati dall’Inghilterra per l’imminente esplosione della guerra atomica, si ritrovano in un’isola deserta in seguito all’abbattimento dell’aereo che li trasportava.

Il Signore delle Mosche è la metafora della società contemporanea e del bivio davanti al quale si ritrova l’Uomo, tra il rispetto delle regole e la tentazione dell’anarchia.

I ragazzi non sono ancora pregni dei condizionamenti degli adulti, questo disastro dà loro la possibilità di ricreare una società fondata sui valori dell’amicizia, della collaborazione e dell’armonia senza conflitti.

Con entusiasmo vivono i primi giorni di sopravvivenza, giocando, nuotando e mangiando frutta. La sopravvivenza però alle volte passa dalla violenza e dall’irrazionalità. Ed è per questo che l’idillio presto muta in un conflitto primordiale, quasi mitico, tra il bene e il male. In questo scontro affiorano le pulsioni ferine e la violenza oscura dell’inquietudine metafisica.

La scelta di questo testo da parte del regista Claudio Suzzi non è casuale, poiché ritiene che l’isola deserta possa essere la metafora del carcere stesso, dove i ragazzi detenuti si sono ritrovati per proprie responsabilità o perché sono stati abbandonati dagli adulti.

La costituzione di gruppi come piccole tribù, l’assunzione di regole non scritte diverse da quelle imposte dagli adulti, il cambiamento nel bene o nel male dei ragazzi dopo questa esperienza e la tentazione di affidarsi solo all’istinto piuttosto che ricercare un miglioramento personale, sono dinamiche sia dei ragazzi dell’isola che di quelli nell’istituto.

Questo testo ha permesso di affrontare, durante il percorso laboratoriale con i ragazzi, temi per loro molto interessanti quali la necessità delle regole e dei doveri, la democrazia, il valore del rispetto e del dialogo, la scissione tra razionalità e violenza.

Il romanzo di Golding ben si presta a questo lavoro di riflessioni su tematiche universali dato il forte valore simbolico dei personaggi e di tutto il romanzo.

Molti dei ragazzi dell’istituto si riconoscono nel personaggio di Jack, violento e anarchico, ma sono consapevoli che la salvezza e il riscatto nel romanzo, avvengono grazie all’impegno con il quale Piggy e Ralph, che rappresentano la razionalità, il rispetto delle regole e la scienza, tengono acceso il fuoco sulla montagna.

La salvezza arriverà con una nave militare e allora il cerchio si chiude con quella stessa guerra che aveva dato il via alla storia. La guerra dei grandi, la violenza che gli adulti perpetrano nei confronti di altri esseri umani è la vera Bestia, strisciante nel buio, che angoscia il sonno dei più piccoli.

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