Senato: presentati gli emendamenti Ds in difesa delle Fondazioni bancarie

Redazione Nove da Firenze
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28 luglio 2005 23:49
Senato: presentati gli emendamenti Ds in difesa delle Fondazioni bancarie

Il Senato sta per iniziare l’esame in Aula del disegno di legge sulla tutela del risparmio. Come è noto, per iniziativa dei relatori di maggioranza, Eufemi e Semeraro, il testo all’esame dell’assemblea comprende un articolo che limita al 30 per cento i diritti di voto delle Fondazioni di origine bancarie nelle banche da esse partecipate. Questa mattina è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti che saranno discussi nel mese di settembre.

Il senatore Franco Bassanini ha reso noto che il gruppo Ds ha presentato due emendamenti: il primo, a firma dello stesso Bassanini, di Giuliano Amato, di Lanfranco Turci e di Giancarlo Pasquini, propone la soppressione pura e semplice dell’articolo 7.

La presentazione di questo emendamento è motivata in primo luogo dalla convinzione che la limitazione dei diritti di voto delle Fondazioni nelle assemblee delle banche sia una misura incostituzionale e espropriativa. Le Fondazioni sono, infatti, soggetti di diritto privato e sono espressamente definite come tali dalla legge Ciampi. Infine a Corte costituzionale, con le sentenze 300 e 301 del 2003, ha stabilito che la loro natura privatistica e la loro autonomia hanno radici nella stessa Costituzione e dunque non possono essere contraddette né limitate dalla legge.



Franco Bassanini e Giuliano Amato hanno poi presentato un secondo emendamento che, come il primo, propone la soppressione dell’articolo 7 ma, in più, corregge l’articolo 25 della legge Ciampi, laddove prevede una disposizione altrettanto incostituzionale ed espropriativa dei diritti delle Fondazioni. Questa disposizione recita: “Qualora la fondazione, scaduti i periodi di tempo rispettivamente indicati ai commi 1 e 2(e dunque al 1° gennaio 2006), continui a detenere le partecipazioni di controllo ivi previste, alla dismissione provvede, sentita la fondazione ed anche mediante un apposito commissario, l'Autorita' di vigilanza, nella misura idonea a determinare la perdita del controllo e nei tempi ritenuti opportuni in relazione alle condizioni di mercato ed all'esigenza di salvaguardare il valore del patrimonio”.

Si tratta di una disposizione che, molto probabilmente, non si applica alla Fondazione Mps, che ha già provveduto a introdurre per via statutaria una serie di limitazioni ai suoi poteri di azionista. Ma si tratta comunque di una disposizione incostituzionale e che potrebbe prestarsi a qualche nuova iniziativa ostile, magari previa introduzione nella legislazione di una nozione di controllo più restrittiva di quella prevista oggi. Amato e Bassanini propongono quindi che questo comma della legge Ciampi sia cancellato.

E che l’unica sanzione per le Fondazioni che dovessero conservare una posizione di controllo sulle banche conferitarie dopo il 1° gennaio prossimo resti quella, già prevista da un’altra disposizione della legge Ciampi, della perdita di alcuni benefici fiscali connessi alla natura di ente non commerciale.

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