E’ depositata da oggi e per i prossimi 45 giorni, presso l’URP del Comune, la documentazione relativa ad una variante al Piano di recupero
Nella classificazione del patrimonio edilizio, il complesso rientra nell’elenco dei beni culturali vincolati, presentando valore storico, artistico e ambientale. Il Piano ha per oggetto non solo il recupero a fini turistico-ricettivi del complesso edificato, ma anche il consolidamento della torre campanaria della pieve; la relativa convenzione è stata sottoscritta infatti, oltre che dai proprietari del patrimonio edilizio, anche dalla parrocchia S. Giovanni di Montelupo, proprietaria della pieve.
L’attuale variante riguarda la realizzazione di una cabina elettrica, necessaria a fornire alla struttura ricettiva la potenzialità di energia più confacente alle esigenze operative di un complesso che deve contare 28 camere doppie distribuite su seminterrato, piano terra e primo piano, locali di ristoro e impianti per attività motorie e ricreative, all’esterno e all’interno. Sembra che la pieve – la proprietà della quale, in un documento della fine del 1500, era attribuita alla famiglia Frescobaldi - si componesse in origine della sola chiesa e della torre campanaria quadrangolare, cui si aggiunsero successivamente gli edifici dell’oratorio, del chiostro (pressoché scomparso) e, in epoca più recente, gli annessi fabbricati ex colonici e ancora una piccola costruzione a latere dell’edificio principale: tutte componenti del complesso oggetto del piano di recupero.
(mr)