Industria fiorentina: è crisi diffusa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 maggio 2005 14:56
Industria fiorentina: è crisi diffusa

(27 maggio 2005) – Sul collocamento in ferie coatte, e senza paga, di 21 lavoratrici della Tamar di Cambiano nel comune di Castelfiorentino il vice Presidente della Giunta Andrea Barducci ha risposto, in Consiglio provinciale, ad una domanda d’attualità del gruppo di Rifondazione Comunista: “Siamo di fronte a una situazione abbastanza preoccupante – ha illustrato Barducci – perché la situazione di difficoltà dell’azienda rischia di essere interamente pagata dalle lavoratrici. L’azienda si occupa di moda e, fino ad oggi ha lavorato per conto della ditta Allegri, con buoni livelli di qualità nel confezionamento del prodotto.

Si sono registrate difficoltà di mercato e probabilmente mancanza di ordini. Le organizzazioni sindacali hanno scelto un percorso che sta coinvolgendo l’amministrazione comunale di Castelfiorentino. Se non vi saranno segnali positivi e se questo non sarà sufficiente, sarà coinvolta l’amministrazione provinciale. Ad oggi l’unità di crisi non è stata coinvolta su questa vertenza. Le dipendenti non hanno ricevuto lo stipendio del mese di aprile e sono state poste in ferie coatte”. Per Calò: “Siamo di fronte alla crisi del settore della moda, alla crisi delle relazioni aziendali e di quelle sindacali.

Noi vorremmo – ha sottolineato Calò – che la Provincia mandasse un segnale al mondo dell’imprenditoria indipendente: una nota dove si chiede il rispetto dello stile nelle relazioni sindacali perché la vertenza della Tamar si è svolta con brutalità inverosimile”.
La vertenza alla Manetti & Roberts di Calenzano è stata oggetto di una domanda d’attualità, posta dai consiglieri di Rifondazione Comunista, alla quale ha risposto il vice Presidente Andrea Barducci. “C’è una presa di posizione preoccupata da parte delle organizzazioni sindacali.

Come amministrazione provinciale abbiamo provato a riunire ad un tavolo sia le organizzazioni sindacali che l’azienda ma ormai siamo ad un punto molto serio di incomunicabilità e devo dire che questo suscita qualche elemento di preoccupazione – ha sottolineato Barducci – perché nel complesso l’azienda non mi pare che dia segni di cedimento sul versante della tenuta sul mercato e dei livelli produttivi, non siamo quindi di fronte ad un dato di crisi. Avverto con preoccupazione l’incapacità di riavviare un dialogo effettivo e concreto tra le parti.

Occorre una forte aderenza ai contratti e alle norme che regolano i rapporti di lavoro, questa è la condizione per poter dialogare proficuamente anche nelle trattative sindacali”. Anche per Calò: “Dobbiamo sentirci tutti impegnati e coinvolti sulla crisi industriale della Manetti & Roberts che occupa parecchie persone e dove l’interlocutore continua a sottrarsi al dialogo. Il 95% dei lavoratori e delle lavoratrici ha approvato la piattaforma ma il gruppo aziendale esalta una logica prettamente di profitto e mette in discussione le relazioni sindacali.

Per questo – ha concluso Calò – tutta la Provincia si deve impegnare per ricreare un tavolo di trattativa tra sindacati e proprietà”.
Il vice Presidente della Provincia ha riferito anche sul nuovo stato di agitazione alla Richard Ginori di Sesto Fiorentino rispondendo ad una domanda d’attualità dei consiglieri di Rifondazione Comunista. “Una vertenza molto complicata e difficile. Il punto fondamentale, dal quale potranno scaturire riflessioni, indirizzi e anche orientamenti, resta il piano industriale – ha detto Barducci – e non possiamo non rilevare come l’azienda sia ancora in ritardo sul piano industriale.

Questo è un elemento fondamentale per capire se questa azienda ha una prospettiva e una possibilità sul mercato nazionale ed estero. E questa ci pare anche la condizione fondamentale per poter accedere a qualsiasi altro tipo di riflessione e di discussione. Esprimiamo una valutazione severa e preoccupata, ed auspichiamo che questo piano industriale possa arrivare alla svelta. Come amministrazione provinciale appoggiamo con convinzione le iniziative che l’amministrazione comunale di Sesto Fiorentino ha inteso fino ad oggi assumere in merito a questa vertenza.

Per Calò: “Oltre all’assenza di un piano industriale permane l’incubo della delocalizzazione. Ed è questo quello che registriamo tra i lavoratori e lavoratrici della Richard Ginori. L’elemento forte e destabilizzante – ha detto Calò – continua ad essere questa mancanza di chiarezza. Non si riesce a capire se c’è una manovra per rafforzare il ramo commerciale, oppure quello produttivo o quant’altro, e quindi permangono nel merito tutte le preoccupazioni”.

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