Massimo Ranieri voce d’Europa alla Pergola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2005 22:18
Massimo Ranieri voce d’Europa alla Pergola

Dopo l’inaugurazione della mostra Visconti e il Sud e il debutto dello spettacolo Protocoles des reves, Voci d’Europa prosegue domani giovedì 31 marzo il suo itinerario tra cinema teatro e letteratura al Teatro della Pergola e al cinema Alfieri Atelier.
Le proiezioni dei capolavori La terra trema ore 10.00 e Rocco e i suoi fratelli ore 14.00, apriranno nella Sala Oro della Pergola la retrospettiva video su Luchino Visconti che accompagna la mostra Visconti e il sud.
Alle 15.00 Hanna Schygulla sarà all’Alfieri Atelier insieme a Piera degli Esposti per la proiezione del film diretto nel 1983 da Marco Ferreri Storia di Piera di Dacia Maraini e Piera degli Esposti, introducono Mariella Zoppi e Giovanni Maria Rossi.
Alle 20.45 alla Pergola sarà Massimo Ranieri a volgere in canto le voci d’Europa, e non solo, nel suo concerto spettacolo Nun è acqua.
Lo spettacolo, quasi un musical con coreografie firmate da Franco Miseria e musicisti diretti da Mauro di Domenico, nasce da una ricerca di suoni, culture e colori della canzone napoletana, in cui trovano spazio frammenti di teatro nei quali si parla d’amore di lavoro, di gioco, di crisi, di guappi, di soldati.
Massimo Ranieri insieme a Mauro Pagani e Mauro di Domenico hanno riscoperto le melodie e le parole delle canzoni evocando i suoni e le lingue che hanno fatto di Napoli una città aperta e cosmopolita, l’arabo, lo spagnolo, il greco riportandone alla luce le radici originali.
Come per l’interessante tentativo di musicare una poesia dal titolo omonimo "’e cerase", (composta nel secolo scorso dal grande Salvatore Di Giacomo), nel cui arrangiamento spicca la sovrapposizione operata al testo originale di un’antica canzone d’amore del Luristan (una provincia della Persia di ceppo linguistico Farsi).

In questo oscillare continuo tra le due culture, mescolato e sovrapposto all’uso più moderno e "manipolato" dei suoni degli strumenti tradizionali risiede la cifra stilistica di tutto lo spettacolo .
L’obiettivo principale nell’esecuzione della bellissima "Luna Rossa" é stato invece quello di ridurre l’originale atmosfera ridanciana e un po’ goliardica che l’aveva ingiustamente ridotta a canzoncina da intrattenimento, penalizzando eccessivamente la grande carica di mistero e di fascino che da sempre la accompagna.

Lo stesso può dirsi di "I’ te vurria vasa’", che qui offre il suo tratto più malinconico e intenso.
La selezione dei brani non ha privilegiato solo le composizioni romantiche e appassionate: la seconda grande novità di questo spettacolo é infatti la significativa presenza di parecchi brani "leggeri" che rappresentano l’altro lato importante della cultura napoletana, quella del sorriso e dello sfottò. Ecco dunque "Io, mammeta e tu", resa quasi caraibica, intrecciata com’ è a un’antica filastrocca provenzale, o "’a casciaforte" e "Agata", restituite da Ranieri all’ironia un po’ triste dei grandissimi interpreti napoletani del passato come Nino Taranto.
Un discorso a parte merita "’o ccafé" di Domenico Modugno, brano già in passato citato nella forma e persino nel testo dal Fabrizio de André di "Don Raffaé": il nuovo arrangiamento e l’originale coreografia rendono contemporaneamente giustizia e omaggio ai due grandi della musica italiana.
Più moderno ma ormai già grande classico è "Malafemmena", canzone composta dal grande Totò evidentemente influenzato dalla struttura di "Amapola", una canzone spagnola dei primi del secolo ancora famosissima ai suoi tempi.

Il medley tra i due brani li scopre sorprendentemente vicini, e la grande magia della voce di Susana Baca rende il tutto misterioso e come sospeso nel tempo.
E ancora "Giacca Rossa", canzone praticamente sconosciuta e quasi mai eseguita dal vivo composta alla fine degli anni Sessanta dal grande Carosone, modernissima nella
Il mondo espressivo scelto per "Scetate", altro pezzo semi-sconosciuto anche se quasi centenario, é del tutto simile a quello di "’e cerase", anche se in questo caso l’uso della grande orchestra si fa davvero importante, cercando di coniugare il suono "occidentale" con la tessitura arrangiativa e gli stilemi espressivi delle grandi orchestre turche e egiziane.

Massimo Ranieri sarà al cinema Alfieri venerdì 1 aprile (ore 16) per rivedere insieme al pubblico METELLO (Mauro Bolognini – 1970) tratto dal celebre romanzo di Vasco Pratolini, introducono il film Suso Cecchi d'Amico e Claudio Carabba.

In evidenza