Aumento record per il gasolio agricolo
Continua a crescere la quota del diesel in Europa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 marzo 2005 15:18
Aumento record per il gasolio agricolo<BR>Continua a crescere la quota del diesel in Europa

E’ allarme per Coldiretti. Dall’inizio dell’anno il prezzo del gasolio agricolo è aumentato del 20 per cento (contro il + 6% della benzina). Contemporaneamente il forte abbassamento delle temperature, delle ultime settimane, ha determinato un aumento dei consumi in agricoltura con un conseguente aggravio di costi per le imprese. «Così ad essere colpite – dice Simone Solfanelli, direttore Coldiretti Arezzo – sono soprattutto le attività agricole che usano il carburante per il riscaldamento delle serre (fiori, ortaggi e funghi), di ambienti produttivi come le stalle, per l’essiccazione dei foraggi destinati all’alimentazione animale e per l’acqua nelle vasche degli allevamenti di pesci».

Aumenti che seguono a quelli del 2004, anno in cui gli imprenditori agricoli hanno speso il 5 per cento in più rispetto all’anno precedente. «Una situazione – aggiunge Solfanelli – che mette a rischio la competitività delle imprese e che va affrontata con scelte lungimiranti. Contro gli aumenti del petrolio, è necessario percorrere la strada dello sviluppo delle energie alternative rinnovabili, investendo per recuperare i ritardi accumulati nello sfruttamento del fotovoltaico delle biomasse e dei biocarburanti».
Fra le alternative possibili, il biodiesel, ottenuto da coltivazioni come il colza e il girasole, con cui si riducono dell’80 per cento le emissioni di idrocarburi e policlici aromatici e del 50 per cento quelli di particolato e di polveri sottili (fra le principali cause dello smog in città).


Ma in alcuni casi è quasi introvabile l’olio di colza da cucina perché gli automobilisti lo usano come carburante nelle vetture diesel. «Se in questo caso si tratta di una pratica illegale – spiega la Coldiretti – perché vengono evase le accise fissate dal fisco per il carburante da autotrazione, è senza dubbio vero che l’aumento record del prezzo del petrolio aumenta la competitività economica dei combustibili ecologici nei confronti dei derivati del greggio che nel caso del biodiesel contribuiscono anche al raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Kyoto con la riduzione di circa 2,5 chilogrammi di anidirde carbonica per ogni chilogrammo utilizzato.

A differenza dell’olio di colza ad uso alimentare venduto nei supermercati che, oltre a problemi di “odore” secondo pareri tecnici potrebbe causare problemi alle autovetture». Molto diffuso ad esempio in Francia, dove un proprietario di auto diesel su due viaggia con energia verde, sette raffinerie su tredici incorporano il biodiesel nel gasolio in percentuale del 5% e oltre trenta gruppi industriali utilizzano veicoli con biodiesel al 30%. E nel paese transalpino si è annunciato di voler triplicare nei prossimi tre anni il contingente defiscalizzato.

«Obiettivo che dovrebbe perseguire anche l’Italia – aggiunge la Coldiretti – dove è stimato che nel 2010 verranno consumate 800mila tonnellate annue di biodiesel (secondo la Direttiva UE 30/2003) che prevede una sostituzione progressiva dal 2% al 5,75% del totale consumo di carburante con biocarburanti. Un traguardo possibile solo se verrà raddoppiato ad almeno 400mila tonnellate l’anno il contingente annuo biodiesel in esenzione di accisa fissato dalla legge finanziaria a 200mila tonnellate».

Continua a crescere in Europa la quota delle vetture diesel, che all’inizio del 2005, ha superato il 50%, mentre nel 2004 era arrivata al 48,24%.

Come mostra la tabella, rispetto al 2001 l’incremento nel 2004 è stato di oltre 12 punti e vi sono le condizioni perché l’avanzata del diesel continui. Tra l’altro, nel 2004 la quota del diesel è cresciuta in tutti i 18 mercati dell’Europa Occidentale, tranne che in quello austriaco dove si consolida sul 71%. La corsa al diesel è particolarmente forte anche in Italia. Dal 2001 al 2004 la quota è salita di quasi 22 punti, arrivando a toccare il 58,34% nello scorso anno ed anche questo valore è stato superato nel primo bimestre del 2005 in cui le immatricolazioni di vetture diesel hanno toccato il 60,77% del totale.


Secondo Augusto Abbarchi, Direttore Commerciale di LeasePlan Italia, la tendenza alla crescita dell’incidenza del diesel in Italia è destinata a proseguire anche nei prossimi anni nonostante i recenti rincari del prezzo del gasolio. Abbarchi parla da un osservatorio particolarmente qualificato perché LeasePlan Italia fa parte del più importante gruppo mondiale del settore del noleggio e della gestione di parchi auto con una flotta di oltre un milione di veicoli in 26 paesi. "Gli elementi che fanno prevedere un’ulteriore forte crescita dell'impiego dei motori diesel nelle autovetture sono molti - continua Abbarchi -.

Nello scorso anno la quota del diesel nelle auto che abbiamo fornito ai nostri clienti italiani del noleggio a lungo termine è arrivata al 95,57%. Come è noto, il noleggio a lungo termine riguarda soprattutto le auto delle aziende, che spesso anticipano nelle loro scelte tendenze che poi si diffonderanno tra il pubblico. Si può quindi ritenere che la quota del diesel sia destinata a crescere ancora anche negli acquisti degli automobilisti privati, come d’altra parte sta avvenendo in tutti i paesi d’Europa".


Le motivazioni principali del crescente orientamento della domanda verso il diesel sono essenzialmente di carattere tecnico. Il diesel di ultima generazione consente infatti prestazioni assolutamente comparabili con quelli ottenibili con i motori a benzina e, in determinate condizioni di impiego, anche superiori. Alle motivazioni tecniche si sommano quelle ecologiche. I motori diesel hanno infatti consumi unitari più bassi di quelli a benzina e ciò è molto importante per l’ambiente perché i tassi di inquinamento sono strettamente legati ai consumi.

Alla valenza tecnica ed ecologica del diesel si aggiunge poi quella economica. Mediamente con un litro di carburante un’auto diesel ha una percorrenza superiore del 30-40% a quella di un’auto a benzina e a ciò si aggiunge che il gasolio costa meno della benzina.
Secondo gli ultimi dati resi noti dal Ministero delle Attività Produttive, attualmente in Italia il gasolio costa 11,3 centesimi in meno della benzina. Recentemente i prezzi alla pompa del gasolio sono aumentati più di quelli della benzina ma la convenienza ad acquistare auto diesel rimane.

"Se si considera una Fiat Punto, la soglia di convenienza tra la versione a benzina 1.2 16V Dynamic 5 porte, e la versione diesel corrispondente (1.3 16V M-Jet Dynamic 5p) è di 9.250 chilometri all’anno. Ciò significa che, ogni anno, superata questa percorrenza, il diesel consente risparmi che aumentano al crescere dei chilometri percorsi. La convenienza economica è dunque rilevante e questo non solo per le auto delle flotte aziendali che percorrono almeno 30.000 chilometri all’anno, ma anche per gli automobilisti privati che in Italia hanno una percorrenza media annua di 15.000 chilometri.

D’altra parte – prosegue Abbarchi – l’orientamento verso il diesel dovrebbe continuare a crescere anche se dovesse diminuire la differenza tra il prezzo della benzina e quello del gasolio, differenza che tra l’altro, come si è detto, è oggi in Italia di 11,3 centesimi mentre nella media europea è di 9,3 centesimi. La motivazione principale per l’acquisto di un’auto diesel, infatti, sta ormai diventando prevalentemente di carattere tecnico più che economico, come dimostra il fatto che la quota del diesel continua ad aumentare anche nel Regno Unito dove, secondo l’ultima rilevazione, il gasolio costa 6 centesimi di euro al litro in più rispetto alla benzina".

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