Aci Babà e i quaranta pedoni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 gennaio 2005 13:13
Aci Babà e i quaranta pedoni

Pupi e Fresedde-Teatro di Rifredi Teatro Stabile d'Innovazione - Firenze con il contributo di ACI – Automobile Club d’Italia e Regione Toscana – Ass. to Infrastrutture Viabilità Trasporti presentano lunedì 30 gennaio alle ore 21.00, presso il teatro Saschall, lungarno Aldo Moro n. 3, inserito nell’iniziativa della Regione Toscana "Le giornate dell’ambiente e del territorio", lo spettacolo ACI BABA’ e i quaranta pedoni, una favola moderna sull’educazione stradale, testo di Andrea Bruno Savelli, regia di Angelo Savelli, con Valentina Bruscoli, Tommaso di Fede, Francesco Franzosi, Tiziano Veltri, scene e costumi di Mirco Rocchi, canzoni a cura di Pasquale Filastò su temi musicali di Nicola Piovani, luci Roberto Cafaggini.


LA NUOVA PRODUZIONE DI TEATRO RAGAZZI DEL TEATRO STABILE D’INNOVAZIONE PUPI E FRESEDDE TEATRO DI RIFREDI, REALIZZATA CON IL CONTRIBUTO DI ACI – AUTOMOBILE CLUB D’ITALIA E DELL’ASSESSORATO INFRASTRUTTURE VIABILITA’ TRASPORTI DELLA REGIONE TOSCANA, E’ UNA MODERNISSIMA E DIVERTENTE FAVOLA SULL’EDUCAZIONE STRADALE PER RAGAZZI DAI 6 AGLI 11 ANNI. LO SPETTACOLO È STATO PRESENTATO IN PRIMA NAZIONALE A ROMA DOVE HA RISCOSSO UN GRANDISSIMO SUCCESSO DI FRONTE AD UN PLATEA DI RAGAZZINI FESTOSI, COINVOLTI DALLA DIVERTENTE STORIA DEL GIOVANE ALÌ CHE VUOL DIVENTARE VIGILE E DALLE FRESCHE ED ALLEGRE FILASTROCCHE MUSICALI DEL PREMIO OSCAR NICOLA PIOVANI.

DOPO LA PRIMA TOSCANA DI LUNEDI SERA, LO SPETTACOLO INIZIERÀ LE SUE REPLICHE PER LE SCUOLE E LE FAMIGLIE CON UNA SETTIMANA DI REPLICHE AL TEATRO DI RIFREDI NEL QUADRO DELLA RASSEGNA "FIRENZE RAGAZZI A TEATRO" ORGANIZZATA DALL’ASSESSORATO ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE DEL COMUNE DI FIRENZE. LO SPETTACOLO SARA’ IN TOURNEE NAZIONALE GIA’ A PARTIRE DA QUESTA STAGIONE, IN PREVISIONE DI UNA LARGA DIFFUSIONE PREVISTA PER LA STAGIONE 2005/2006.
Lo spettacolo non si propone di sostituirsi ad una corretta e completa educazione stradale quanto piuttosto di stimolare i giovani spettatori, attraverso uno strumento divertente come il teatro, ad essere più ben disposti e curiosi della necessità di questa educazione. Dal punto di vista formale lo spettacolo utilizza due espedienti narrativi particolarmente funzionali a questo tipo di operazione ludico/didattica: una trama fiabesca universalmente conosciuta ma riadattata ad un ambito contemporaneo, e canzoncine e filastrocche utili a memorizzare in modo naturale e piacevole alcuni precetti basilari del tema trattato. Quanto ai contenuti, la narrazione fiabesca è sostenuta da alcuni principi educativi che abbiamo scelto, tra i tanti possibili, come intelaiatura del nostro messaggio e che abbiamo cercato di diluire teatralmente attraverso la simpatia dei personaggi e il divertimento dell’intreccio spettacolare. Contemporaneamente i tre principi guida del lavoro: sono stati: la convinzione che Educazione Stradale sia sinonimo di Educazione Civica e che quindi essa facilmente si accompagni alla scoperta ed alla condivisione di altri valori umani e sociali, quali il rispetto della vita e della libertà degli altri, l’aspirazione alla qualità della vita, la tolleranza e la solidarietà qui sottolineate dalla presenza di personaggi di altre nazionalità e culture; poi la convinzione che una città senza regole sia come una vita senza regole, forse attraente da un punto di vista astratto ma impraticabile dal punto di vista pratico.

La segnaletica non è un nemico che si frappone continuamente all’espansione del nostro io ma anche un amico che ci aiuta ad orientarci nei meandri del mondo esterno. Dietro ai freddi cartelli, ai semafori, al codice stradale non ci sono solo delle regole da rispettare ma anche dei valori da condividere; e, primo tra questi, la convivenza civile: ed infine la constatazione che dietro a certi comportamenti si nascondono valori sbagliati. Prendendo in giro il narcisismo, l’istinto di potenza legato alla velocità e la mitizzazione del mezzo meccanico come esternazione del proprio io, la storia si propone di screditare il forte individualismo e l’incosciente presunzione che stanno spesso alla base di tanti comportamenti colposi e di tanti incidenti stradali; modelli purtroppo esaltati dalla pubblicità, dal cinema, dalla società e che i bambini acquisiscono spesso non per loro inclinazione ma per imitazione dei loro compagni più grandi o, peggio ancora, dei loro familiari.

Nel quartiere di una moderna città vive il giovane Alì, il figlio di Cremazade, la grossa pasticcera egiziana la quale, tra un biscotto al sesamo ed un babà, sogna di tornare al più presto al suo paese d’origine. Alì ha invece un altro sogno: restare in Italia e diventare un vigile. Preso dalla sua "insana" passione conosce a memoria tutte le regole e tutta la segnaletica del codice stradale, tanto che tutti lo chiamano ormai Aci Babà…

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