Grazie alla mostra dei Nobel il Re di Svezia invita un dodicenne a Stoccolma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 dicembre 2004 13:15
Grazie alla mostra dei Nobel il Re di Svezia invita un dodicenne a Stoccolma

Firenze - “Caro Re di Svezia, perché non crei anche un Nobel per i bambini?”. “Caro Alessandro, perché non vieni a trovarmi a Stoccolma quando consegniamo i premi Nobel?”.
Innescato dalla mostra dei Nobel Beautiful Minds in corso a Firenze questo carteggio si è realmente svolto tra Re Carlo XVI Gustavo di Svezia e Alessandro Pitruzzello, un dodicenne studente milanese, col pallino della scienza, capace di sognare in grande e ora protagonista di una favola.

Come risultato del carteggio, Alessandro e la sua famiglia saranno infatti ricevuti venerdì a Stoccolma a Palazzo Reale, parteciperanno alla cerimonia di premiazione dei Nobel 2005 (si svolge sempre il 10 dicembre) e il giorno successivo visiteranno il Museo della Fondazione Nobel su invito del direttore Svante Lindqvist.

Il quale ha dato oggi la notizia con una telefonata all’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, co-organizzatore di Beautiful Minds. I genitori di Alessandro, invece, sono stati informati dall’ambasciatore italiano a Stoccolma, Giulio Cesare Vinci Gigliucci. L’Italia, quest’anno senza Nobel, sarà dunque rappresentata da un ragazzino sveglio e intraprendente.

In casa Pitruzzello l’idea di incontrare il Re di Svezia ha per la verità creato un certo disorientamento.

Alessandro era già stato invitato a visitare Beautiful Minds e già aveva partecipato in TV allo Zecchino d’Oro, il programma per ragazzi di Cino Tortorella. Ma l’idea di un ricevimento a Palazzo Reale è parsa eccessiva a questa famiglia di operai, che per qualche ora è stata sul punto di rinunciare. Ha infine convinto tutti Salvatore Giannella, il giornalista del settimanale Oggi che è stato un po’ il regista di tutta la vicenda e che ora parteciperà alla spedizione di Stoccolma.

La storia ha in effetti inizio attraverso la stampa come molte vicende analoghe.

Ai primi di ottobre Oggi pubblica un servizio sulla mostra di Firenze nelle pagine firmate da Enzo Biagi e la notizia rimbalza in una scuola della Comasina, quartiere nel nord di Milano, noto alle cronache per vecchie scorribande criminali e ai cinefili grazie a Luchino Visconti che vi ambientò il celebre Rocco e i suoi fratelli.

Alessandro frequenta la prima media, ha una passione per Harry Potter e immagina per sé un futuro da Premio Nobel. Quando l’insegnante cita l’articolo di Biagi su Beautiful Minds pensa dunque di cominciare a informarsi sulle procedure.

Alza la mano e chiede: “Come si fa a vincere il Nobel?”. “Non ne ho idea”, risponde l’insegnante, “Dovresti chiederlo al Re di Svezia che i Nobel li consegna”.

Quel che segue accade una volta su miliardi di casi. Accade che Alessandro trovi su Internet l’indirizzo del Re (Konung Carl XVI Gustav, c/o Kungl Slottet, Stockholm, Sverige) al quale scrive una breve lettera che l’insegnante traduce in inglese: “Caro Re di Svezia, il mio nome è Alessandro Pitruzzello (little stone).

Da grande sogno di vincere il Nobel per la scienza…Spero di incontrarla un giorno e di poter fare con lei una partita a scacchi… Auguri”.

Accade poi che il Re risponda una prima volta: “Caro Alessandro, grazie per gli auguri. Il Nobel non è un premio a cui ci si può candidare…Ti accludo una foto della mia famiglia”. E accade ancora che, sulle ali dell’entusiasmo, Alessandro partorisca l’idea di un Nobel assegnato dai ragazzi (Kid’s Nobel) a chi per i ragazzi abbia fatto qualcosa di benefico.

Un’idea che origina una seconda lettera al Sovrano di Svezia.

Nel frattempo, della vicenda viene a conoscenza Marco Frazzica, console onorario di Svezia a Milano, il quale informa Staffan Wrigstadt, l’ambasciatore svedese a Roma. Accade quindi che a fine novembre Wrigstadt decida di partecipare con Alessandro allo Zecchino d’Oro. E accade infine che il Re torni a rispondere: “Caro Alessandro, ti aspetto a Stoccolma”.

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