Arno: 100 milioni di euro dalla Regione per la definitiva sicurezza
Bianconi e Totaro (An): «Grazie al ministro Matteoli»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2004 13:56
Arno: 100 milioni di euro dalla Regione per la definitiva sicurezza<BR>Bianconi e Totaro (An): «Grazie al ministro Matteoli»

firenze- Per un primo sostanziale intervento di messa in sicurezza dell’Arno, almeno nella sua asta principale, saranno necessari investimenti per 200 milioni di euro, secondo le ipotesi concordate con l’Autorità di bacino sulla base delle progettazioni preliminari già disponibili. E di questi la Regione Toscana ne metterà a disposizione 100, con l’obiettivo di raggiungere definitivamente un obiettivo storico. E’ quanto ha annunciato questa mattina a Roma l’assessore all’ambiente Tommaso Franci, rivolgendosi direttamente al Ministro all’Ambiente Altero Matteoli, in occasione della riunione del Comitato istituzionale che ha approvato in via definitiva il Piano di assetto idrogeologico.

I finanziamenti, ha spiegato Franci, serviranno tra l’altro per la realizzazione delle casse di espansione di Figline, dei Renai, di Roffia e di Montopoli.
“Con questi progetti – ha spiegato Franci – raggiungeremo una soddisfacente messa in sicurezza dell’asta principale dell’Arno e di un’area molto vasta che va da Firenze al comprensorio empolese fino al distretto conciario e alla città di Pisa. La Giunta regionale ha già esaminato l’ipotesi del programma di finanziamento delle quattro casse di espansione ed è pronta a fare la propria parte, in compartecipazione con gli enti locali e con il coinvolgimento delle imprese interessate.

E questo anche se si tratta di un bacino nazionale per il quale dovrebbe essere il governo ad assumersi le responsabilità principali”. Franci ha poi fatto sapere che circa i contenuti della riunione di stamattina a Roma verrà effettuata nei prossimi giorni un’informativa in Consiglio regionale.
Gli interventi
Sono ad uno stato avanzato di progettazione le casse di espansione di Figline, dei Renai a Signa, di Fibbiana e di Roffia. La loro realizzazione permetterà di ridurre in modo sostanziale il rischio idraulico lungo l’asta principale del fiume.

La cassa di espansione in quattro macrolotti di Figline servirà per mettere in sicurezza Firenze e per far transitare 3200 metri cubi di acqua al secondo sotto il Ponte Vecchio. Quella dei Renai interesserà l’area metropolitana fiorentina; i benefici più rilevanti riguarderanno i territori della piana fiorentina (Osmannoro, Campi Bisenzio, Signa e Sesto) e quelli a valle della confluenza del fiume Bisenzio.
La cassa di espansione di Fibbiana, che è già stata finanziata, avrà effetti diretti sulla riduzione del rischio idraulico nel comprensorio empolese (Empoli, Vinci, Capraia, Limite, Montelupo) mentre quella di Roffia mitigherà il rischio idraulico nella zona del distretto conciario (Pontedera, Santa Croce, Fucecchio.
L’effetto complessivo di tutti gli interventi si ripercuoterà positivamente anche sul territorio pisano.
Oltre a questi sono in corso di progettazione preliminare anche altri 14 macrointerventi sui principali affluenti dell’Arno che rientrano nel complesso degli interventi prioritari indicati nel Piano stralcio per il rischio idraulico.

Tra questi è già disponibile lo studio per la messa in sicurezza del Bacino dell’Elsa e sono in fase avanzata di progettazione quelli per il Casentino ed i bacini della Sieve, della Greve, del Bisenzio, dell’Ombrone Pistoiese dell’Era oltre ad altri riguardanti bacini minori che al momento non hanno copertura finanziaria.
Insediamenti a rischio. La superficie del bacino del più importante fiume toscano è di 9116 km2 corrispondente a circa il 40 per cento dell’intero territorio regionale.

La superficie soggetta a pericolosità idraulica è di 2044 km2 di cui 626 km2 (ovvero il 7 per cento dell’intera superficie del bacino) è soggetta a fenomeni con pericolosità elevata o molto elevata (ovvero a eventi con tempo di ritorno rispettivamente inferiore a 100 anni e 30 anni). La superficie del bacino soggetta a fenomeni franosi con pericolosità elevata o molto elevata è di circa 470 km2 (corrispondente a circa il 5,1 per cento della superficie totale). In totale il territorio soggetto ad una rilevante pericolosità idraulica o da frana è il 12% (circa 1100 km2).
Circa 18 mila edifici, tra agglomerati urbani (circa 15 mila), insediamenti produttivi (2.500) e servizi pubblici (131), sono soggetti a pericolosità idraulica molto elevata.

Circa mille sono invece gli edifici a rischio elevato di frana (950 agglomerati urbani, 28 insediamenti produttivi e 15 servizi pubblici). Per quanto riguarda le infrastrutture, rientrano nella classe più alta di pericolo idraulico 84 chilometri di ferrovie, 48 di autostrade, 61 di strade statali, 113 di strade provinciali e 113 di strade comunali. Il rischio di frana interessa invece 0,6 chilometri di ferrovie, 0,6 chilometri di autostrade, 2,7 di strade statali, 9,2 di strade provinciali e 11,2 di strade comunali.

«Grazie al ministro Matteoli, da oggi finalmente il territorio toscano sarà più sicuro contro il rischio idrogeologico.

Ci spiace per la sinistra, a cui viene meno un argomento su cui muovere i soliti attacchi strumentali, demagogici e, com’è evidente, infondati. D’altra parte noi siamo gente a cui piace rispondere con i fatti». E’ con grande soddisfazione che il Presidente di Alleanza Nazionale in Regione Toscana Maurizio Bianconi e il suo vice, il consigliere Achille Totaro, commentano l’approvazione, oggi a Roma da parte del Ministro per l’ambiente Altero Matteoli, del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (Pai) destinato a mettere in sicurezza l’Arno in tutto il suo corso.

«Finora la sinistra non ha fatto altro che seminare incertezza e senso di pericolo tra i cittadini, imputando al governo responsabilità che non ha. I fatti oggi dimostrano che c’è voluto il governo di centrodestra per approvare un Piano che mette la Toscana al riparo dal rischio alluvioni. Al contrario della sinistra, che governando punta a mantenere le cose come stanno solo per conservarsi il potere, noi governiamo per lo sviluppo, la crescita, la sicurezza e la modernizzazione del territorio, a livello nazionale come nel più piccolo dei comuni e delle circoscrizioni».

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