Gli agriturismi toscani superano quota 3 mila

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 novembre 2004 01:05
Gli agriturismi toscani superano quota 3 mila

firenze- Erano poco più di 2.900 alla fine del 2003, adesso hanno ormai superato anche quota 3 mila. E nonostante una leggera flessione delle presenze stanno dimostrando di reggere assai meglio di tanti altri settori alla difficile congiuntura internazionale, grazie anche alla notevole crescita degli ospiti italiani. Le imprese agrituristiche toscane, insomma, hanno tutte le carte in regola per guardare con ottimismo al futuro, forti di una qualità perseguita e consolidata di anno in anno. Questo quanto è emerso questa mattina, nella sala stampa di Palazzo Bastogi, in occasione della presentazione della terza edizione di Agri&Tour, l’unica manifestazione nazionale, ospitata dal Centro Affari di Arezzo (quest’anno dal 19 al 21 novembre), completamente dedicata al turismo in campagna e al turismo rurale, in tutte le sue tipologie ed attrattive: una manifestazione che, proposta nel cuore di quella Toscana che storicamente guida il movimento agrituristico nazionale (da sola rappresenta circa un quarto dell’offerta nazionale) da tre anni a questa parte è anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute del settore.
“Nonostante la crisi economica internazionale il nostro agriturismo regge e anzi cresce per numero di imprese agricole che decidono di cominciare questa attività – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Tito Barbini – E’ un fatto di grandissima importanza perché il significato e il ruolo dell’agriturismo, soprattutto in una regione come la Toscana, vanno ben al di là dei dati puramente economici.

Agriturismo significa difesa e valorizzazione dell’economia e dell’ambiente rurale, significa dare un futuro ad antichi mestieri, a tradizioni, a prodotti e a piatti della nostra enogastronomia. In quanto attività fortemente rappresentativa della nostra civiltà rurale, è un ingrediente insostituibile dell’immagine che la Toscana riesce a trasmettere al mondo ed è una componente strategica della nostra idea di sviluppo, imperniata sulla qualità. Per questo nel corso di questa legislatura il governo regionale ha sostenuto con forza l’agriturismo, con una nuova legge e con importanti interventi del Piano di sviluppo rurale, per mezzo del quale abbiamo messo a disposizione ben 50 milioni di euro”.

Quanti sono
Nonostante la situazione internazionale tutt’altro che favorevole e un generale rallentamento della spesa in vacanze e tempo libero, l’agriturismo toscano continua a crescere.

Con le ultime autorizzazioni abbiamo superato la soglia delle 3 mila imprese. Al 31 dicembre 2003, il dato era di 2.923 con quasi 35 mila posti letto (10.542 in camere e 24.440 in unità abitative). Di queste aziende 623 offrono anche un servizio di ristorazione, 457 attività ricreative e culturali.
Quanto alla distribuzione territoriale è sempre Siena la provincia con un maggior numero di agriturismi (813), Seguono Grosseto (594), Firenze (475), ed Arezzo (309).

Il peso economico dell'agriturismo
Gli ultimi dati disponibili registrano circa 350 milioni di euro spesi annualmente dagli "agrituristi", con un valore aggiunto di 264 milioni ed una quantità di lavoro pari a 6.700 unità di lavoro annue: cifre che a metà degli anni Novanta erano inferiori della metà.

Il valore aggiunto delle attività agrituristiche rappresenta circa l'8 per cento del valore complessivo del settore primario diffuso.

Leggera flessione
Come per tanti altri settori di attività e prodotti, comunque, questi non sono più gli anni del boom: e questo anche perché è difficile mantenere un trend positivo che confermi gli aumenti addirittura a doppia cifra di qualche anno fa.
Dai dati più recenti che abbiamo a disposizione si possono leggere due tendenze importanti: l’agriturismo che fino alla fine degli anni Novanta era un’ospitalità particolarmente apprezzata e ricercata dagli stranieri (che da soli rappresentavano più dei due terzi delle presenze) parla sempre di più italiano; gli arrivi crescono ma non altrettanto fanno le presenze (cioè i giorni effettivi di ospitalità), segno che, come succede ormai anche per tante altre tipologie, ci si sta sempre più orientando verso soggiorni più brevi, magari per i fine settimana.


Nel dettaglio
Nel 2003 gli arrivi sono stati complessivamente 370.906, le presenze 1.994.769. Il 46,8 degli arrivi, ma il 62,7 delle presenze, sono di stranieri. Dopo molti anni di segno contrario, insomma, gli arrivi sono più italiani che stranieri, ma gli stranieri arrivano per soggiorni più lunghi.
In percentuale, poi, gli arrivi sono aumentati del 5,8 per cento – risultato che combina il meno 6,7 per cento degli stranieri e il più 20 per cento degli italiani – un incremento niente affatto scontato in questa congiuntura.

Le presenze invece sono diminuite dello 0,8 per cento: il meno 9 per cento degli stranieri non è stato controbilanciato dal più 16,7 per cento degli italiani.
Per quanto riguarda le provenienze dall’estero, diminuiscono notevolmente – addirittura dell’11,5 per cento- quelle dalla Germania, cioè dal paese che ha sempre occupato il primo posto per numero di ospiti degli agriturismi toscani (il loro arrivi, comunque rappresentano sempre il 32,9 per cento del totale). Aumentano però gli arrivi da altri paesi importanti (cioè tra i primi cinque nella graduatoria dei paesi): in particolare il Regno Unito fa registrare un più 11,7 per cento, la Francia un più 7,3 per cento.

Per quanto riguarda i primi dati disponibili sul 2004 si registra una diminuzione degli arrivi italiani, in controdenza rispetto al 2003, dell’8,4 per cento e una tenuta, anzi un incremento dell’1,1 per cento di quelli stranieri. Si tratta comunque di dati molti parziali, rilevati per il periodo gennaio-aprile.

La nuova legge
Per gettare le basi ad una fase di consolidamento e rilancio dell’agriturismo, la Regione Toscana ha approvato la legge 30/2003 e relativo regolamento di attuazione.

Grazie alla nuova normativa è possibile snellire l'iter burocratico e si introducono novità importanti per aiutare l'affermazione dell'agriturismo in territori rurali, in particolare montani, finora meno interessati al fenomeno, per promuovere attività come l'agricampeggio, per consolidare il ruolo delle imprese come veri e propri presidi dei sapori e dei saperi enogastronomici della Toscana. "Sono convinto che la strada percorsa in questi anni è quella giusta - spiega ancora Barbini - Ora c'è però un altro pezzo di strada da fare, un altro salto di qualità da compiere proprio per consolidare il successo degli anni passati e per porre le premesse per un'ulteriore crescita.

Tutto questo, ovviamente, senza snaturare l'identità del nostro agriturismo, i suoi profondi legami con il territorio, il punto fermo dell'agriturismo come attività complementaria delle altre attività agricole". (pc)

Collegamenti
In evidenza