Seduta in consiglio comunale: meglio litigare che parlare di cose difficili

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 novembre 2004 14:51
Seduta in consiglio comunale: <I>meglio litigare che parlare di cose difficili</I>

Si sarebbe dovuto parlare di piano di recupero di Villa Demidoff, "Scavalco di castello" dell'Alta Velocità, ristrutturazione dell'ex cinema Apollo e assestamento di bilancio nel corso della seduta odierna del Consiglio comunale di Firenze, grandi temi che determineranno il fututro della città. Invece stamani i consiglieri di ambo gli schieramenti hanno ritenuto più utile terminare la seduta scontrandosi sul tema della strage di Nassirya, con i membri della CDL che hanno persino abbandonato l'aula, ritenendosi offesi dal capogruppo dei Comunisti.
«Nella Firenze del sindaco Domenici, novello presidente dell'Anci, è accaduto un fatto politicamente gravissimo: è stata rifiutata una mozione in ricordo dei caduti della strage di Nassirya che era stata approvata all'unanimità in commissione pace».

E' quanto hanno dichiarato i capigruppo della Casa delle Libertà, Paolo Amato (FI), Riccardo Sarra (AN) e Mario Razzaneli (UDC). «Durante la seduta di questa mattina del consiglio comunale - hanno spiegato - arrivati al punto di discutere la mozione, presentata dal centrodestra, per ricordare il triste anniversario del massacro avvenuto nella città irachena l'11 novembre scorso ad opera dei terroristi, il capogruppo dei Comunisti Italiani Nicola Rotondaro ha sconfessato Lorenzo Marzullo, presidente della commissione pace (appartenente al suo stesso partito) e, adducendo un errore formale nella presentazione del documento, ne ha impedito la discussione».

«Ad una delegazione della commissione pace, della quale facevano parte il consigliere di Forza Italia Enrico Bosi e le consigliere dei DS Susanna Agostini, Lucia Matteuzzi e Anna Soldani, il capogruppo dei Comunisti Italiani ha detto: "io non cerco il dialogo. Con la Casa delle Libertà il rapporto è finito il 25 aprile 1945". Di fronte a questa dichiarazione la CDL ha chiesto le scuse ufficiali di Rotondaro che si è ripetutamente rifiutato di darle. La Casa delle Libertà ha perciò abbandonato l'aula in segno di protesta».
«Per onorare veramente i soldati italiani vittime dell'attentato di un anno fa - hanno sottolineato Pettini e Pieri - occorre capire le cause che sono legate a tale strage e che risalgono ad una occupazione militare illegittima e che, lungi dal risolvere i problemi dell'area, ha aggravato la situazione estendendo la crisi in tutto il Medio Oriente».

«Dall'inizio della guerra - hanno aggiunto i due consiglieri - sono morte ormai più di centomila persone, gran parte delle quali civili. Per questo Firenze, città operatrice di pace, deve far sentire la sua voce perché le ragioni della pace e del dialogo prevalgano su quelle della guerra. Ci pareva incredibile che una città come Firenze, in una situazione come questa, onorasse solo le 19 vittime della strage, che ha visto colpito l'esercito italiano, e dimenticasse tutte le altre decine di migliaia di morti.

Per questo, in base al nostro testo, saranno ricordate tutte le vittime in Iraq».
«Firenze ricorderà ufficialmente i caduti di Nassiryia. Si tratta di una grande vittoria per la città e per tutti i fiorentini». E' quanto ha dichiarato il vicecapogruppo di Alleanza Nazionale Jacopo Cellai, primo firmatario della mozione approvata questa mattina dal consiglio comunale. Il documento impegna il sindaco a predisporre «una cerimonia ufficiale in Palazzo Vecchio», a «far osservare un minuto di silenzio nelle scuole e negli uffici comunali» e «prevedere un bando di concorso per la realizzazione anche un'opera intitolata alla memoria delle vittime «Abbiamo proposto di ricordare ufficialmente i martiri di Nassiriya caduti in missione di pace - ha spiegato Cellai - nella convinzione di rappresentare non solo i nostri elettori ma tutti coloro che considerano Firenze una città simbolo di civiltà, di cultura e di memoria storica.

E infatti la mozione è stata approvata anche da larga parte della maggioranza, nonostante le profonde differenze al suo interno, dovute alle impostazioni tardo-comuniste di chi non riteneva né urgente né doveroso ricordare i nostri connazionali. Dimenticare il 12 novembre significava assumersi la responsabilità di dire che a Firenze quelle persone non meritano di essere ricordate, significava negare un gesto doveroso di civiltà verso chi ha perso la vita per il proprio paese, significava negare che la strage di Nassiriya faccia parte a pieno titolo della nostra cultura e della nostra memoria storica.

Dimenticanze molto gravi, di cui è responsabile in primo luogo la giunta che ha mantenuto il più assoluto silenzio sulla vicenda e si è ben guardata dall'adoperarsi in prima persona. Eppure ricordare la strage non rientra in una scelta politica, ma in un evidente dovere istituzionale del sindaco e della giunta». «Evidentemente - ha concluso il vicecapogruppo di Alleanza Nazionale - i nostri amministratori fanno molta fatica a comprendere la differenza tra i doveri istituzionali e le legittime posizioni politiche.

Ricordando ufficialmente la strage di un anno fa Firenze dimostra tutto il suo valore civile e tutto il suo sentimento nazionale, evitando di passare come una città che non si sente italiana».
«C'era da rendere omaggio alle 19 vittime di un attentato. E' la nostra assemblea, a larga maggioranza, ha deciso in tal senso. Di fronte a tali eventi bisogna cercare la massima unità e di questo sono soddisfatto». Così il capogruppo dei DS Ugo Caffaz commenta l'approvazione, questa mattina in consiglio comunale, della mozione per ricordare le vittime della strage di Nassiriya, avvenuta il 12 novembre 2003.

«Questo - ha aggiunto Caffaz - non ha impedito il consiglio di approvare un ordine del giorno che affronta altre questioni, legate all'attentato e alla guerra in Iraq. Documento che si integra con la mozione e la completa. Le scelte fatte oggi dal consiglio comunale dimostrano che la politica può anche essere una cosa seria».
"E' grave che il centro destra abbia votato contro il nostro ordine del giorno, in questo modo hanno dimostrato come strumentalizzino la vicenda dei militari italiani morti a Nassiriya".

Il consigliere comunale dei Democratici di Sinistra Daniele Baruzzi commenta così il voto contrario espresso dagli eletti del centro destra all'ordine del giorno da lui presentato insieme a Luca Pettini (Comunisti Italiani) e Leonardo Pieri (Rifondazione Comunista). "Il nostro ordine del giorno - spiega Baruzzi - sottolinea la necessità di onorare, in occasione del primo anniversario della strage di Nassiriya, la memoria di tutte le vittime di un conflitto ancora drammaticamente in atto e che registra purtroppo massacri e atti di terrorismo ogni giorno.

Il fatto che il centro destra abbia votato contro smaschera la strumentalità con cui questa parte politica affronta la questione delle vittime di questo tragico conflitto. Vittime - conclude Baruzzi - che vanno ricordate tutte, indipendentemente dalla casacca che rivestono, dal ruolo di militari e civili". L'ordine del giorno è stato approvato con i voti del centro sinistra, di Rifondazione comunista e di "Unaltracittà/unaltromondo".
«E' giusto e doveroso rendere omaggio ai militari italiani ed ai civili iracheni uccisi a Nassyriya un anno fa.

Ma non si può e non si deve dimenticare che in Iraq si sta combattendo una guerra sbagliata». Lo hanno detto le consigliera dei DS e componente della commissione pace Susanna Agostini e Lucia Matteuzzi dopo l'approvazione, questa mattina in consiglio comunale, dei due documenti sull'attentato del 12 novembre 2003 nel quale persero la vita 19 persone fra militari italiani e civili iracheni. «L'affetto che tanta gente ha riversato sui carabinieri lo scorso anno - ha ricordato Susanna Agostini - ci invita a vedere ben altro in quella missione che è costata loro la vita.

Ricordare il loro sacrificio significa ricordare una cosa fondamentale: che in Iraq sono morte, dall'inizio del conflitto, 100 mila persone e che questo paese non è e non può essere un campo di battaglia né una terra di occupazione».

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