Altri due bambini iracheni vengono in Toscana per curarsi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 settembre 2004 23:55
Altri due bambini iracheni vengono in Toscana per curarsi

FIRENZE - Dopo la liberazione degli ostaggi italiani, oggi ancora giorno di festa in Toscana. Nel pomeriggio a Firenze pacifisti in piazza per le vie del centro. Intanto l'arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli ha parlato della liberazione di Simona Pari e Simona Torretta come di un "evento frutto della concordia".
Verranno curati in Toscana due dei nove bambini iracheni in arrivo in Italia. I due piccoli – un bimbo di 6 mesi e una bambina di 10 anni – sono attesi al Meyer in serata, dopo l’arrivo del volo speciale della Croce Rossa partito da Bagdad.

Il volo speciale è stato allestito nel contesto della liberazione delle due Simone (una delle richieste avanzate dai rapitori riguardava proprio la possibilità di curare in Italia bambini iracheni), ma rientra comunque nel progetto Medevac-Iraq (evacuazione medica dai luoghi di guerra), che vede la collaborazione tra CRI e alcune Regioni italiane, tra cui la Toscana. Grazie alla cooperazione sanitaria internazionale della Regione Toscana, che fa capo all’ospedale pediatrico Meyer, dal marzo 2003 ad oggi sono stati ospitati e curati nei nostri ospedali 17 pazienti iracheni (in grande maggioranza bambini), per gravi patologie o per ferite e ustioni provocate dalla guerra.

Con questi due nuovi arrivi, il numero sale a 19.
Dei due piccoli pazienti, uno è un bimbo di 8 mesi affetto da una grave cardiopatia: verrà ricoverato al Meyer per una serie di screening, ma successivamente potrebbe andare all’Ospedale pediatrico apuano di Massa per l’intervento chirurgico. L’altra è una bambina di 10 anni che era già stata curata al Meyer per un tumore renale: torna per effettuare una serie di controlli.
“Accanto alla festa per la liberazione delle nostre due ragazze – dice il presidente Claudio Martini – c’è la soddisfazione di accogliere due bambini che rappresentano il futuro dell’Iraq.

Non sono i primi. Dal marzo 2003 ne abbiamo accolti e curati 17, tutti con patologie molto gravi e a cui sono stati restituiti la salute e il futuro”. Martini fa alcune considerazioni: sulla situazione irachena: “La liberazione delle due Simone è un appello ad un impegno ancora più forte di fronte alla tragedia dell’Iraq, dove la follia della guerra ha raggiunto limiti indicibili, mentre continuano i bombardamenti alle città, gli atti terroristici, i sequestri, gli sgozzamenti. I civili e i bambini in primo luogo sono i più colpiti.

Le Simone, con il loro impegno semplice ed esemplare di solidarietà, indicano la strada per ricostruire quel paese. Oggi in quella terra c’è sempre meno bisogno di soldati e più bisogno di progetti di pace e di solidarietà. Questa è la sfida che è posta all’Occidente: non la guerra, ma il dialogo, l’incontro e la cooperazione”. E sul ruolo della Toscana: “La Toscana, come è noto, non da oggi è impegnata in questa politica di pace e di cooperazione. Anche sulla vicenda dell’Iraq siamo tra le regioni che più si sono messe a disposizione per la cura dei bambini e per progetti di emergenza, alcuni dei quali fatti con “Un ponte per…”, per il quale lavorano le due Simone.

Il lavoro che abbiamo svolto con la Croce Rossa è stato esemplare ed è giusto che questo venga da tutti riconosciuto. Non è mai stato nostro interesse lucrare sugli eventi. Abbiamo sempre tenuto uno stile di discrezione. Ma non si deve oscurare il fatto che senza l’impegno delle Regioni e dunque anche della Regione Toscana, non sarebbe stato possibile curare in Italia i bambini inviati dalla Croce Rossa”.
E annuncia: “Nelle prossime ore scriverò alle due Simone per invitarle a venire a trovare i due bambini iracheni, che sono in cura al Meyer.

Sarà l’occasione per noi di abbracciarle e di confermare il nostro impegno per la pace e la ricostruzione dell’Iraq”. (lz)

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