Il governo impugna la nuova legge sulle acque minerali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 settembre 2004 23:45
Il governo impugna la nuova legge sulle acque minerali

Firenze - “Siamo sorpresi e contrariati per questo nuovo stop imposto alla Regione Toscana dal governo nazionale. Attendiamo la motivazione ufficiale per rispondere adeguatamente con la forza delle nostre ragioni”. Con queste parole l’assessore alle attività produttive, Ambrogio Brenna, ha commentato la decisione presa venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri che ha impugnato presso la Corte Costituzionale la legge regionale 38/2004 per la disciplina della ricerca e dell’utilizzazione delle acque minerali, di sorgente e termali del territorio toscano.

“Si tratta di una legge innovativa – continua Brenna - che permette di avere una corretta gestione delle nostre risorse idriche, di valorizzare al meglio questo importante patrimonio sia dal punto di vista economico che da quello sanitario, turistico e ambientale, inserendo queste attività in una prospettiva di sviluppo sostenibile dell'intero territorio toscano. Una legge dunque che fornisce garanzie ai cittadini e alle amministrazioni locali e certezze di comportamento e di costi alle imprese”.
Ecco i principali elementi innovativi della legge sulle acque: il trasferimento ai Comuni delle funzioni amministrative oggi svolte dalla Regione in materia di permessi di ricerca, concessioni e autorizzazioni in materia igienico-sanitaria, le competenze amministrative relative al rilascio delle autorizzazioni e alla vigilanza igienico-sanitaria sulla produzione ed il commercio di acque minerali e di sorgenti; il riordino e la razionalizzazione della disciplina in materia sia di concessioni sullo sfruttamento dei giacimenti, sia di vigilanza igienico-sanitaria.

Inoltre in sede di definizione del regolamento attuativo della legge saranno definite in modo puntuale le regole e le procedure relative a tutti gli aspetti della materia igienico-sanitaria; viene stabilito il nuovo impianto dei canoni a carico dei concessionari e la semplificazione degli oneri per i concessionari. Infine la legge sarà vigente successivamente all’entrata in vigore del regolamento attuativo da definirsi entro 12 mesi.
Uno degli aspetti più innovativi della nuova legge regionale sulle acque minerali riguarda i canoni a carico dei concessionari, fino ad oggi non proporzionati ai benefici economici che derivano dallo sfruttamento della risorsa.

Il provvedimento varato dalla Regione interviene consentendo ai Comuni di graduare l'applicazione secondo le quantità utilizzate, i valori di mercato, la qualità e le tipologie d'uso delle acque minerali e termali. Una riduzione del canone è prevista, fra l'altro, per l'imbottigliamento in vetro e per le acque termali utilizzate per cure convenzionate con il servizio sanitario nazionale. Si prevede inoltre che le risorse derivanti dai canoni siano impiegate in iniziative a beneficio del territorio interessato dalla concessione.
Ma non è tutto.

La razionalizzazione investe anche la natura delle concessioni: vengono eliminate quelle senza termini di tempo mentre quelle a titolo perpetuo sono confermate per la durata di venti anni. La Regione continuerà a provvedere al monitoraggio dello sfruttamento delle risorse idriche con l'obiettivo di tutelare il patrimonio toscano di acque minerali di sorgente e termali. Sarà compito della Regione promuovere un uso sostenibile di questa risorsa, valorizzandone il contesto ambientale e idrogeologico.

(cl)

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