Il Consiglio regionale in aiuto dei bambini armeni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 luglio 2004 17:20
Il Consiglio regionale in aiuto dei bambini armeni

Prodotti italiani, anzi toscani, messi in vendita in un grande bazar di beneficenza in Armenia per aiutare i bambini orfani e disabili del luogo. E’ questa l’iniziativa organizzata dall’ambasciata italiana in Armenia per aiutare l’infanzia di quel paese, dove la povertà è estrema e mancano i servizi essenziali. E le aziende toscane hanno risposto con entusiasmo all’appello lanciato dal Consiglio regionale alla volta della nostra regione: sono circa trenta quelle che hanno messo a disposizione i loro prodotti.

Solo per citarne alcune, ci sono Gucci e Principe, Roberto Cavalli e Sasch, Rinascente e Mercedes, ma anche molte imprese di dimensioni locali. L’iniziativa è stata presentata questa mattina nella sede del Consiglio regionale dal presidente del Consiglio Riccardo Nencini, dal presidente della Commissione speciale rapporti con l’Unione europea Angelo Pollina, dall’ambasciatore italiano in Armenia Marco Clemente. I beni di consumo messi a disposizione serviranno per allestire lo stand dell’ambasciata italiana, che insieme alle altre ambasciate in Armenia organizza un bazar di beneficenza in occasione della giornata mondiale dell’infanzia, il prossimo novembre.

“Questa iniziativa coincide temporalmente con la nostra Festa della Toscana – ha spiegato Nencini – che quest’anno è proprio dedicata ai bambini, a come vedono la pace e la guerra. Abbiamo attivato da tempo con l’Armenia rapporti di aiuto e di scambio, questa è un’occasione per intensificarli”. Angelo Pollina ha sottolineato come, dopo che è stato lanciato l’appello, le aziende toscane abbiano aderito con grande generosità. “Ringraziamo sentitamente le imprese toscane – ha commentato l’ambasciatore Marco Clemente – per questo aiuto a un paese che sta ancora attraversando un periodo di difficoltà, ma che ha una grande voglia di reagire e di crescere”.

“Il bazar organizzato dagli ambasciatori può servire di esempio ai nuovi ricchi armeni – ha spiegato invece la moglie dell’ambasciatore -, sensibilizzandoli al problema dell’infanzia in difficoltà e quindi creando un circuito virtuoso di solidarietà”.(mr)

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