Decreto 168: il "taglio" per il Comune di Firenze è di 4 milioni di euro
L’assessore al Bilancio del Comune di Siena: "Il governo ritiri il decreto che impedisce ai comuni di spendere i soldi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 luglio 2004 19:32
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Circa quattro milioni di euro. E' questo l'ammontare del "taglio", comunicato ieri dall'assessore al bilancio Tea Albini nella riunione di giunta, che riguarda il Comune di Firenze, per rispettare il decreto 168 del 12 luglio "Interventi urgenti per il contenimento della spesa pubblica". La manovra imposta dal decreto legge dovrà essere effettuata sulle cifre riguardanti i "beni e servizi". Tenuto conto che il blocco attuato in precedenza (prima dell'emendamento per i Comuni "virtuosi" fra cui Firenze) per questa voce ammontava a circa 5 milioni di euro, è stato quindi deciso di sbloccare il 20% e operare un "taglio" dell'80% sugli stanziamenti iniziali. Oggi l'assessore Albini ha inviato agli assessorati e alle direzioni una nuova disposizione (che fa seguito a quella del 22 luglio) nella quale si richiede di formulare le proposte, secondo i criteri esposti, da presentare entro la seduta di giunta dell'11 agosto.

Al blocco delle spese per missioni all'estero, convegni, pubblicazioni, spese di rappresentanza e pubblicità, si aggiungono quelle relative alle consulenze, mentre non sono più da considerarsi oggetto di blocco altre voci indicate nella precedente disposizione.

"Il decreto 168 del 2004, la normativa con cui Berlusconi impedisce ai comuni di spendere i soldi già iscritti nei propri bilanci, disegna un quadro assolutamente improponibile e drammatico. Ci viene impedito di spendere i soldi che abbiamo e di onorare gli impegni presi con i cittadini.

Faremo di tutto per portare a termine i nostri programmi, fino alla disobbedienza civile come propone l’Anci".
Così Mauro Marzucchi, assessore al Bilancio del comune di Siena, ha aperto la conferenza stampa che si è tenuta questa mattina 28 luglio nella Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico per illustrare la situazione che si è venuta a creare con i tagli del decreto. Marzucchi ha inoltre espresso piena adesione al documento congiunto che è scaturito dalla conferenza dei capigruppo, che si è tenuta questa mattina, dove sono stati convocati tutti i capogruppo.

Il documento chiede al governo di ritirare il decreto 168, esprimendo il più fermo dissenso verso la nuova imposizione fiscale che colpisce la Fondazione e denunciando la gravità della manovra finanziaria verso i servizi ai cittadini. E’ stato firmato da Fabio Lapisti dei Ds, Francesco Andreini per Rifondazione Comunista, Riccardo Martinelli per l’Area Riformista Sdi, Gianluca Targetti per Siena Indipendente, Lucio Pace per l’Altra Siena, Sandro Vannini per l’Altra Siena Indipendente, Luciano Cortonesi per Noi per Siena e Anna Gioia per DL-La Margherita.


"Sono rimasto davvero molto sorpreso che non ci sia la Casa delle Libertà – ha continuato Marzucchi – evidentemente ritiene che i provvedimenti presi dal governo non siano dannosi per i cittadini. Non ha aderito perchè considera il documento presentato propagandistico. In realtà qui siamo di fronte ad una situazione drammatica".
"Il decreto 168 – ha spiegato Marzucchi – chiede ai comuni di fare la media della spesa corrente effettuata nel 2001-2002 e 2003 e dunque di diminuire la stessa spesa del 10 per cento.

Il risultato di questa operazione è quanto noi possiamo spendere nel 2004".
"Se questa è l’interpretazione che verrà confermata per il decreto - ha aggiunto Marzucchi - per Siena si tratterà di affrontare una situazione grave ed ingestibile soprattutto perchè fatta a metà anno. Diverso sarebbe stato il discorso se si fosse stati all’inizio dell’anno. Il bilancio 2004 è più importante dei precedenti, ha una spesa corrente di circa 86 milioni di Euro, mancano da impegnare più di 12 milioni di Euro.

Ecco questi soldi noi li abbiamo, ma non li potremmo spendere se non si modifica l’impostazione governativa. Il taglio in sostanza avviene sull’impegno di spesa da assumere, una operazione tecnica-amministrativa che si svolge come d’abitudine poco prima dell’evento da finanziare. Non si fanno impegni di spesa per tutti i capitoli di bilancio all’inizio dell’anno. Sarebbe del tutto assurdo".
"Faremo di tutto – ha osservato Marzucchi - per portare a termine i nostri programmi e quanto sta scritto nel bilancio di previsione 2004.

Si è aperta la trattativa del governo con l’Anci, la proposta che emerge e a cui anche noi aderiremo è quella di non applicare il decreto ad alcuni servizi. L’Anci sostiene anche che la normativa del centro destra ha valore solo sulla parte di spesa corrente non ancora impegnata per l’anno in corso. In questo caso il taglio per Siena sarebbe di 1.250.000 Euro, una cifra consistente, un obiettivo difficile da realizzare, ma più rassicurante rispetto a quanto si sta profilando. Temiamo però che questa interpretazione dell’Anci sarà respinta perchè non risolve il problema ad un governo che appena 20 giorni fa, usando il metodo "Parmalat" per i propri conti, aveva garantito agli italiani che era tutto a posto.

Noi chiediamo al governo di ritirare questo documento sciagurato, che affossa l’autonomia degli enti locali, che rende ridicolo il solo parlare di federalismo".
Il documento firmato nella conferenza dei capigruppo del consiglio comunale dai gruppi consiliari Ds, Rifondazione Comunista, Area Riformista Sdi, Siena Indipendente, Altra Siena, Altra Siena Indipendente, Noi per Siena e DL-La Margherita, mette l’accento sulle modifiche introdotte al regime fiscale per le Fondazioni. "Tale nuova imposizione – dice il documento – riduce le somme disponibili per le erogazioni e riduce le somme disponibili per l’incremento al patrimonio.

L’imposizione quindi sottrae risorse agli enti locali, università, aziende ospedaliere, centri di ricerca, case di riposo, associazione di volontariato, Diocesi, Parrocchie, associazione sportive e ricreative, le Contrade e il loro Magistrato e a tutti quei soggetti che da tempo trovano nel sistema delle Fondazioni un interlocutore fondamentale". Il documento dunque "esprime il più fermo dissenso nei confronti della nuova gravosa imposizione che colpisce le Fondazioni, una imposizione che non ha uguali in Europa, un provvedimento inutile e dannoso".

Per questo si chiede al governo "di ritirare il provvedimento e qualora non avvenisse impegna il sindaco ad esperire ogni azione anche in sede contenziosa al fine di consentire alla Fondazione di riacquistare il regime fiscale esistente prima dell’emanazione del decreto 168".
Sui tagli alla spesa corrente il documento della conferenza dei capigruppo esprime "una forte critica sulla riduzione del 10 per cento rispetto al triennio 2001-2003 della spesa corrente – si legge – sulla perdita della riduzione del 50 per cento dell’Ires per le Fondazioni bancarie, sull’uso della leva fiscale verso banche e assicurazioni, sul taglio agli incentivi agli investimenti, sulla proroga del condono edilizio".

Per questo il documento chiede al governo e al parlamento "l’annullamento delle misure elencate".

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