Generatori eolici sul Monte Tambone all'Elba?
Domani Greenpeace in un supermercato fiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 maggio 2004 19:56
Generatori eolici sul Monte Tambone all'Elba?<BR>Domani Greenpeace in un supermercato fiorentino

, 21 maggio 2004 - Il Comune di Campo nell'Elba ha in progetto di costruire una schiera di generatori eolici sul crinale del Monte Tambone, proprio al confine con il Comune di Capoliveri, praticamente nel Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano. Torri metalliche troncoconiche alte 70 metri minimo, alte cioè quanto il faro di Portoferraio è alto sul mare del Grigolo, più i rotori, tre pale del diametro di altri 80 metri, che si vedrebbero da ogni punto di Marina di Campo, di San Piero, di Lacona, di Capoliveri.

Più il generatore vero e proprio, per aria, nel mezzo, grande quanto un furgone.
Naturalmente esprimono assoluta opposizione a questo progetto le associazioni ambientaliste -che pure considerano l'eolico come una fonte energetica di grande interesse, ma non nelle aree a forte valenza ambientale e paesaggistica come l'Elba ed i parchi nazionali in genere.
Sul Tambone, infatti, transita una importante linea di migrazione di rapaci e altri uccelli.
Dai risultati dei rilevamenti effettuati nel corso di specifici progetti di ricerca portati avanti sull’Arcipelago e tutt’ora in corso, emerge che, ogni anno, migliaia di rapaci e altri uccelli migratori transitano sui monti elbani, diretti verso la Corsica in autunno e verso il continente in primavera, con essi centinaia di migliaia di passeriformi, sovente in migrazione notturna.
Aquile minori, bianconi, cicogne nere, falchi pecchiaioli.

Tutti uccelli minacciati che, come l’esperienza di altre località in Italia e nel mondo insegna, cadono vittime delle pale eoliche -affettati- tutte le volte che queste sono posizionate lungo le loro rotte di migrazione.
Se lo scopo dell’operazione è veramente quello di ottenere un risparmio energetico, WWF e LIPU consigliano al Comune di Campo di incentivare piuttosto la messa in opera di pannelli solari fotovoltaici, che se ben realizzati non si distinguono dai tetti degli edifici, e magari di impegnarsi per un effettivo risparmio energetico riducendo gli sprechi tipo quello di illuninare a giorno anche le strade extraurbane quella di La Pila - la Foce tanto per dire.
WWF e LIPU vorrebbero saperne di più anche sull'altra parte del progetto comunale, quella di produrre energia elettrica bruciando le biomasse.



In coincidenza con la Giornata Mondiale della Biodiversità promossa dall’Unep, Greenpeace torna domani, ancora una volta, nei supermercati in tutta Italia, per scovare i prodotti che contengono Ogm.
Gli attivisti dell’associazione saranno, sabato 22 Maggio, dalle ore 11.00 fino a fine mattinata anche a Firenze al supermercato Coop in Via Salvi Cristiani.
“Dopo una settimana di azioni dirette non violente negli stabilimenti che utilizzano soia geneticamente modificata, a Chioggia, Ravenna e Ancona e con la nostra nave "Esperanza" che ha fermato un cargo con soia Ogm, torniamo ad informare l’ultimo anello della catena, ma il più importante: i consumatori” commenta Claudia Vandini del Gruppo d’appoggio di Firenze “rifiuto dei consumatori al cibo Ogm è più forte che mai.

Chi li trova sugli scaffali può segnalarceli e chiedere al supermercato la sostituzione del prodotto acquistato con uno non Ogm.”
Mercoledì scorso, intanto, è ufficialmente finita la moratoria europea sugli Ogm, con l’approvazione da parte della Commissione Europea del Bt-11, una varietà di mais dolce OGM sviluppata dalla svizzera Syngenta e coltivata negli Stati Uniti.
I “Detective di Ogm” di Greenpeace cercheranno di individuare i prodotti etichettati, informare i consumatori sulle nuove norme e invitarli a entrare in azione.

Con la nuova normativa europea, tutti i prodotti, contenenti o derivanti da un ingrediente che contenga più dello 0,9 per cento di Ogm, devono esibire sull’etichetta la scritta: «Questo prodotto contiene (o deriva) da Ogm». Anche per oli vegetali, amidi, zuccheri, finora esclusi dall’obbligo della dichiarazione.
Per Greenpeace resta inaccettabile, però, che uova, carne e latticini non debbano essere etichettati per legge anche se gli animali di provenienza sono stati nutriti con Ogm.

Ai consumatori è dovuta questa garanzia. Nel frattempo, si possono scoprire se questi prodotti hanno avuto a che fare con Ogm o meno grazie alla guida che si trova sul sito di Greenpeace. Sempre sul sito è possibile segnalare i prodotti etichettati Ogm eventualmente in vendita.

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