Teatro della Pergola: da martedì 23 a domenica 28 marzo Dapporto nel capolavoro di Svevo
Moni Ovadia in La Bottiglia vuota venerdì 26 (ore 21.15) al Teatro Nazionale di Quarrata (PT)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 marzo 2004 12:51
Teatro della Pergola: da martedì 23 a domenica 28 marzo Dapporto nel capolavoro di Svevo<BR>Moni Ovadia in <I>La Bottiglia vuota</I> venerdì 26 (ore 21.15) al Teatro Nazionale di Quarrata (PT)

"La coscienza di Zeno" è considerato il capolavoro di Italo Svevo. Intriso della cultura europea del Novecento, di cui in letteratura risulta essere uno dei massimi esponenti, Svevo trasferisce nel suo romanzo l'atmosfera di un'epoca. Scritto al termine della prima guerra mondiale, periodo di forti cambiamenti economici e sociali, influenzato sensibilmente dall'avvento della psicoanalisi, il testo è occasione per Svevo/Zeno per una riflessione autobiografica sul passato, alla ricerca del senso della vita.
Zeno Cosini è un tranquillo borghese triestino la cui vita scorre apparentemente in equilibrio tra passato e presente, fra azione e conoscenza.

Scrittura e psicoanalisi sono gli strumenti che gli consentono di rivedere il vissuto delle relazioni umane più significative della sua esistenza. Un percorso doloroso che lo condurrà ad osservare in una dimensione tragicomica il ricomporsi del mosaico della sua vita e della sua coscienza, in un avvicendamento di ruoli che solo la vita nella sua originalità rende possibili.
Il rapporto con il padre, il mondo del lavoro di cui non comprende le regole, il matrimonio e i relativi tradimenti che aumentano in lui l'amore per la moglie, le occasioni perdute, i reiterati fallimenti, i mancati atti di volontà, sono la trama della vita di un uomo che si sente inadeguato e si scopre adeguato, condizione che lo rende ai nostri occhi un personaggio familiare.
La riduzione teatrale, già utilizzata per altri allestimenti, è quella prestigiosa firmata da Tullio Kezich.

Reduce dai successi televisivi, non dimentico dell'amore per il teatro che da sempre lo nutre, Massimo Dapporto è pronto a realizzare il sogno nel cassetto che lo porterà ad incarnare il complesso personaggio di Zeno. La regia di Piero Maccarinelli come sempre offrirà una lettura attenta e approfondita del testo.

La bottiglia vuota è uno spettacolo sul mondo khassidico cioè sul mondo di quella corrente di ebrei ortodossi di ispirazione mistica, che hanno introdotto nel pensiero e nella prassi ebraica una sorta di profondità/levità nuova fino ad allora, vagamente astratta e a volte apparentemente non-sense, pur mantenendosi nel solco di una saggezza profondissima assolutamente fondamentale per capire lo spirito più acuto dell'umorismo ebraico.

Moni Ovadia traccia la storia e le caratteristiche di questi "khassidim" (appartenenti al mondo khassidico) attraverso aneddoti, storielle e canzoni tratte dal patrimonio culturale dell'ebraismo orientale in chiave semi-seria come è solito fare. L'assoluta novità è che per la prima volta Moni Ovadia si accompagna da solo con la chitarra riuscendo a dare all'interpretazione una dimensione "piccola", raccolta, interiore. In aggiunta, a far da contrappunto al narrare dell’ebreo Moni Ovadia, si inserisce il fisarmonicista zingaro Albert Florian Mihai che esegue brani della tradizione zingara Rom.

Così ebrei e zingari si raccontano, accomunati dalla loro erranza e dal loro essere discriminati nella storia e nei luoghi.
Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraica. Studia a Milano dove si laurea in Scienze Politiche e incomincia la sua attività artistica come cantante e musicista. Nel 1972 fonda e dirige il “Gruppo Folk Internazionale”. Nel 1978 il gruppo diventa “Ensemble Havadià”, dedicandosi a musiche di propria composizione. Il lavoro teatrale vero e proprio inizia nel 1984 quando avvia una serie di collaborazioni con numerose personalità teatrali tra cui Pier’Alli, Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti.

Con il Teatro Franco Parenti crea, in collaborazione con Mara Cantoni, lo spettacolo Dalla sabbia dal tempo (1987). È questa per Moni Ovadia l’occasione di fondere le proprie esperienze di attore e di musicista, dando vita alla proposta di un “teatro musicale” lungo il quale ancora oggi opera la sua ricerca espressiva. Nel ’90 fonda la TheaterOrchestra e produce lo spettacolo Golem, presentato con successo a Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York. Ma è con Oylem Goylem, una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, che Ovadia si impone all’attenzione del grande pubblico.

Nel 1994 inizia il sodalizio artistico con Roberto Andò debuttando nell’opera multimediale Frammenti sull’Apocalisse. Nel 1995 partecipa insieme all’attore tedesco Bruno Ganz al primo lungometraggio di Andò Diario senza date. Sempre del 1995 è Dybbuk, spettacolo sull’Olocausto che viene accolto come uno degli eventi più importanti della stagione teatrale. Nel ’96 da vita allo spettacolo Ballata di fine millennio. Nel 1997 mette in scena Il caso Kafka. Nel 1998 ha presentato Trieste… ebrei e dintorni, e poi Mame, mamele, mamma, mamà… scritto, diretto e interpretato da lui stesso e dalla TeatherOrchestra.

Nell’anno 2000 debutta a Palermo con due nuovi spettacoli: Yossl Rakover si rivolge a Dio e Tewje un mir. Sempre nel 2000 scrive, produce e recita La Bottiglia vuota. Attualmente gira in tournèe in Italia con il suo nuovo spettacolo L’Armata a cavallo.
Albert Mihai nasce in Romania nel 1976 da una famiglia di musicisti zingari Rom. A 5 anni comincia a suonare una fisarmonica giocattolo. A 10 anni guadagna i primi soldi suonando ai matrimoni e successivamente nelle più prestigiose orchestre popolari del suo paese.

Presto decide di viaggiare nei paesi dell’Europa occidentale per suonare e conoscere altre realtà musicali. Infine si stabilisce a Roma dove forma il quartetto Taraf de Metropulitana, con cui si fa conoscere per il suo virtuosismo e le sue intense interpretazioni. Approda nella TheaterOrchestra di Moni Ovadia, in cui si mette in luce, oltre che per l’indubbia attitudine musicale, anche per le naturali capacità attoriali.

Collegamenti
In evidenza