Ecco lo stato di salute dell'acqua nella nostra regione
E’ la prima classificazione complessiva di tutte le acque toscane

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 gennaio 2004 19:36
Ecco lo stato di salute dell'acqua nella nostra regione<BR>E’ la prima classificazione complessiva di tutte le acque toscane

FIRENZE- Le acque marine della Toscana godono di ottima salute. Meno favorevole la situazione di fiumi, laghi e acque sotterranee. Il referto lo emette il Piano di tutela delle acque della Toscana, il corposo documento in sette volumi, elaborato dalla Direzione Generale delle politiche territoriali e ambientali che la Toscana, in attuazione del D.Lgs. 152/99 sulla tutela delle acque ed anticipando i contenuti della Direttiva Quadro comunitaria 2000/60 CE, ha approntato, prima regione in Italia insieme alla Emilia Romagna ed alla Val d’ Aosta.

Dopo l’adozione da parte della Giunta Regionale (avvenuta alla fine del 2003 come previsto dal D.Lgs. 152/99), verrà ora sottoposto a verifica da parte delle Autorità di bacino, delle Province, delle Autorità di Ambito Ottimale, dei Comuni e dei Gestori dei servizi idrici ed alla consultazione con le associazioni ambientaliste, di categoria e sindacali. Il Piano, che è strutturato per singoli bacini idrografici, di cui cinque (Arno, Serchio, Ombrone, Toscana nord e Toscana costa) interamente compresi nel territorio toscano e sette solo in misura parziale (Magra, Po, Reno, Lamone, Fiora, Tevere e Marecchia), abbina alla fotografia della situazione attuale dello stato di qualità delle acque, la definizione degli obiettivi di qualità ambientale e l’individuazione di interventi e misure necessari a raggiungerli; per la loro attuazione sono previsti finanziamenti complessivi per oltre 3 miliardi di euro nell’ arco di oltre 10 anni “Il piano di tutela delle acque – ha dichiarato l’assessore all’ambiente Tommaso Franci – è uno strumento fondamentale di lavoro nel settore delle acque per i prossimi anni e completa la programmazione ambientale di tutela delle acque.

Partendo dalla radiografia della situazione attuale, questo piano pone gli obiettivi da raggiungere, indicando sia i percorsi per arrivarci che le risorse economiche e gli indirizzi in cui sviluppare le normative. Si è passati dalla legge Merli, cioè dal controllo e dalla regolazione della fonte di inquinamento, alla salvaguardia della qualità ambientale del corpo idrico superficiale e sotterraneo, a valle delle fonti inquinanti, tenendo conto delle caratteristiche sia chimiche e biologiche che quantitative delle acque.

Dove tali parametri, sia qualitativi che quantitativi, non sono rispettati il piano stabilisce le azioni da intraprendere per ottenerli. E ciò avviene a scala di bacino, assunto come nuovo importante ambito di pianificazione, programmazione e governo del sistema”. Il Piano prevede azioni per rispettare anche gli obiettivi di qualità per la tutela delle acque dalle sostanze pericolose per le quali proprio in questi giorni è stato pubblicato il decreto ministeriale di recepimento della normativa comunitaria.
Per quello che riguarda la copertura finanziaria degli interventi previsti l’assessore ha sottolineato che con accordi di programma già stipulati per l’assegnazione delle risorse pubbliche e ricorrendo a finanziamenti pubblici parziali, si è dato negli ultimi anni notevole impulso alla realizzazione degli interventi più urgenti nei settori fognature e depurazione.

“I finanziamenti pubblici negli ultimi 4 anni per il settore fognature e depurazione – ha concluso Franci - sono stati di 180 milioni di euro, e circa 100 milioni di euro sono stati destinati ad attività di depurazione industriale dei principali distretti toscani, con un impegno contestuale dei soggetti beneficiari pari a circa il doppio dei fondi pubblici. Con l’attuazione dei programmi degli interventi da parte dei gestori unici di ambito, previsti dai Piani d’ Ambito, si completeranno le misure necessarie a garantire il rispetto delle norme comunitarie, con un impegno economico da parte dei gestori (coperto dalla tariffa che i cittadini pagano per il servizio idrico) stimato nell’ordine di 2.8 miliardi di euro.

Inoltre nella legge finanziaria della regione sono previsti 90 milioni di euro per interventi finalizzati al superamento della crisi idrica e alla tutela qualitativa delle risorse idriche nelle zone di criticità ambientale individuate dal Piano regionale di azione ambientale”.
Il giudizio sullo stato di salute delle acque toscane, aggiornato al 2003, e misurato in conformità con gli obiettivi di qualità ambientale previsti dalla normativa nazionale e comunitaria per il 2008 e il 2016, si basa sul monitoraggio effettuato dall’Arpat in punti di campionamento strategicamente dislocati per consentire una completa rappresentatività della situazione delle acque : 150 punti sono relativi alle acque superficiali interne (fiumi e laghi), 45 alle acque marine e 51 alle zone di monitoraggio delle acque sotterranee, ciascuna con più punti di campionamento.

In base alle classi di qualità ambientale basate su una valutazione congiunta di parametri chimici, fisici e biologici definiti dalla disciplina nazionale - elevata, buona, sufficiente (o mediocre per le acque marine), scadente e pessima (solo per le acque di laghi e fiumi) – la pagella migliore se la aggiudicano le acque marino-costiere: sui 45 punti di rilevamento 29 sono risultati di elevata qualità (64 per cento), e 12 di livello qualitativo buono, pari al 27 per cento, il che significa che 41 punti sono fin da ora conformi all’obiettivo di qualità previsto per il 2016.

Il 9 per cento, cioè 4 punti di rilevamento, sono invece mediocri ma già ad oggi conformi all’ obiettivo di qualità previsto per il 2008. Per le acque marine si profila dunque la necessità di interventi di miglioramento/risanamento solo in specifici punti, in particolare in corrispondenza delle foci dei fiumi maggiori. Nei rimanenti punti sono richiesti interventi di mantenimento. Il quadro cambia per le acque superficiali interne, cioè fiumi e laghi. Qui 3 punti di rilevamento, pari al 2 per cento, su 150, fanno registrare una qualità elevata, mentre un livello qualitativo buono è raggiunto in 61 monitoraggi, che corrispondono al 41 per cento del totale.

Altri 50 punti vengono etichettati come sufficienti (33 per cento). Nel complesso 114 punti, il 76 per cento del totale, è già conforme ad oggi agli obiettivi da raggiungere per il 2008, e di questi 64 (43 per cento) rispettano già i limiti previsti per il 2016. Le criticità riguardano invece 24 punti (16 per cento) che si collocano nella categoria scadente e 12 punti di rilevamento, pari all’8 per cento, assegnati alla fascia ‘pessima’. In tutto un 24 per cento di criticità che è concentrato in massima parte nel bacino dell’Arno, in corrispondenza dei distretti industriali e delle zone a sfruttamento agricolo intensivo, mentre gli altri 4 bacini interamente toscani hanno 2 o 3 punti fortemente critici.

Qui la classe di qualità sufficiente sarà raggiunta nel 2010 e solo un tratto dell’Ombrone pistoiese, a sud della confluenza con il Fosso del Calice, sarà riconducibile a livelli qualitativi accettabili entro il 2016 e solo dopo questa data raggiungerà il livello di qualità buona previsto per il 2016. Per le acque sotterranee il 43 per cento (22 zone) risulta buono, e il 4 per cento sufficiente, ma il 29 per cento è classificato come scadente. Per un 24 per cento dei punti la classificazione è di stato di qualità ‘particolare’, che viene attribuito alle acque sotterranee quando queste assumono per motivi naturali, e non per inquinamento, caratteristiche chimico-fisiche analoghe a quelle indotte da azioni antropiche.
Passando ad una lettura per singoli bacini idrografici, quello che si trova in condizioni complessivamente peggiori è il bacino dell’Arno, dove peraltro, per quanto riguarda le acque superficiali, il 53 per cento dei rilevamenti evidenzia una qualità delle acque già ad oggi conforme agli obiettivi fissati per il 2008.

I punti di maggior criticità sono quelli di tratti fluviali a valle di scarichi dei distretti industriali, o di aree di agricoltura intensiva: Laghi di Chiusi e Montepulciano, tratto terminale dell'Ombrone Pistoiese a valle della confluenza del Fosso del Calice, Padule di Fucecchio e Canale dell'Usciana, tratto terminale dell'Arno a valle della confluenza dell'Usciana, canale emissario del Bientina. A livello di acque sotterranee le criticità sono analoghe e le zone sono quelle corrispondenti agli inquinamenti di superficie, e/o a zone di intensi prelievi, sebbene il 48 per cento dei campionamenti sia già di qualità buona.
Bacino del Serchio: già ad oggi è complessivamente conforme agli obiettivi del 2008 il 79 per cento dei punti di campionamento per le acque di superficie.

Le criticità riguardano in particolare il bacino del lago di Massaciuccoli. Gli acquiferi sotterranei sono al 75 per cento di qualità buona, con criticità relative alla zona del distretto cartario nella piana lucchese.
Bacino Toscana costa: complessivamente il 79 per cento delle acque superficiali è di qualità buona, mentre le zone critiche sono relative alla Val di Cornia e a un tratto centrale del fiume Cecina. La qualità delle acque sotterranee è solo nel 13 per cento sufficiente, con punte di criticità negli acquiferi dei bacini del Cornia e del Cecina, sia per gli eccessivi prelievi che per la qualità delle acque presenti.
Bacino Toscana Nord: Il 75 per cento delle acque superficiali è di qualità conforme agli obiettivi del 2008, con criticità in due punti, i tratti di pianura dei torrenti Carrione e Versilia.

A livello di sottosuolo il 50 per cento dei rilevamenti indica una qualità buona, mentre l’altro 50 per cento, tutto nella fascia costiera, risulta scadente a causa dei prelievi e dell’intrusione del cuneo salino.
Bacino dell’Ombrone: il 90 per cento delle acque superficiali è di qualità conforme agli obiettivi del 2008. Le criticità sono concentrate nelle zone umide del Lago di Burano e nel Padule della Diaccia Botrona. Le acque sotterranee di questo bacino sono buone solo in misura del 33 per cento, sia per effetto degli intensi sfruttamenti a fini agricoli che per le conseguenze delle attività minerarie nelle zone interne e amiatine.
Per quello che riguarda i sette bacini interregionali, parzialmente in territorio toscano (Magra, Po, Reno, Lamone, Fiora, Tevere e Marecchia) la qualità delle acque superficiali è ottima essendo i tratti toscani dei corpi idrici interessati relativi a tratti di monte.

Generalmente buona anche la qualità delle acque sotterranee.

In evidenza