Alta Velocità: confronto pubblico a lavori già iniziati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 dicembre 2003 08:17
Alta Velocità: confronto pubblico a lavori già iniziati

A Roma si continua a discutere, mentre a Firenze i lavori dell'Alta velocità sono già iniziati con un impegno da parte di Tav di oltre 200 milioni di euro. Nei giorni scorsi la decisione del Comitato di coordinamento della Commissione di valutazione di impatto ambientale del Ministero dell'Ambiente di riproporre e ripubblicare la variante di progetto di passante ferroviario della tratta Firenze-Castello-Rifredi, il cosiddetto "scavalco" di Castello. Un rinvio di sei mesi è stato chiesto dal ministero dell'Ambiente, attraverso la commissione valutazione ambientale, per prendere in considerazione le osservazioni fatte da Arpat riguardanti sia la realizzazione dell'attraversamento sotterraneo di Firenze, sia la realizzazione della stazione, sia i metodi di valutazione dei rischi.
Ma domani la delegazione della Giunta comunale sarà Roma con l'intenzione di chiudere la conferenza dei servizi sul nodo fiorentino con l'esclusione dello scavalco che potrà essere ripubblicato separatamente.

Il capogruppo di Forza Italia Rodolfo Cigliana e il consigliere comunale azzurro Francesco Leoni invitano invece cittadini, associazioni, partiti, sindacati e comitati a fare sentire la loro voce.

Per la precisione sono 205 i milioni di euro impegnati da Tav sul nodo fiorentino, di cui oltre 110 per lavori già eseguiti o in corso di realizzazione. In dettaglio per gli appalti propedeutici sono già stati impegnati 40 milioni di euro: si tratta di interventi alle Cascine, a Campo di Marte dove sono iniziati i lavori in corrispondenza dell'ingresso dei treni sotto terra.

E ancora lo scalettamento dei binari a Castello e la realizzazione della nuova sottostazione elettrica a Rifredi. Ulteriori 15 milioni di euro sono già stati impegnati e spesi per le opere di viabilità inserite nel pacchetto dell'Alta velocità come per esempio il raddoppio del sottopasso di viale Belfiore e la realizzazione della nuova rampa del Romito e altri 10 milioni di euro sono stati impegnati per gli espropri degli immobili di via del Terzolle e viale Corsica. Si tratta di espropri necessari per realizzare il binario di servizio in modo da portar via il materiale prodotto dallo scavo per la nuova stazione a Rifredi.

Prevista anche una pista di raccordo tra il cantiere di Rifredi e quello della nuova stazione ai Macelli.
Sono invece 70 i milioni di euro impegnati dalla Tav per la prima e seconda linea della tramvia, per il nuovo stabilimento della Centrale del Latte, per la realizzazione della scuola Rosai (di cui è in corso la gara di appalto per i lavori) e per il funzionamento dell'Osservatorio Ambientale. Ulteriori 70 milioni di euro sono stati impegnati (e in parte già utilizzati) per la progettazione e il lavoro ingegneristico dell'intero nodo fiorentino dell'Alta velocità (tra cui lo studio di impatto ambientale).

In totale quindi si tratta di 205 milioni di euro.

“Da cittadini interessati al bene comune della nostra Firenze, noi protestiamo a voce alta con Lei per la ferma determinazione che Ella sta esternando in questi giorni a difendere ad ogni costo l’approvazione rapida del progetto Italferr di penetrazione dell’Alta Velocità ferroviaria nel tessuto urbano fiorentino, nonostante che le massime autorità di controllo tecniche e scientifiche lo definiscano gravemente carente”. Questo l’esordio della ferma lettera di rimostranze che il presidente dell’associazione di volontariato ecologista Idra Girolamo Dell’Olio ha inviato oggi – vigilia della conferenza di servizi sull’attraversamento TAV di Firenze - al primo cittadino Leonardo Domenici.
Nella lettera sono richiamati con forza i principali motivi di preoccupazione.
Il progetto, si osserva, è considerato profondamente inadeguato dall’Agenzia pubblica di protezione ambientale, l’ARPAT, per tutti i tipi di impatto: idrogeologico, atmosferico, acustico.

Ma ciò che più dovrebbe far riflettere il sindaco, secondo Idra, è il fatto che l’ARPAT nel suo parere “non si limita a contestare gli effetti ambientali attesi a Castello e alla nuova stazione”, ma “aggiunge pesanti riserve sull’evoluzione degli stessi progetti approvati”.
Tutta la movimentazione dei materiali da costruzione e di scavo, si disse e si scrisse nel ‘99, sarebbe avvenuta su ferro. Oggi - rileva l’ARPAT - se andiamo a guardare la versione definitiva di quei progetti, si scoprono vistosi peggioramenti.

Appare sempre più evidente ad esempio la necessità di utilizzare la viabilità ordinaria. Risultano così sconfessati alcuni capisaldi di garanzia contenuti nell’accordo procedimentale firmato il 3 marzo ’99. Tutto l'approvvigionamento e lo smaltimento dei materiali, eccetto lo smarino, avverrà su camion, si legge infatti nella relazione sugli aspetti ambientali del progetto definitivo Italferr. Ma “lo scenario di fondo al quale si aggiungono questi incrementi di motorizzazione pesante – rileva Idra - è una Firenze già fortemente congestionata e inquinata”.

L’associazione enumera poi altri punti deboli dell’avventura TAV: le progettazioni relative alla messa in sicurezza del Mugnone e del Terzolle risultano a uno stadio ancora molto acerbo di definizione; nessun cronogramma serio e dettagliato dei lavori sembra ancora disponibile; nessuna certezza è data – per quanto si sa - sulle modalità di trasferimento nel Valdarno superiore di circa 4 milioni di metri cubi di terra di scavo, “giacché gli stessi Suoi colleghi sindaci dei tre Comuni interessati (anch’essi, ci risulta, membri dell’ANCI) – scrive Dell’Olio a Domenici - non sono stati ammessi a partecipare alla conferenza di servizi del ‘98-’99, che pure ha assunto decisioni riguardanti il loro territorio”.

Non si hanno notizie, inoltre, sulle strutture che ospiteranno i lavoratori a Firenze, e sulle modalità di trasferimento dai campi base ai cantieri e viceversa. Certo è invece che quattro aree a verde pubblico vengono sacrificate a Castello alle esigenze della TAV.
“Come si può ritenere opportuno, in queste condizioni, avviare una lunga e drammatica operazione a cuore aperto quale si annuncia la cantierizzazione TAV a Firenze senza neppure le necessarie garanzie di copertura finanziaria dei lavori?”, chiede Idra, che ricorda come il ministro per le Infrastrutture Pietro Lunardi abbia reso noto che solo il 10% dello stanziamento necessario risulta al momento disponibile.

E aggiunge: “Né è chiaro in che modo, con quali fondi e con quale progressione di spesa il Comune di Firenze abbia programmato di far fronte all'impegno di esborso di 458,73 mld di vecchie lire, che risulta direttamente a suo carico stando ai dati dello Studio di Impatto Ambientale del progetto di penetrazione TAV di Firenze”. E propone: “Se è vero che Ella pensa che il dibattito pre-elettorale debba vedere un forte coinvolgimento dei cittadini, noi La invitiamo a fare da subito la Sua parte.

Ci candidiamo a Suoi interlocutori per la prossima assemblea pubblica che Ella vorrà convocare, ci auguriamo, su questo tema. Chiediamo che di Alta Velocità si discuta in città senza pregiudizi, documenti alla mano, chiarendo ai cittadini con senso di responsabilità tutti i punti oscuri che contano: tempi, costi, utilità sociale e benefici trasportistici, effetti ambientali e conseguenze sanitarie, sicurezza idraulica della città, patrimonio abitativo, beni culturali, alternative”.
Quanto alla conferenza di servizi, secondo Idra non sarebbe saggio apporre una firma di assenso il prossimo 23 dicembre sotto un progetto su cui gravano tante ipoteche negative sul piano economico, tecnico, ambientale e operativo.

Un progetto che deriva da uno spezzettamento progressivo ed estenuante in sotto-progetti: ben quattro conferenze di servizi (e sarà necessaria una quinta) ne hanno scandito la frammentazione e la perdita progressiva di identità. “Che senso avrebbe, del resto, - conclude l’associazione - l’approvazione di un ennesimo segmento di progetto quando lo stesso meccanismo fissato per la definizione degli appalti del nodo fiorentino non ne permetterebbe probabilmente l’assegnazione prima dell’approvazione complessiva?”.

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