Nel 2003 gli incidenti sul lavoro sono saliti dell’1,6 e del 20,4%
La prevenzione funziona?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 ottobre 2003 19:09
Nel 2003 gli incidenti sul lavoro sono saliti dell’1,6 e del 20,4%<BR>La prevenzione funziona?

FIRENZE- Nel 2002 in Toscana, secondo i primi dati del rapporto congiunto Inail-Regione Toscana, si sono registrati meno infortuni e meno incidenti mortali rispetto al 2001, nonostante un aumento dello 0,5% degli occupati. Questi ultimi sono passati da 1.452.000 a 1.459.900, ma gli infortuni sono calati di 1.205 unità (pari all’1,5%) scendendo da 78.273 a 77.068. Anche quelli mortali sono diminuiti, passando da 113 a 91 (-19,5%). Sono questi alcuni dei dati emersi nel corso del convegno organizzato dalla Regione Toscana nell’ambito della settimana europea sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

“Il 2002 ha avuto un buon andamento – commenta l’assessore regionale al diritto alla salute, Enrico Rossi – ma il primo semestre di quest’anno non è stato altrettanto positivo, anche se negli ultimi mesi il numero degli infortuni è di nuovo in diminuzione. Al di là delle cifre mi preme sottolineare l’impegno costante che stiamo mettendo nella dura battaglia per la sicurezza che combattiamo ogni giorno. Le indagini ci dimostrano che se c’è volontà, determinazione e unità tra tutti i soggetti interessati, gli infortuni diminuiscono”.

Di fronte al dato negativo del primo semestre 2003 (+ 606 incidenti, l’1,6%) e più morti (53 contro 44, +20,4%) rispetto ai primi sei mesi del 2002, nella seconda parte dell’anno la tendenza è migliore. Il convegno di Firenze ha rappresentato l’occasione per fare il punto sull’applicazione della legge 626/94. In Toscana è stata condotta un’indagine su 851 aziende campione, che occupano oltre 50.000 lavoratori. Tra i fattori positivi figurano che la quasi totalità (96%) delle aziende si è dotata del servizio di prevenzione e protezione, il 93% ha effettuato la valutazione dei rischi e che la figura del Rls (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) è uno dei fattori determinanti per il corretto funzionamento della legge.

La 626 ha raggiunto un buon livello di applicazione in un numero significativo di piccole e piccolissime imprese. Tra gli aspetti negativi è risultato che si applica meglio alle aziende medie e grandi, mentre incontra difficoltà nelle piccole. Il livello di criticità nella sua attuazione si colloca intorno ai 50 addetti: sopra questo numero il quadro è confortante, sotto lo è meno. Nell’80% delle aziende toscane sono state attivate consulenze per la sicurezza, mentre gli addetti ai compiti speciali sono stati nominati nel 78% dei casi per l’antincendio, nel 74% per la gestione delle emergenze e nel 71% per il pronto soccorso.

Però solo nel 17% dei casi esiste un preciso sistema di responsabilità e di controllo in materia di prevenzione, mente in un altro 15% c’è solo in parte. Sul fronte della prevenzione 7 aziende su 10 hanno definito un programma di interventi. Nella maggior parte dei casi si tratta di interventi formativi e informativi, oppure sugli impianti o sui dispositivi di protezione individuale. Scarsi invece quelli organizzativi o procedurali. L’informazione ai lavoratori è affidata a depliant, mentre scarso è l’uso di riunioni o assemblee generali.

La formazione dei nuovi assunti è stata effettuata in 3 casi su 4. I Rls sono presenti nel 62% delle aziende. Le procedure di sicurezza sono previste nel 64% delle situazioni di emergenza, nel 53% per le condizioni ordinarie di lavoro, nel 40% per le manutenzioni. “Dall’analisi – conclude l’assessore Rossi – emerge che il cammino da percorrere è ancora lungo, ma che qualche significativo progresso è stato compiuto. D’accordo con le organizzazioni sindacali impegneremo le Asl ad effettuare assemblee almeno annuali con i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, per discutere del programma di prevenzione e dei risultati conseguiti.

Confermiamo l’impegno di destinare il 5% del bilancio della sanità per la prevenzione e stiamo lavorando ad una nuova legge sugli appalti. Intendiamo estendere gli accordi positivi sulla sicurezza (Careggi, Alta velocità) ed abbiamo iniziato con l’Inail e l’Irpet una ricerca in alcune Asl per censire, dal punto di vista dell’igiene e della sicurezza, le nuove forme di lavoro interinale”.


Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls) è la figura di fiducia dei lavoratori per la tutela della loro salute durante il lavoro. E’ presente nel 62% delle aziende toscane. La Regione ha condotto, insieme ai sindacati, un’indagine per capirne il ruolo, la preparazione, le valutazioni. L’indagine ha riguardato 974 Rls (802 uomini e 123 donne) di tutti i settori produttivi, anche se la maggior parte di loro proviene dalle grandi imprese e dal pubblico impiego. L’età media è 43 anni, e svolgono il loro ruolo da 3 anni.

Tre su quattro sono a conoscenza del documento di valutazione dei rischi e sono stati consultati nel processo di valutazione, ma oltre la metà (il 55%) ritiene che esistano altri rischi non valutati dall’azienda. Solo uno su tre viene messo a conoscenza delle misure adottate dall’azienda per ridurre i rischi. Nelle aziende con più di 15 dipendenti quasi 8 su 10 Rls partecipano alla riunione annuale di prevenzione e protezione dai rischi, una percentuale che scende al 49% nelle aziende sotto i 15 dipendenti.

Solo 2 su 3 sono consultati sistematicamente sui problemi di sicurezza e igiene del lavoro. Quanto alla legge 626, il 37% di loro pensa che sia applicata solo burocraticamente e solo il 50% ritiene che sia uno strumento efficace per la sicurezza. Il 78% ha partecipato a corsi di formazione per una media di 31 ore, ma in 4 casi su 10 la durata dei corsi è stata inferiore alle 32 ore previste dalla legge. Tutto sommato i rappresentanti dei lavoratori sono ottimisti: il 77% di loro pensa di poter incidere sul miglioramento delle condizioni di lavoro, confortati in questo dal riconoscimento che viene dai loro compagni di lavoro in 3 casi su 4, mentre per il 21% degli intervistati, questo riconoscimento non esiste.

Oltre la metà di loro (56%) afferma di disporre soltanto di un’ora a settimana per svolgere il ruolo di rappresentante per la sicurezza. Nel 69% dei casi non hanno mai richiesto l’intervento dei servizi di igiene e prevenzione delle Asl. Quando questo intervento c’è stato (209 casi) ha soddisfatto le aspettative del Rls nel 56% dei casi, mentre il 38% si è dichiarato non soddisfatto. “In tema di sicurezza la Regione – spiega l’assessore al diritto alla salute, Enrico Rossi – ha siglato un protocollo d’intesa con i sindacati per mettere in atto tutte le misure possibili per tutelare la salute dei lavoratori.

Puntiamo sulla programmazione degli interventi, con la predisposizione di piani annuali di prevenzione e sicurezza, sugli accertamenti e sul coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza nel corso dei sopralluoghi dei tecnici della Aziende sanitarie. Lo scorso anno abbiamo stanziato oltre 4,5 milioni di euro per finanziare, tramite le Province, i piani formativi concordati con le parti sociali. Rafforzeremo anche il sistema dei controlli nei settori più a rischio: edilizia, cave, cartiere e agricoltura, così come il coordinamento tra tutti i soggetti interessati, dai sindacati, alle associazioni di categoria, dal mondo della scuola agli ordini e ai collegi professionali, all’Inail, alla direzione generale del lavoro”.

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