Progetto per la riqualificazione delle periferie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 agosto 2003 12:19
Progetto per la riqualificazione delle periferie

"I Comuni sono soli a fronteggiare il problema della riqualificazione delle periferie, che non può essere affrontato solo quando accadono fatti drammatici come quelli di Rozzano è l'azione quotidiana, sistematica di collaborazione tra tutti i soggetti interessati che può migliorare lo standard di vita anche in queste parti di città. Così grazie ai finanziamenti dei governi precedenti a Firenze abbiamo potuto fare molto". L'assessore al patrimonio abitativo del Comune Tea Albini ribadisce la necessità di poter continuare a lavorare per migliorare sempre di più i quartieri periferici.

"Per andare incontro alle situazioni di disagio profondo che si creano in questi quartieri ai margini delle città - ha detto l'assessore Albini- c'è la necessità non solo di riqualificare, ma anche di creare servizi adeguati perché il problema alloggiativo si trasforma facilmente in problema di ordine sociale". Attualmente la politica governativa non prevede fondi né per la riqualificazione né per altri interventi sul fronte abitativo e i bilanci comunali non sono certo in grado di dare una risposta a questa mancanza.

"Il Governo, - ha continuato l'Albini- con il passaggio delle competenze alle Regioni, senza il necessario passaggio di risorse, ha relegato il problema alla gestione del residuale (fondi e programmi) scaricando di fatto tutte le tensioni sui Comuni. Tensioni destinate ad aggravarsi per il bisogno sempre più esteso di fasce sociali deboli ed emarginate. Per quanto riguarda le occupazioni abusive non sono un problema rilevante grazie anche all'opera di prevenzione e controllo fatta da questa Amministrazione.

Con i fondi che si stanno utilizzando a Firenze per la riqualificazione urbana è stato avviato il processo per ridare vita a quartieri come le Piagge che per Firenze è un po' il quartiere simbolo dove sta funzionando la politica del restayling piuttosto che quella dell'abbattimento. "I concetti architettonici che hanno portato alla costruzione dei grandi edifici dormitorio degli anni settanta vanno ovviamente ripensati - ha proseguito l'assessore Albini- . Allora prevaleva l'esigenza di trovare alloggi in numero rilevante, oggi si pensa anche ai servizi e a situazioni più a misura d'uomo, a quartieri vivibili e non a ghetti".

La politica è quella di offrire spazi pubblici e servizi a una zona che erroneamente veniva considerata off-limits. E' la stessa filosofia che ha guidato gli interventi del comune sulle case minime, la costruzione degli alloggi per le giovani coppie, i piani di riqualificazione urbana e quelli di recupero. In estrema sintesi la strategia di questa Amministrazione è quella di intervenire creando nuovi alloggi e recuperando l'esistente senza ricreare nuovi quartieri dormitorio o cittadelle di esclusione va privilegiato il riuso dell'esistente rispetto all'uso del territorio ma va tenuto presente che il bisogno alloggiativo è e rimane una delle emergenze anche delle nostre città.(mr)

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