Lavoro: dove finiranno i dipendenti della Banca Romanelli?
Prosegue la vertenza Matec. Quali prospettive per il Nuovo Pignone?
Mancano insegnanti nella scuola materna

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 luglio 2003 17:34
Lavoro: dove finiranno i dipendenti della Banca Romanelli?<BR>Prosegue la vertenza Matec. Quali prospettive per il Nuovo Pignone?<BR>Mancano insegnanti nella scuola materna

(25 luglio 2003) – Su di loro gli assessori al lavoro della Provincia Davide Filippelli, del Comune di Firenze Marzia Monciatti e di Campi Bisenzio Stefano Salvi e la Regione Toscana rivolgono una richiesta d’attenzione al mondo del Credito e alla pubblica opinione. Si tratta di 25 lavoratori che hanno acquisito negli anni esperienza e professionalità. La complessa vicenda di Romanelli sta impedendo un loro ricollocamento nel mondo lavorativo. Le istituzioni si appellano in primo lugo alle aziende del Credito “affinché nell’ambito dei loro programmi di sviluppo tengano presente questa siotuiazione e dunque l’opportunità di dotarsi di personale qualificato”.

Un intervento in tal senso “andrebbe a sanare una situazione particolarmente grave sia in termini occupazioni che sociali”. Oltre ai lavoratori vi sono infatti anche i risparmiatori che si erano rivolti alla Banca Romanelli, posti in grave difficoltà dalla situazione attuale. Le Istituzioni che hanno seguito sin dall’inizio la vicenda, restano dunque a disposizione di lavoratori e risparmiatori per verificare e attuare dove possibile tutte le azioni inerenti una positiva risoluzione della vicenda.
“Registriamo la pericolosa tendenza di vedere trasformare la crisi congiunturale in crisi strutturale dell’economia fiorentina”: il Presidente della Provincia Michele Gesualdi, in un incontro sulla vertenza Matec, rileva che l’accordo sull’azienda prevede nei 50 esuberi (erano prima dell’accordo 58) non sole unità addette alla produzione ma anche alla rete commerciale.

“Ma anche le altre vertenze aperte – continua Gesualdi – presentano la stessa pericolosa tendenza”. La Provincia avvierà incontri con i sindacati, settore per settore, in modo da individuare interventi utili a prevenire l’aggravarsi della situazione. Intanto bisogna potenziare il decentramento dell’Università sul territorio, a sostegno dell’innovazione, e continuare gli investimenti degli Enti Locali nelle infrastrutture.
Adesso bisogna vedere se le promesse di interessamento fatte dalla Giunta regionale avranno un seguito favorevole.

Questo è quanto ha osservato il consigliere di Rifondazione comunista, Giovanni Barbagli, commentando in aula ciò che l’assessore al Lavoro ed alle politiche formative, Paolo Benesperi, ha affermato in risposta ad una sua interrogazione sulle possibilità di sviluppo e le criticità occupazionali del gruppo Nuovo Pignone in Toscana. L’assessore Benesperi, partendo dalle richieste dello stesso Barbagli che gli aveva posto di riferire sui provvedimenti di cassa integrazione ordinaria e straordinaria e sui provvedimenti di mobilità avviati in Italia ed in Toscana dal gruppo Nuovo Pignone, ha assicurato la volontà della Giunta di giungere nel più breve tempo possibile ad una soluzione positiva dell’intera vicenda.

Inoltre Benesperi, sollecitato dall’interrogazione di Rifondazione, ha fatto riferimento anche ad una interrogazione presentata in Parlamento da alcuni deputati del Centrosinistra che hanno chiesto al Governo di adoperarsi affinché le strategie aziendali di questo gruppo siano improntate alla salvaguardia occupazionale e si è impegnato a fare tutto quel che è consentito ad una Giunta regionale per favorire una risposta positiva alle possibilità di sviluppo del Nuovo Pignone eliminando il più possibile le criticità occupazionali nella strategia di questo gruppo in Toscana ed in Italia.

Di conseguenza Barbagli si è detto soddisfatto dell’interessamento aggiungendo però che adesso dalle parole si deve passare ai fatti.
Il vicepresidente della Provincia, Piero Certosi, ha scritto direttamente al Ministro della Pubblica istruzione Letizia Moratti perché siano garantite le dotazioni di personale necessarie per aprire le 15 nuove sezioni di scuola materna approvate da Provincia e Regione a Firenze, Castelfiorentino, Campi, Montelupo, Scandicci, Fucecchio e Sesto. “Con l’istituzione di queste nuove sezioni – ha scritto Certosi – si intende dare una risposta alla domanda in continua crescita, fra il 3% e il 4% annui, proveniente da famiglie con bambini fra i 3 ed i 6 anni.

Dato che gli enti locali si impegnano con forti investimenti per rinnovare ed incrementare le strutture dedicate alla scuola dell’infanzia, è importante che ci sia anche dallo Stato un’adeguata risposta in termini di dotazione di personale”. Bisogna evitare, ha fatto presente Certosi al Ministro, che le strutture realizzate restino inutilizzate lasciando disattese la richieste delle famiglie: “Mi faccio interprete dei nostri cittadini che si aspettano un numero di sezioni che soddisfi le loro esigenze”.

In evidenza