Ritorna in Piazza Santo Spirito il Laboratorio teatrale dei Chille de la balanza con l'omaggio a Vasco Pratolini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 giugno 2003 07:22
Ritorna in Piazza Santo Spirito il Laboratorio teatrale dei Chille de la balanza  con l'omaggio a Vasco Pratolini

Venerdì 27 e Sabato 28 giugno alle ore 22 va infatti in scena nella splendida piazza dell’Oltrarno una libera riduzione da “Il Quartiere”, romanzo giovanile di Vasco Pratolini.
La produzione teatrale è realizzata – a conclusione di un lungo percorso di laboratorio iniziato lo scorso mese di ottobre con il coinvolgimento di venticinque giovani, molti dei quali non fiorentini - in collaborazione con FirenzEstate 2003 e il Consiglio di Quartiere 1.
Il Quartiere (breve romanzo scritto da Pratolini nel 1943, ma ambientato una decina di anni prima nel quartiere di Santa Croce) è il primo momento di un percorso triennale pratoliniano che vedrà i Chille de la balanza impegnati l’anno prossimo su Le ragazze di Sanfrediano e nel 2005 su Cronache di poveri amanti.
I Chille e il Quartiere 1 hanno infatti pensato che oggi fosse venuto il momento di affrontare un viaggio teatrale nella memoria più recente (ma al tempo stesso più dimenticata!), perché innanzi tutto i giovani potessero conoscere gli avvenimenti e soprattutto la vita quotidiana di Firenze negli anni trenta e quaranta.

E chi meglio di Vasco Pratolini poteva accompagnare in questo viaggio tra dolcezza della memoria e crudeltà della vita quotidiana?
Con il Quartiere è la relazione tra ideologia e realtà a farsi protagonista dell’opera dello scrittore fiorentino: col doppio pericolo, sempre, che la prima si riduca a schema semplicistico e la seconda a caos. Ma è appunto la dialettica schema-caos, semplicità dell’idea-complessità della vita a rendere vitale il complesso dell’opera. E Pratolini risolve il tutto non in forma descrittiva: al contrario, propone e realizza un tormento espressivo che non si appaga mai di quanto già fatto, rimettendo in questione tutto il suo mondo.
Che cos’è il Quartiere, che rappresenta nel romanzo di Pratolini? Diremmo che sta ad indicare, almeno inizialmente il “luogo di una comunità organica”; il quartiere è sì un’isola nel fiume della vita, ma è anche minacciato, “tradito” dall’esterno.

Non solo, ma il male, il negativo comincia a manifestarsi anche all’interno, si insinua “nel” Quartiere. E qui Pratolini sceglie di evidenziare – e questo è particolarmente importante nel percorso di avvicinamento delle opere dello scrittore fiorentino ai giovani d’oggi – la possibilità di una speranza. La speranza pratoliniana è un forte sentimento più volte messo in correlazione con la ragione: il desiderio di cambiare la vita portando in questo processo la solidarietà, l’amicizia, l’amore, la vicinanza fisica dei corpi (i corpi “vicini e solidali” di cui parla Pratolini), tutti sentimenti fortemente e saldamente radicati nel Quartiere.
Non casualmente la chiusura del romanzo e racchiusa in un breve dialogo tra lo scrittore ritornato nel Quartiere (Valerio) e Marisa che, rivedendolo, gli dice:
“Hai trovato diverso il Quartiere.

Ma la gente c’è ancora tutta, lo sai. Si è ammassata nelle case rimaste in piedi come se si fosse voluta barricare. Quei pochi che sono andati ad abitare alla periferia, dove c’è l’aria aperta e il sole, nel Quartiere li considerano quasi dei disertori. “ E Pratolini, in qualità di personaggio del romanzo, risponde: “Infatti. Anche l’aria e il sole sono da conquistare dietro le barricate”.

Collegamenti
In evidenza