Fratelli Alinari, fotografi in Firenze: 150 anni che illustrarono il mondo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 dicembre 2002 20:20
Fratelli Alinari, fotografi in Firenze: 150 anni che illustrarono il mondo

Firenze dedica ai Fratelli Alinari una straordinaria mostra per celebrare il famoso atelier fotografico fiorentino nel 150° anniversario della fondazione. L'esposizione sarà ospitata in Palazzo Strozzi (1 febbraio - 2 Giugno 2003). Il titolo: Fratelli Alinari, fotografi in Firenze. 150 anni che illustrarono il mondo, 1852 - 2002. Arturo Carlo Quintavalle e Monica Maffioli, curatori del progetto, hanno selezionato oltre 600 fotografie, tra "vintage prints" (stampe originali) e stampe moderne da lastre originali, di cui moltissime inedite.

A completare il percorso, anche le grandi macchine fotografiche d'epoca, le lastre di oltre un metro, le attrezzature tecniche per la "mitica" sala di posa. Il regista e fotografo Giuseppe Tornatore curerà l'ideazione scenografica.
Fratelli Alinari, fotografi in Firenze. 150 anni che illustrarono il mondo, 1852 - 2002 è promossa dal Comune di Firenze, da Firenze Mostre, dalla Fondazione Fratelli Alinari per la Storia della Fotografia ed è posta sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Parlamento Europeo-Ufficio per l'Italia, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, del Ministero delle Comunicazioni.

Organizzazione e realizzazione sono di Firenze Mostre; il progetto scientifico è della Fondazione Fratelli Alinari per la Storia della Fotografia. La mostra presenta la storia di un'azienda che, per tutta la seconda parte del secolo XIX e nel corso di tutto il XX, ha inventato non solo l'immagine dell'opera d'arte in Italia, ma anche l'idea stessa dei luoghi e degli oggetti da ricordare, e dunque il nostro rapporto col passato.
Si tratta di volti, strade, monumenti, costumi, ambienti, paesaggi dell'Italia degli ultimi 150 anni, che oggi vediamo nel solo modo possibile, ossia attraverso l'occhio appassionato e intelligente di chi li ha fotografati facendone un patrimonio ormai indelebile della nostra memoria collettiva.
La mostra segue gli Alinari fin dai loro primi passi nella Firenze granducale e ne illustra il percorso culturale e l'ispirazione; stabilisce raffronti, documenta i rapporti con la Francia, insiste sul dibattito circa la fotografia come artefice dell'identità di una nazione, mette in evidenza le scelte che in pochi anni finirono per distinguere l'atelier da tutti gli altri.
La scelta decisiva è quella che porta gli Alinari ad abbandonare la tradizione settecentesca delle vedute, in favore di immagini centrate e in asse dei singoli monumenti.

Quali monumenti? Quelli, appunto, che permettono di restituire all'Italia un'identità. Gli Alinari tengono conto del Medioevo, ma puntano sul Rinascimento, reinventando i soggetti con messe in scena quasi teatrali. E' il loro contributo, niente affatto secondario, all'Italia risorgimentale. Gli Alinari sono però anche ritrattisti raffinati (dei politici presenti a Firenze, seconda capitale dell'Italia unita, e della stessa casa reale). E nei primi anni del Novecento sono protagonisti di una reinvenzione del rapporto fra arte e fotografia, fra le pitture dei macchiaioli e le riprese della campagna toscana.

Va infine sottolineato che le immagini e le edizioni Alinari hanno rappresentato, e rappresentano tutt'oggi, la più grande forma di divulgazione dell'arte italiana nel mondo.
In sintesi, la mostra si propone come riflessione globale sulla fotografia italiana del secolo XIX, fin qui non abbastanza conosciuta, ma di sicuro, grandissimo interesse. L'idea di fondo punta peraltro ad abbinare ricerca scientifica e rigore intellettuale alla fantasia e alla capacità di parlare al grande pubblico con il linguaggio della fotografia.

Si annuncia dunque un evento tra i più originali e significativi di questi anni. Il catalogo della mostra, edito da Alinari, è a cura di Arturo Carlo Quintavalle. La mostra si avvale della collaborazione di APT Firenze, Ataf, Hewlett Packard, Kodak, Trenitalia.

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