Publiacqua gestira' il servizio idrico in otto comuni del Chianti fiorentino
L'acqua planetaria appassiona di più di quella di casa? Idra scrive delusa a sindaci e comunità montana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 dicembre 2002 00:39
Publiacqua gestira' il servizio idrico in otto comuni del Chianti fiorentino<BR>L'acqua planetaria appassiona di più di quella di casa? Idra scrive delusa a sindaci e comunità montana

Dal nuovo anno sarà Publiacqua a gestire il servizio idrico in tutti i Comuni precedentemente gestiti da Fiorentinagas. L'accordo per la cessione del ramo idrico di Fiorentinagas è stato siglato il 20 dicembre dal presidente di Publiacqua Amos Cecchi e dal presidente di Fiorentinaga S.p.A Michele Legnaioli. Quindi i comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Val D'Elsa, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Impruneta, Radda in Chianti, San Casciano Val di Pesa, Tavernelle e una frazione del Comune di Rignano sull'Arno passeranno a Publiacqua e a Publiacqua dovranno rivolgersi i cittadini di questi Comuni per qualsiasi necessità legata al servizio idrico.

Due i numeri a cui ci si può rivolgere: l'800314314 per segnalazioni di guasti e disservizi e l'800238238 per informazioni pratiche. L'operazione interessa un bacino di utenza di circa 85.000 abitanti, per un totale di oltre 5 milioni di metri cubi di acqua venduta ogni anno. Con questo passaggio di consegne i cittadini godranno dei benefici derivanti da un gestore unico a livello di ambito territoriale, senza oltretutto subire aumenti nelle tariffe. Nella prossima primavera arriverà a tutti i clienti l'ultima bolletta di Fiorentinagas, relativa ai consumi del secondo semestre 2002.

L'operazione comporta il passaggio a Publiacqua di 40 dipendenti e il completamento dell'ambito territoriale che, dopo aver aggregato al proprio interno tutti i 43 Comuni dell'area metropolitana Firenze - Prato - Pistoia, espande ora la sua azione su un importante territorio della Toscana centrale, portando a 51 il numero dei Comuni di cui gestisce il servizio idrico integrato e a circa 1.240.000 gli abitanti di riferimento (oltre un terzo della Toscana).

E' passato un mese dall'incontro con l'associazione di volontariato Idra nel municipio di Borgo S.

Lorenzo: ma che fine hanno fatto gli impegni assunti dai sindaci e dalla Comunità montana del Mugello davanti al presidente dell'Osservatorio Ambientale Locale prof. Giuliano Rodolfi e all'addetto stampa del Comune di Borgo San Lorenzo, il 18 novembre scorso?
L'associazione che si batte contro il sacco ambientale del Mugello consumato a spese del territorio e dell'erario non ha ricevuto una sola risposta, una sola lettera, un solo documento. Forse i temi planetari del Social Forum sono così appassionanti da distrarre dalle emergenze in corso in casa propria? Si parla di "Acqua bene di tutti", si promuove un "Manifesto dell'acqua", si convocano i ragazzi a grandi meeting sui Diritti Umani dal titolo "L'oro blu: l'acqua è di tutti".

Ma 60 milioni di litri di acqua al giorno che, qui ed ora, se ne vanno dalle falde del Mugello, dell'Alto Mugello e di Monte Morello non meritano provvedimenti urgenti di salvaguardia?
Vediamo come avevano promesso di attivarsi, i sindaci e il presidente della Comunità montana, raccogliendo le proposte avanzate dai cittadini raccolti nell'associazione Idra.
Si erano impegnati a scrivere una lettera al presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici Aurelio Misiti, per chiedere chiarimenti urgenti sugli scenari che attendono il Mugello dopo che il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze ha dichiarato di fatto "fuori sicurezza" i 60 km di tunnel della TAV fra Vaglia e Bologna, esprimendo "seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso" per via della tipologia costruttiva adottata per la galleria.

Come deve attrezzarsi il Mugello rispetto al rischio di disastri ferroviari in galleria, con treni lanciati a 250 o 300 km all'ora, senza tunnel di soccorso, a distanze anche di oltre 3 km dal punto di innesto delle finestre con la galleria di linea? Sei anni dopo l’approvazione del progetto di tratta TAV sotto l’Appennino, a ottobre dell'anno scorso, il presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici Aurelio Misiti si è dichiarato indisponibile a firmare il collaudo dell’opera, sciaguratamente priva della galleria di servizio.

Ma l’adeguamento agli standard di sicurezza richiederà, secondo Misiti, un ulteriore investimento compreso fra il 30% e il 40% del costo dell’opera (che nel frattempo è arrivato alla somma di 4.262 milioni di euro, compresi i 53 milioni di euro derivanti dal cosiddetto indennizzo stanziato dal Governo). E l’adeguamento provocherebbe inevitabilmente – secondo Idra - un notevole aggravio del già pesantissimo impatto ambientale e sociale.
Avevano promesso di verificare presso la Regione Toscana la rispondenza del progetto TAV Bologna-Firenze al rischio sismico e alle normative vigenti, in relazione sia ai parametri adottati sia al tipo di materiali impiegati.


Si erano impegnati a richiedere aggiornamenti sul rischio elettromagnetico in relazione all'esercizio della linea TAV per l'alimentazione speciale a 25.000 volt in corrente alternata, sospetta cancerogena, dopo che l'ARPAT aveva inoltrato nel febbraio '98 un documento - che risulta essere stato ignorato dall'Osservatorio Ambientale Nazionale - sul "rischio da campi magnetici connesso con la fase di esercizio della linea ferroviaria Alta Velocità", nel quale era giudicata "inadeguata" la valutazione del rischio negli studi di impatto ambientale sulla fase di esercizio delle linee ad Alta Velocità.


Avevano promesso di attivarsi per stabilire come mai la Regione Toscana non abbia apparentemente dato séguito (dopo la prima tranche di studi e la prima relazione tecnica) all'incarico affidato all'ARPAT di rivisitare criticamente i contenuti dello Studio di Impatto Ambientale del progetto TAV allo scopo di fornire elementi informativi utili all'avvio di un procedimento risarcitorio per i danni ambientali provocati dalla costruzione dell'opera.
Avevano accettato di proporre all'Osservatorio Ambientale Nazionale una giornata di studi e di confronto pubblico che permetta di fare il punto sul progetto TAV (l'ultima e unica occasione di questo tipo è stata lo scorso 4 novembre del '99 a Borgo S.

Lorenzo, quando però non si erano ancora verificati gli eventi idrogeologici più disastrosi).
Non avevano opposto difficoltà a riproporre un esperimento di Osservatorio Sociale a tutela dei diritti di cittadinanza dei lavoratori del CAVET e delle imprese appaltatrici (Idra aveva definito inadempienti a questo proposito i sindaci e la Comunità montana, che avevano siglato un preciso "protocollo di intesa" in tal senso nel dicembre del lontano '95).
Ai sindaci Idra aveva chiesto anche la documentazione con la quale un importante studioso interpellato al riguardo, il prof.

Pellizza di Torino, avrebbe dimostrato che la tecnica costruttiva adottata per il tunnel TAV nel Mugello sarebbe la migliore fra quelle disponibili. Idra ritiene infatti che la causa della sicurezza e della salvaguardia delle risorse idriche dell'Appennino meriti bene un consulto internazionale, e chiede a questo scopo che i cittadini possano disporre dei risultati scientifici più avanzati fin qui acquisiti.
Nessuna notizia infine dai sindaci sullo stanziamento dei 53 milioni di euro annunciati lo scorso luglio, nessuna conferma che quell'impegno di spesa sia al momento previsto nell'ambito della legge finanziaria, nessuna notizia sul programma di interventi ipotizzati dalle Amministrazioni.
Il 19 novembre scorso, il giorno dopo l'appuntamento con Idra, il Comune di Borgo San Lorenzo emise un comunicato che sottolineava il "clima di cordialità" di quell'incontro.
Oggi l'associazione ecologista si domanda quanto quel clima possa considerarsi rinforzato dalla mancanza di fatti, dopo le parole.
E si augura che dietro il grande entusiasmo apparente per i temi della pace, dell'equità, dell'ambiente e della partecipazione quando si parla di pianeta non si celi ancora una volta una sostanza di fatti poco compatibili con quei valori: la perdurante sottovalutazione della gravità delle emergenze idrogeologiche in atto, l'acquiescenza a scelte operate fuori dal territorio del Mugello, le carenze nella capacità informativa e nello stesso rapporto democratico con le popolazioni.

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