ETI-Percorsi Internazionali 2002: il 2 dicembre Les Contemplations con Philippe Noiret alla Pergola

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 novembre 2002 16:11
ETI-Percorsi Internazionali 2002: il 2 dicembre Les Contemplations con Philippe Noiret alla Pergola

Nell’ambito dei Percorsi Internazionali, la rassegna dell’Ente Teatrale Italiano che riunisce ogni anno proposte teatrali che arrivano da tutto il mondo, il Teatro della Pergola dopo Steven Berkoff è onorato di ospitare Philippe Noiret, interprete del monologo Les Contemplations, tratto da Victor Hugo. Una presenza particolarmente significativa, nella città dove Noiret ha lasciato una delle sue più importanti e beffarde interpretazioni cinematografiche nei panni del Perozzi, lo scanzonato giornalista di Amici miei di Mario Monicelli.

Una presenza che ci è cosa gradita ricordare ai giornalisti e agli operatori convenuti a Firenze per France Cinéma 2002, che ricorda quella Nouvelle Vague della quale Noiret fu uno dei protagonisti, come interprete de La Pointe Courte di Agnès Varda e soprattutto di Zazie nel metro di Louis Malle, nel quale era il buffo e sfortunato zio Gabriel.
Nel bicentenario della nascita di Victor Hugo Philippe Noiret sceglie di ritornare a calcare le tavole di un palcoscenico con un omaggio al grande poeta e romanziere francese.
Una lettura di estratti dal lungo poema in versi Les Contemplations, diario poetico dell'età matura, un itinerario morale e spirituale che attraversa un quarto di secolo dal 1830 al 1855.

LES CONTEMPLATIONS
Due sedie di velluto rosso, al centro della scena e un attore, solo sul palco: Philippe Noiret rende omaggio a Victor Hugo.

Un progetto a lungo vagheggiato, che si concretizza in una serata dedicata al grande poeta francese, per i 200 anni dalla nascita.
Il testo scelto per la serata non è dei più noti, né dei più facili, ma è quello che più direttamente ci racconta di Hugo, Les contemplations. Un diario in versi scritto nell'arco di venticinque anni, diviso in due sezioni, Autrefois e Aujourd’hui.
Noiret, con la sua straordinaria maturità d'interprete, la sua voce profonda e musicale, restituisce i diversi registri dell'opera: dopo un inizio dolce, svagato, la leggerezza fa spazio ad un'accelerazione del ritmo, fino ad una sorta di sinfonia finale che emoziona e commuove con la lettura della poesia A Villequier, gli ultimi versi dedicati alla figlia morta.

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